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Al via France Odeon, il direttore Martinotti: “Evento di punta per il cinema a Firenze”

Il direttore del festival: “All’interno della rassegna anche un convegno per fare il punto su quello che sta accadendo in Europa a livello normativo sul diritto d’autore”

Dal 29 ottobre al 2 novembre 2024 sbarca per la sedicesima volta a Firenze France Odeon, la rassegna dedicata al cinema francese, diretta da Francesco Ranieri Martinotti, con la presidenza di Enrico Castaldi. Realizzata in collaborazione con Institut Français Firenze e Fondazione Sistema Toscana. La manifestazione, uno degli appuntamenti più attesi della 50 Giorni di Cinema a Firenze, si snoda nell’arco di cinque giorni densi di proiezioni, eventi speciali e incontri tra il Cinema La Compagnia, l’Institut Français e, per la prima volta, il nuovo Teatro di Fiesole. Ne parliamo con il direttore della rassegna Martinotti.

 

Sedicesima edizione per France Odeon. Qual è il peso che in questi anni ha acquisito la rassegna e quali orizzonti è riuscita ad aprire sul cinema d’Oltralpe?

France Odeon è arrivato alla sedicesima edizione ma, in realtà, precedentemente con France Cinéma ne erano già state realizzate 25, quindi siamo davvero oltre le 30 edizioni: un appuntamento di grande rilievo per Firenze che ha avuto, di fatto in 31 anni, una continuità che pochi festival della regione possono vantare. L’assegnazione, all’interno di questa vetrina, di due premi importanti come la Foglia d’Oro Manetti Battiloro e il Premio Sguardi Mediterranei dell’argentiere Pampaloni, fa sì che questa rassegna sia abbastanza ambita. Anche quest’anno abbiamo una giuria importante presieduta da Tahar Ben Jelloun, poi c’è Milena Vukotic, Maurizio Braucci e Carolina Pavone.

Un omaggio particolare nell’edizione 2024 è riservato ad Alain Delon, che ci ha lasciati ad agosto di quest’anno. Che cosa ha rappresentato una leggenda come lui per il cinema internazionale e quali sono le iniziative a lui dedicate?

Quest’anno non potevamo non ricordare nel festival Alain Delon, che è stato un attore non solo importante per il cinema francese ma anche per il cinema italiano, pensiamo a Visconti, pensiamo alle relazioni che ha avuto proprio con il nostro Paese e col nostro cinema, a partire da Rocco e i suoi fratelli, e poi Il Gattopardo. La sua scomparsa, il 18 di dicembre, ci ha molto colpito e abbiamo quindi pensato intanto di dedicare a lui l’affiche del festival e poi di rendergli omaggio con uno dei suoi film più iconici, La Piscine di Jacques Deray, interpretato da lui insieme a Romy Schneider e Jane Birkin. La chiusura del festival si svolgerà a Fiesole con una matinée il 2 di novembre dedicata a questo film e Marco Luceri introdurrà la proiezione.

Il festival si apre il 29 ottobre con un biopic dedicato alla vita di Niki de Saint Phalle. Negli ultimi anni il documentario d’arte si sta affermando sempre di più sul grande e piccolo schermo. Qual è la risposta del pubblico a questo genere e quali sono gli eventuali ostacoli che incontra nella sua diffusione?

L’opera di Céline Sallette su Niki de Saint Phalle, che racconta la parte complessa della vita di quest’ artista e della sua relazione con Jean Tinguely, è uno dei punti di partenza di questa edizione. Il film, che è stato presentato a Un certain Regard a Cannes, sicuramente ha un grande riscontro nel pubblico del nostro festival perché Niki è molto conosciuta in Toscana per il famoso Giardino dei Tarocchi di Capalbio e la traccia artistica che ha lasciato in questa regione è molto presente. Il punto di vista della regista Sallette è proprio quello di raccontare le difficoltà che una donna, in un sistema molto “maschile” come quello che è stata l’arte nel Novecento, ha dovuto affrontare per affermarsi e anche tutta la sofferenza personale che viene raccontata in maniera molto profonda da questa regista. Il film fa parte di quel filone dedicato agli artisti che si completa con tutto un altro genere, il documentario, sostenuto sia dal sistema francese ma anche dal sistema dei broadcast che investono molto su questa tipologia di film. Un genere, che ha un grosso seguito da parte del pubblico come abbiamo visto anche a Roma, quest’anno, con il film su Modigliani.

Tanti sono i lungometraggi di qualità che si alternano nell’arco delle giornate del festival e i momenti di riflessione sui temi attuali che coinvolgono il mondo del cinema e dell’audiovisivo. Quali sono gli appuntamenti e i personaggi più attesi della kermesse? Quali novità deve aspettarsi il pubblico quest’anno?

A parte le proiezioni, noi abbiamo un convegno dedicato all’intelligenza artificiale dal punto di vista della normativa che deve essere messa in campo per poter mantenere il rispetto del diritto d’autore. E quindi, insieme alla SIAE e alla SACD, abbiamo realizzato questo convegno che è la continuazione un po’ di quello dello scorso anno ed è un modo per fare il punto su quello che sta accadendo in Europa a livello normativo. Saranno presenti tutte le associazioni degli autori, dalla ANAC, a 100 Autori, WGI e AIDAC. Poi c’è la presentazione di un libro di Ignazio Senatore sui cento film più belli del cinema francese, che sarà presentato al Cinema La Compagnia e poi avremo anche un incontro pubblico con Vincent Lindon che sarà ospite del festival e che presenta qui due film, Le Choix e Jouer avec le feu. E infine anche Tahar Ben Jelloun, presidente della giuria, sabato 2 novembre, ultima giornata di France Odeon, avrà un incontro con il pubblico al Teatro di Fiesole.

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