Belgrado, migliaia di manifestanti in piazza contro l’esito delle elezioni del 17 dicembre

Accuse volano sulla presunta manipolazione del voto in favore del partito del Presidente Vucic. La polizia interviene sui manifestanti e si registra una serie di arresti

di Mario Tosetti

Migliaia di persone a sostegno della coalizione di opposizione “Serbia contro la violenza” (Spn) hanno manifestato a Belgrado, richiedendo il riesame delle elezioni generali del 17 dicembre, sospettate di manipolazione. Si tratta della settima protesta organizzata davanti alla sede della Commissione Elettorale, accusata di brogli a favore del partito Sns al governo, guidato dal Presidente Aleksandar Vucic. L’appuntamento di oggi è stato il più significativo fino a ora.

L’atmosfera si è ulteriormente infiammata quando i rappresentanti dell’opposizione hanno cercato di entrare nell’edificio del municipio, identificato come il centro del presunto trucco elettorale. Nei tumulti, le finestre della porta principale del municipio sono state distrutte e la polizia ha dovuto ricorrere ai gas lacrimogeni per disperdere la folla, arrestando più di 35 manifestanti. Due agenti sono stati gravemente feriti.

Il Presidente serbo Aleksandar Vucic ha condannato con fermezza gli atti violenti, sostenendo che “Serbia contro la violenza” ha tentato di occupare la sede del municipio con mezzi violenti. Tuttavia, rassicura i cittadini sul fatto che non è in corso alcuna rivoluzione e che lo stato è più che adeguato nel difendere la democrazia e la libertà.

Secondo una missione internazionale di monitoraggio svoltasi lo scorso lunedì, l’Sns avrebbe ottenuto un vantaggio ingiusto mediante la parzialità dei media, un’influenza indue del Presidente Aleksandar Vucic e irregolarità nel voto, come l’acquisto dei voti. Vucic, respingendo le accuse, sottolinea invece la correttezza del voto.

Lo Spn, principale oppositore, si rifiuta di riconoscere i risultati delle elezioni e richiede la loro annullazione. I membri dell’opposizione hanno organizzato manifestazioni per “difendere i voti” e diversi attivisti dello Spn sono in sciopero della fame nella sede del Rik.

Secondo i dati ufficiali, l’Sns ha prevalso nelle elezioni parlamentari con il 47% dei voti, il doppio rispetto allo Spn. Nelle elezioni municipali di Belgrado, l’Sns ha vinto con un margine minimo, ponendo l’incertezza sulla formazione del governo locale. Vucic, in vista di questo scenario, non esclude nuove elezioni nella capitale, mentre le autorità respingono le accuse di manipolazione presentate dall’opposizione, garantendo indagini sulle denunce. Infine, Vucic accusa i capi dello Spn di “pressioni brutali sulle istituzioni” con l’unico scopo di “alterare la volontà elettorale”.