Cantieri aperti al pubblico per il restauro de “I Saturnali”

Un’opportunità unica per osservare il recupero di un capolavoro di Ernesto Biondi

Da sinistra a destra, Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Gnam, Ugo Pierucci e Chiara Franchi, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Mecenati Roman Heritage ETS

Dal 1 ottobre 2024, con una cerimonia presenziata dalla direttrice della Gnam Renata Cristina Mazzantini, sono aperti al pubblico i cantieri per il restauro de “I Saturnali” (1888 – 1899), il complesso scultoreo di Ernesto Biondi, della collezione permanente della Gnam. Sarà possibile osservare il lavoro dei restauratori nel cortile interno al museo (adiacente alla Sala delle Colonne), grazie all’Associazione Mecenati Roman Heritage ETS, sponsor dell’iniziativa. Una realtà attiva dal 2013 che opera per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale, che ha affidato i lavori alla società DF14. L’imponente opera scultorea in bronzo comprende 10 statue: un suonatore di flauto, un soldato pretoriano, uno schiavo, una prostituta, un gladiatore, una donna patrizia, un bambino, un patrizio e 2 sacerdoti. Uno spaccato di diverse classi sociali, immortalate dall’artista in preda all’ebrezza durante le feste dei Saturnali (20-23 dicembre). La festa popolare dell’antica Roma in onore del Saturno che celebra l’abbondanza, una sorta di carnevale, eterna metafora della condizione umana debole, in balia dei sensi.

Così, infatti recitano le iscrizioni latine sul retro: “Saevior armis luxuria incubuit victumque ulciscitur orbem” (Giovenale, Satira VI); “Invida Fatoruma series summisque negatum stare diu nimioque graves sub pondere lapsus nec se Roma ferens” (Lucano, Pharsalia, L.I); “Totius orbis mortuos plango […] romanus orbis ruit” (San Girolamo, Ad Heliodorum, Epitaphium Nepotiani).

Scrive Biondi nel 1891 all’amico Vittore: “(…) mi pare giusta, ed aggiungo completa, l’immagine della corruzione romana, la crapula l’orgoglio la libidine dei sacerdoti, la lussuria della patrizia che si dà al gladiatore, la meretrice, la schiava della carne e lo schiavo dello spirito, questo uomo reso ebete dalla fatica e dalla catena, il soldato rotto al saccheggio e alla rapina (…)”.

I Saturnali furono apprezzati da Ugo Ojetti e all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove Biondi fu premiato e insignito della Légion d’honneur.

Nel gennaio del 1897 il modello de I Saturnali era presentato alla fonderia romana Nelli per essere fuso. Questa “scultura viva”, alla quale Biondi attribuì fin dall’inizio il valore di un capolavoro – che gli costò 50.000 Lire di metallo – venne acquistata nel 1898 dallo Stato e inventariata l’anno successivo dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

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