di Corinna Pindaro
Sono più di 4 milioni gli italiani che non hanno una banca nel proprio comune. Il dato emerge da una ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani a seguito di un’analisi incrociata dei dati in possesso della Banca d’Italia e dell’Istat, aggiornati a fine 2021.
Nel dettaglio il totale degli italiani che non dispongono della filiale di un istituto di credito risiedono complessivamente in 3.062 comuni. Su un totale di 58,9 milioni di cittadini, sono dunque 4.131.416 quelli che vivono in territori in cui le banche sono assenti, pari al 7% della popolazione totale.
Secondo l’analisi della Fabi, comunque, la questione si pone in maniera più o meno accentuata in base al comune di residenza. Al nord la carenza di banche interessa il 6% della popolazione, al centro il fenomeno appare invece meno grave interessando il 3, 2% della popolazione, mentre al sud il numero dei cittadini che non dispongono di una banca sono il 10,7% dei residenti. In particolare è la Campania la regione che ha il maggior numero di abitanti senza una banca (700 mila), a seguire la Calabria con il 28,8% dei cittadini residenti in territori non coperti da agenzie, il Piemonte (13,8%), Abruzzo (12,6%). Fra le regioni più piccole, il record è del Molise (37,3%) seguita, dalla Valle D’Aosta (33,4%). Nelle isole, la ‘desertificazione’ interessa il 6,7% della popolazione in Sicilia e il 6,1% in Sardegna.
“Il ruolo sociale che le banche stanno progressivamente perdendo, anche attraverso un progressivo disimpegno sui territori, con chiusure indiscriminate e inaccettabili di agenzie bancarie, è un argomento che non può essere sottovaluto dai partiti politici”, ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, circa l’analisi sulla ‘desertificazione bancaria’ in italia che ha continuato, “È grave che in pochi, all’interno della classe politica, si interessino a questo problema. La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela. Mi riferisco, in particolare, agli anziani, che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali e a chi vive al Sud, dove non solo il fenomeno della chiusura delle agenzie bancarie è più marcato e preoccupante anche per un evidente problema di accesso a internet. Le inevitabili conseguenze fanno quindi emergere anche una questione di carattere economico con un repentino cambiamento del modello di business, tutto incentrato sulla vendita di prodotti finanziari e assicurativi e poco o nulla, sulla concessione di prestiti, mutui e crediti in generale. L’assenza di sportelli bancari dai piccoli e medi centri del Paese fa inoltre correre il concreto rischio di allontanare sia le imprese sia le famiglie dal circuito legale della finanza e del credito. Il nostro rappresenta quindi un evidente grido di allarme perché il settore rappresenta un servizio pubblico essenziale”.