L’investimento di BlackRock nel gruppo Leonardo segna un’importante partecipazione in uno dei settori più strategici per l’Italia, con possibili implicazioni sul fronte industriale e della sicurezza nazionale
BlackRock, il più grande gestore di investimenti al mondo, ha ottenuto l’approvazione del governo italiano per detenere una partecipazione superiore al 3% nel gruppo Leonardo, leader nel settore della difesa e dell’aerospazio. Il via libera è stato reso noto lunedì tramite un documento inviato dall’ufficio del Primo Ministro Giorgia Meloni al Parlamento.
Il documento affronta inoltre il possibile utilizzo dei cosiddetti “poteri speciali” o “golden power”, che consentono al governo italiano di intervenire per bloccare o imporre condizioni su investimenti, sia esteri che nazionali, in settori strategici come energia, telecomunicazioni, difesa e banche. Questi poteri sono fondamentali per garantire che operazioni rilevanti in tali ambiti rispettino gli interessi nazionali di sicurezza e sovranità economica.
Secondo la legislazione italiana, ogni acquisizione di quote in aziende considerate strategiche, che superi determinate soglie—partendo dal 3%, poi al 5%, 10% e così via fino al 50%—deve essere approvata da Palazzo Chigi. In questa operazione l’approvazione è stata concessa il 18 settembre, con l’applicazione di alcune condizioni non ancora note.
L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha accolto positivamente la notizia: “Sono contento dell’interesse di BlackRock. È un importante riconoscimento”. L’approvazione riflette l’importanza di Leonardo all’interno delle industrie strategiche italiane.
Il caso SACE-BlackRock
La notizia, peraltro, fa seguito alle indiscrezioni di qualche giorno fa riportate da Bloomberg e da la Repubblica secondo cui l’amministratore delegato di Sace, Alessandra Ricci, ha avuto colloqui con Larry Fink, CEO del fondo americano BlackRock, senza informare né Palazzo Chigi né il Ministero dell’Economia, sollevando interrogativi sulla trasparenza della trattativa. In quel caso si riteneva, comunque, che il dialogo vertesse sula gestione di un portafoglio di asset dal valore di 3 miliardi di euro. Non sono mancate le critiche le opposizioni che hanno fortemente contestato il fatto che una società strategica come Sace, incaricata di gestire garanzie e sostegni alle imprese italiane, fosse coinvolta in trattative di questo tipo senza il coinvolgimento delle istituzioni.
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