Secondo gli ultimi dati del CRIF ESG Outlook, gli istituti di credito finanziano le PMI sostenibili l’11% in più rispetto alla media mentre i mutui green potrebbero rappresentare oltre 50% del mercato nel 2050. Con i CRIF Metadati, potenziati dall’AI, banche e assicurazioni possono accelerare il supporto a imprese e famiglie verso la sostenibilità.
La sostenibilità e la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio sono ormai al centro dell’attenzione globale. Ma quanto la rivoluzione green è pienamente in corso nel nostro Paese e in linea con le direttive UE? Quanto si sta facendo e si deve ancora fare in questo fondamentale percorso? A queste domande risponde concretamente l’ESG Outlook 2024, l’osservatorio sulla sostenibilità realizzato da CRIF che fornisce una panoramica dettagliata delle performance sostenibili di imprese, individui e immobili. Vediamo ora le principali evidenze dell’analisi.
PMI e sostenibilità, vantaggi concreti nell’accesso al credito ma serve accelerare la trasformazione ESG
Sul fronte delle imprese, le PMI con un elevato livello di adeguatezza ESG riscontrano una maggiore propensione da parte degli istituti finanziari a concedere credito. Per queste imprese più sostenibili, il tasso di erogazione dei finanziamenti nella seconda parte del 2023 è stato superiore dell’11% alla media. Inoltre è evidente come il rischio di credito si riduca con l’aumentare dell’adeguatezza ESG: i finanziamenti con maggior adeguatezza ESG hanno registrato un tasso di default minore del 34% rispetto alla media.
Tuttavia, “il percorso delle imprese italiane verso la sostenibilità ha ancora ampi margini di crescita, in particolare il gap tra lo score di adeguatezza ESG delle PMI e quello delle grandi aziende è ancora significativo” – spiega Marco Macellari, Head of Risk Management & ESG di CRIF. “Nel 2023 infatti il 40% delle PMI mantiene un livello di adeguatezza ESG basso/molto basso, mentre le grandi aziende hanno registrato un miglioramento significativo. Quindi, nonostante il trend di trasformazione sia in atto, le PMI devono prevedere ancora sforzi significativi per migliorare la loro adeguatezza agli standard ESG. In questo percorso virtuoso di integrazione di pratiche sostenibili, in particolare delle performance di sostenibilità ambientale, il sostegno delle istituzioni e del sistema bancario è e sarà sempre più fondamentale”.
Mutui green ed efficientamento degli immobili: necessità ma anche opportunità di innovazione per il settore finanziario
E per quanto riguarda le famiglie e il credito immobiliare? Il CRIF ESG Outlook ha esaminato i risultati relativi al Green Asset Ratio (GAR) – l’indicatore chiave che misura l’allineamento delle attività bancarie con la Tassonomia Europea per la finanza sostenibile – pubblicati dalle maggiori banche italiane. I prestiti garantiti da immobili residenziali rappresentano circa il 90% del totale degli impieghi che le banche possono utilizzare nell’elaborazione del GAR e sono per la maggior parte (66%) già in linea con le regole europee per la finanza verde. Il dato dimostra come i mutui per le case rappresentino la principale attività “sostenibile” per le banche e una buona base su cui innestare incentivi statali al fine di allinearsi alla direttiva “Case Green” dell’UE.
Anche in quest’ambito le analisi originali dell’ESG Outlook offrono una fotografia aggiornata e una vista prospettica. Secondo la ricerca, l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano è già in atto: nel 2023 oltre il 40% degli immobili ristrutturati sono stati portati alla classe A, mentre le nuove costruzioni superano il 90%. Se il processo di efficientamento risulta quindi avviato, tanto si può e si deve ancora fare con un ruolo centrale giocato dagli incentivi governativi e dall’andamento macroeconomico nel raggiungimento degli obiettivi green posti dall’Unione Europea. Secondo le proiezioni di CRIF, nello scenario più ottimistico – caratterizzato da un forte impegno governativo, significativi incentivi fiscali e un positivo andamento macroeconomico – si potrà avere un aumento significativo degli immobili in classe A, raggiungendo una quota del 37% nel 2050 sul totale degli immobili. In particolare, in questo scenario, la finanza verde vedrà un ruolo crescente, con i mutui green che nel 2050 potrebbero arrivare a rappresentare oltre il 50% del mercato.
Ecco che i player finanziari si posizionano come motori fondamentali in questa transizione verde. Sotto la guida del Regolatore, le banche stanno adottando misure per includere i fattori ESG nei processi di credito, con un focus particolare sui rischi climatici e ambientali. “Gli istituti possono svolgere un ruolo cruciale riprogettando le proprie strategie per aumentare l’erogazione di mutui green e di prodotti finanziari per la riqualificazione energetica. In questo modo possono allinearsi agli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea e, al contempo, ridurre i requisiti di capitale, grazie a un minor rischio del proprio portafoglio e anche attraverso la rivalutazione del valore degli immobili su cui è stata fatta un’azione di riqualificazione della classe energetica. L’evoluzione verso un’economia e un futuro sostenibile deve proseguire senza sosta ed essere una priorità comune di tutti gli attori coinvolti. Non si tratta solo di una necessità ambientale e sociale ma anche di un’opportunità strategica di innovazione per il settore finanziario, migliorando la fiducia di clienti e investitori” – continua Marco Macellari.
