Addio a Daniele Repetto, punto di riferimento di una generazione di giornalisti

Calma olimpica, incarnava il rigore e l’autorevolezza del mestiere di cronista. Non gli sfuggiva mai niente e da vero capo non aveva bisogno di alzare la voce. Molti di noi lo ricorderanno con la sigaretta sempre accesa tra le dita e lo sguardo alla Humphrey Bogart quando dice “E’ la stampa bellezza…e tu non puoi far niente

 

Addio a Daniele Repetto, grande firma del giornalismo italiano. Aveva 75 anni e stanotte  se n’è andato dopo una grave malattia in silenzio e in punta di piedi come è vissuto. Romano d’adozione e genovese d’origine, uomo coltissimo, è stato il punto di riferimento di una intera generazione di cronisti, quella che tra gli anni Ottanta e Novanta si è formata alla grande scuola dell’Adnkronos, di cui lui è stato colonna portante.

In via Ripetta, dove l’agenzia di stampa in quei tempi aveva sede, era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene. Non gli sfuggiva mai niente e da vero capo non aveva bisogno di alzare la voce. Si faceva valere con l’ironia, la calma, che non perdeva mai, l’arguzia e l’autorevolezza. Molti di noi lo ricorderanno con la sigaretta sempre accesa tra le dita e lo sguardo alla Humphrey Bogart quando dice “E’ la stampa bellezza…e tu non puoi far niente”.

Daniele, che negli Anni di Piombo si era occupato di terrorismo,  incarnava un modo di fare giornalismo che è finito, devastato e sopraffatto dalle nuove tecnologie, ma di cui dobbiamo saper custodire il senso e lo spirito. A chi come me ha avuto il privilegio di averlo avuto come maestro ha insegnato l’impegno instancabile che questo mestiere richiede, il rigore nel ricostruire i fatti, la verifica quasi maniacale delle notizie attraverso le fonti, la capacità di rimanere obiettivi ed essere empatici al tempo stesso nel raccontare le storie. E soprattutto che il giornalismo è libertà.

Ci si divertiva pur lavorando tanto in via Ripetta in quella magica stagione in cui l’Adnkronos si trovava nel palazzo dell’Inps affacciato sull’Ara Pacis dove oggi c’è il superlussuoso albergo Bulgari. Una stagione davvero epica e indimenticabile, di cui Daniele resta l’emblema.

Repetto è stato anche editore e ha scritto numerosi  volumi tra cui   ‘Il clandestino è finito’, “Guardie. La vittima in divisa del terrorismo”,  “Rosso di sera”, e il bellissimo romanzo “La Amapola di Alberto. Spagna 1957: l’ultimo viaggio di un bandolero anarchico”.

 

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