Nonostante la soddisfazione espressa dalla premier Giorgia Meloni per la nomina di Raffaele Fitto, il ruolo del commissario italiano appare limitato. Le deleghe assegnate a Fitto riguardano soprattutto fondi di coesione già allocati fino al 2028 e il Pnrr, che si concluderà nel 2026
L’incarico assegnato da Ursula von der Leyen a Valdis Dombrovskis di garantire
l’implementazione del nuovo Patto di Stabilità segna l’inizio di un percorso difficile per l’Italia. Il governo di Giorgia Meloni, che lo scorso anno ha scelto di rimanere in disparte durante i negoziati sulle riforme economiche dell’Unione Europea, ora si trova ad affrontare un contesto molto più complesso e stringente. Nonostante l’entusiasmo per la nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva, il ritorno dei “falchi” come Dombrovskis, conosciuto per la sua rigidità e poca empatia nei confronti dei paesi del Sud Europa, rappresenta una sfida concreta per la gestione delle finanze pubbliche italiane.
Il Ruolo di Dombrovskis e il Risparmio Necessario
Nei prossimi sette anni, l’Italia sarà sottoposta a un rigoroso esame annuale da parte della Commissione Europea, guidata proprio da Dombrovskis, per assicurarsi che il deficit scenda al di sotto del 3%. Il centrodestra dovrà trovare risparmi per oltre tredici miliardi di euro ogni anno solo per ridurre il disavanzo. A questo si aggiunge il gravoso compito di affrontare il debito pubblico, un altro fronte dove la supervisione di Dombrovskis promette di essere particolarmente severa. La rigidità del commissario lettone, che ha già dimostrato di non comprendere le esigenze dei paesi del Sud Europa, preoccupa il governo italiano, che dovrà muoversi con grande cautela per evitare contraccolpi.
Le Tasse nelle Mani di Hoekstra: Un’Altra Minaccia
Un altro elemento di preoccupazione per l’Italia è la nomina dell’olandese Wopke Hoekstra a commissario per il Clima, con delega anche sulle questioni fiscali. Durante la pandemia, Hoekstra si è opposto strenuamente al Recovery Fund, rendendo chiaro il suo approccio conservatore e severo sulle questioni economiche. La sua posizione, combinata con quella di Dombrovskis, potrebbe rendere molto difficile per l’Italia ottenere margini di manovra fiscali o nuovi strumenti di debito comune. L’alleanza tra questi due commissari minaccia di complicare ulteriormente il percorso dell’Italia verso la stabilità finanziaria, lastricando di ostacoli il risanamento del bilancio.
La Questione dei Migranti e il Ruolo dell’Austriaco Brunner
Anche sul fronte dell’immigrazione, la nomina del commissario austriaco Magnus Brunner agli Affari interni pone nuove difficoltà per l’Italia. Nonostante l’apparente vicinanza politica tra il governo di Vienna e Palazzo Chigi, la linea intransigente di Brunner sui migranti non lascia molte speranze per una redistribuzione solidale degli arrivi. Il rischio è che, anche su questo tema cruciale per la destra italiana, il governo si trovi isolato e costretto a gestire autonomamente l’emergenza migratoria, senza il sostegno europeo che spesso ha invocato.
Le Deleghe Limitate di Fitto e le Sfide dell’Europarlamento
Nonostante la soddisfazione espressa dalla premier Giorgia Meloni per la nomina di Raffaele Fitto, il ruolo del commissario italiano appare limitato. Le deleghe assegnate a Fitto riguardano soprattutto fondi di coesione già allocati fino al 2028 e il Pnrr, che si concluderà nel 2026. Inoltre, il suo operato sarà supervisionato da Dombrovskis, riducendo ulteriormente lo spazio di manovra del nuovo commissario italiano. Fitto dovrà anche fronteggiare un’ampia opposizione interna all’Europarlamento, dove socialisti, liberali e verdi lo pressano affinché prenda le distanze dall’antieuropeismo di Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei.
Prospettive Incerte per l’Italia nei Prossimi Anni
Il prossimo quinquennio appare dunque pieno di incognite per l’Italia. Le sfide economiche legate al deficit, al debito e alla gestione del bilancio pubblico sono solo alcune delle questioni che il governo italiano dovrà affrontare con una supervisione strettissima da parte dell’Unione Europea. Nonostante la propaganda e le celebrazioni per la nomina di Fitto, la realtà è che le deleghe economiche assegnate all’Italia sono limitate e la supervisione di figure come Dombrovskis e Hoekstra lascia presagire un cammino irto di difficoltà per il governo Meloni.
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