Al fianco di imprese e famiglie nella transizione green: banche e assicurazioni accelerano con i CRIF Metadati
Il know-how analitico e il patrimonio informativo proprietario alla base dello score ESG di CRIF è messo a disposizione di tutti i player finanziari, banche e compagnie di assicurazioni. Si tratta di un data lake ESG che conta oltre 150 fonti e variabili informative e consente di estrarre e analizzare dati dettagliati sulle dimensioni ESG di qualsiasi impresa operante in Italia e nell’Unione Europea. D’altronde la sostenibilità è uno dei temi caldi su cui CRIF sta investendo da anni in ricerca e innovazione e in cui i CRIF Metadati, mix di informazioni, intelligence e piattaforme tecnologiche unico nel nostro Paese, sta affiancando i principali player finanziari nell’accelerare il supporto a imprese e famiglie.
Nel settore assicurativo, la collaborazione tra CRIF e AXA Italia ha portato alla creazione di un innovativo score ESG, che valuta il profilo di sostenibilità delle aziende, che si rivela cruciale nella valutazione del rischio assicurativo. L’unione del patrimonio informativo di CRIF con quello di AXA Italia ha permesso di avere una vista ‘aumentata’ del segmento imprese. “Le analisi svolte sul nostro portafoglio hanno evidenziato una forte correlazione tra elevati standard ESG e una bassa incidenza di sinistri. Questo significa che le aziende più sensibili alla sostenibilità si rivelano più attente anche nella gestione dei rischi e quindi meno sinistrose. Questa marcata correlazione, che mostra per le aziende più sostenibili un loss ratio fino al 40% inferiore alla media di portafoglio, si conferma in rami fondamentali per il business aziende, quali il Property e la Responsabilità civile. Integrato nei modelli di pricing e underwriting, lo score ESG consente di promuovere nella clientela comportamenti sostenibili, premiando le aziende migliori con tariffe più basse. Si tratta di un approccio win-win, che lega assicuratore e assicurato in un circolo virtuoso di sostenibilità”, spiega René Gazet, Chief P&C Officer di AXA Italia e CEO di Quixa.
“La dimensione della sostenibilità, di cui CRIF si occupa dal 2017, è un elemento cruciale per il sistema economico e l’intera collettività e CRIF ha un posizionamento unico sul mercato non solo per la qualità e l’ampiezza del proprio data lake ESG, ma anche per una serie di strumenti avanzati e asset informativi, analitici e tecnologici, di assoluta avanguardia” – commenta Marco Colombo, Managing Director Finance Italy di CRIF. “Cito, solo a titolo di esempio:
- Analytics consistenti rispetto agli stringenti requisiti regolamentari, costruiti in base all’EBA Report sui rischi ESG e in coerenza con la Tassonomia, con particolare riferimento al Do Not Significant Harm (DNSH) sul rischio fisico.
- Rischio fisico che misura l’esposizione fino a 28 rischi fisici cronici e acuti, valuta in ottica prospettica gli effetti del cambiamento climatico e la vulnerabilità dell’immobile/impresa a ciascun rischio e restituisce score granulari per ciascun rischio fisico analizzato, con dettaglio sulle singole sedi locali in modalità automatica e outside-in, integrabile con valutazioni esperte del network dei periti immobiliari CRIF.
- Un servizio di APE Data Remediation di altissimo livello, grazie all’unicum di competenze e dati e al più grande network di periti immobiliari del mercato italiano, che recupera oltre 50 indicatori immobiliari ed energetici più significativi, fornendo degli identificativi dell’APE necessari per audit e utilizzando algoritmi ML avanzati volti a garantire coerenza e affidabilità del dato.
- Piattaforma Synesgy che consente di raccogliere e gestire informazioni sulla sostenibilità delle aziende attraverso un self-assessment ESG, completo di valutazione, benchmark e indicazioni sul piano di sviluppo da intraprendere. Tale valutazione può essere effettuata sia sul proprio portafoglio clienti (tipico del mondo finance) che dei fornitori (tipico del mondo industriale). A conferma degli elevati standard qualitativi, Synesgy è anche riconosciuta partner GRI (Global Reporting Initiative) dal 2022.
Questa ampiezza di competenze e know how unico spiega perché lavoriamo ogni giorno al fianco dei principali player di mercato per realizzare insieme a loro progettualità e iniziative che non solo migliorano la gestione dei rischi e la redditività ma supportano la promozione di comportamenti sostenibili di imprese e famiglie, creando un circolo virtuoso che avvantaggia l’intero ecosistema economico e sociale” – conclude Marco Colombo.
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati