Boccia smentisce Sangiuliano che invece va a colloquio con la premier: “Ho ribadito la verità”

In un messaggio che mette in difficoltà l’esecutivo, Boccia mette in dubbio le affermazioni fatte da Sangiuliano e la stessa premier Giorgia Meloni, che aveva parlato pubblicamente del caso

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Maria Rosaria Boccia rompe il suo riserbo e offre la sua versione dei fatti sul caso che coinvolge il ministro Gennaro Sangiuliano e il governo Meloni. È la notte quando, tramite un post su Instagram, la ragazza di Pompei decide di rispondere alle accuse mosse contro di lei. In un messaggio che mette in difficoltà l’esecutivo, Boccia mette in dubbio le affermazioni fatte da Sangiuliano e la stessa premier Giorgia Meloni, che aveva parlato pubblicamente del caso.

Nella stessa giornata in cui Sangiuliano è stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla premier e ha ribadito la sua tesi difensiva. Al termine dell’incontro il ministro ha diffuso una nota che recita: “Sono stato a colloquio con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata questa mattina al quotidiano ‘La Stampa’: mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all’organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata”.

La versione di Boccia

Boccia, nel suo post, affronta direttamente la questione della nomina che, secondo il ministro, non sarebbe mai stata formalizzata a causa di potenziali conflitti di interesse. Boccia risponde con sarcasmo, domandandosi come e quando il ministro avrebbe riscontrato tali conflitti, considerando che il capo di gabinetto era in ferie durante la riunione decisiva. Inoltre, solleva dubbi sulla veridicità delle affermazioni di Sangiuliano, lasciando intendere di possedere una registrazione compromettente.

Boccia continua, smentendo la versione ufficiale riguardo la sua partecipazione alle riunioni operative per il G7 di Pompei. Contrariamente a quanto dichiarato, afferma di aver partecipato a diverse riunioni e sopralluoghi, e di aver avuto accesso a informazioni riservate. Per supportare le sue affermazioni, ha persino pubblicato alcuni documenti interni, mettendo in ulteriore difficoltà la difesa del ministro.

La questione dei rimborsi

Uno dei punti più critici sollevati da Boccia riguarda i presunti rimborsi ministeriali per le sue spese. Mentre Sangiuliano e Meloni sostengono che nessun fondo pubblico sia stato utilizzato per i suoi viaggi, Boccia afferma il contrario dichiarando che le spese sono state coperte dal ministero e che tutti i suoi viaggi sono stati organizzati direttamente dalla segreteria del ministro.

Reazioni politiche: Opposizioni all’attacco

Le dichiarazioni di Boccia non sono passate inosservate e hanno innescato una forte reazione da parte delle opposizioni. Italia Viva, attraverso Ivan Scalfarotto, ha lanciato una petizione chiedendo le dimissioni di Sangiuliano, accusandolo di aver messo a rischio la sicurezza del G7 e di aver esposto Pompei al ridicolo.

Anche il Partito Democratico ha richiesto chiarezza, sottolineando come le affermazioni di Sangiuliano siano state smentite da Boccia con prove concrete. Irene Manzi, capogruppo PD in commissione Cultura alla Camera, ha sollecitato una convocazione urgente del ministro in commissione per spiegare la situazione.

Carlo Calenda, segretario di Azione, ha definito la vicenda tragicomica, criticando la gestione della situazione da parte del ministro. Matteo Renzi, infine, ha espresso amarezza per il modo in cui la vicenda è stata condotta, lamentando l’utilizzo spregiudicato di Pompei.

Reazioni nel governo: Difese e critiche

All’interno del governo, la situazione è tesa. Meloni ha difeso il suo ministro, ma le dichiarazioni di Boccia hanno sollevato dubbi anche tra i membri della maggioranza.

La vicenda Sangiuliano-Boccia è lontana dall’essere conclusa. Le dichiarazioni contrastanti, le prove esibite sui social media e la crescente pressione politica rendono questo caso uno dei più scottanti per il governo Meloni. Resta da vedere come evolverà la situazione e se verranno prese misure concrete per fare chiarezza.

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