Banca Mediolanum, la Corte di Giustizia annulla la decisione della Bce sulla partecipazione di Fininvest

La BCE, basandosi sulle norme dell’Unione Europea, si oppose all’acquisizione della partecipazione qualificata da parte di Berlusconi nel 2016, ma la Corte di Giustizia ha stabilito che questo era un errore

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato la decisione della Banca Centrale Europea (BCE) che congelava la partecipazione qualificata di Fininvest in Banca Mediolanum oltre il 9,99%. Questo provvedimento era stato preso in seguito alla condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi nel 2013, che lo rendeva privo del requisito di onorabilità per detenere una partecipazione significativa in una banca. La Corte ha stabilito che la BCE non aveva legittimamente il diritto di opporsi alla detenzione di questa quota, in quanto Berlusconi l’aveva acquisita prima dell’entrata in vigore delle norme europee applicate.

Il commento di Marina Berlusconi

Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, ha commentato con grande soddisfazione la decisione, definendola una “vittoria totale”. Ha sottolineato come questa sentenza metta fine a dieci anni di battaglie legali basate su “iniziative ingiuste e prive di fondamento” e ha espresso gratitudine per il riconoscimento dell’onore imprenditoriale di suo padre.

La vicenda legale: dagli inizi alla decisione della Corte

La storia legale ha radici profonde. Nel 2014, la Banca d’Italia ordinò a Fininvest di cedere entro 30 mesi la quota eccedente il 9,99% in Mediolanum. Questa misura fu adottata a causa della condanna di Berlusconi per frode fiscale, che aveva fatto perdere il requisito di onorabilità necessario per detenere una partecipazione qualificata in una banca. Tuttavia, nel 2016, il Consiglio di Stato italiano annullò la decisione della Banca d’Italia. Nel frattempo, Mediolanum era stata incorporata in Banca Mediolanum tramite una fusione inversa nel 2015, complicando ulteriormente la situazione.

La posizione della BCE e la sentenza della Corte

La BCE, basandosi sulle norme dell’Unione Europea, si oppose all’acquisizione della partecipazione qualificata da parte di Berlusconi nel 2016, ma la Corte di Giustizia ha stabilito che questo era un errore. I giudici hanno chiarito che non si trattava di una nuova acquisizione, bensì di una conservazione di una quota acquisita in precedenza, prima dell’introduzione delle norme europee in questione. Poiché queste norme non hanno efficacia retroattiva, la BCE non poteva legittimamente opporsi alla partecipazione di Berlusconi.

La conclusione della Corte di Giustizia

La Corte ha ritenuto che la fusione tra Mediolanum e Banca Mediolanum non comportasse l’acquisizione di una nuova partecipazione da parte di Fininvest, ma solo un passaggio da una partecipazione indiretta a una diretta. Di conseguenza, non era necessaria una nuova autorizzazione da parte delle autorità.

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