Dopo l’attacco dall’Iran Israele prepara la controffensiva ed estende le operazioni in Libano

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicamente dichiarato che l’Iran ha commesso un grave errore e che pagherà per le sue azioni. Un’opzione probabile per la risposta israeliana potrebbe essere un attacco mirato ai centri nucleari iraniani

L’1  ottobre, l’Iran ha lanciato un massiccio attacco contro Israele, scagliando 180 missili balistici e ipersonici. Tel Aviv ha confermato che diverse basi militari sono state colpite. Teheran ha descritto l’azione come un atto di autodifesa, citando l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Secondo le dichiarazioni ufficiali, l’obiettivo dell’attacco era colpire esclusivamente siti militari coinvolti nei conflitti a Gaza e in Libano. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha giustificato l’attacco su X, definendolo una risposta agli atti di genocidio perpetrati in quelle aree.

Preparativi di Israele per la risposta

Di fronte a questo attacco, Israele sta preparando una controffensiva, focalizzandosi sui centri nucleari iraniani. L’aviazione israeliana ha già effettuato raid in Siria, mirati alle difese anti-missile, per agevolare un futuro attacco contro Teheran. Sul fronte libanese, l’IDF ha ampliato le operazioni, ordinando l’evacuazione di diversi villaggi al confine, e ingaggiando battaglie con Hezbollah. La 98ma divisione israeliana è attualmente impegnata in combattimenti ravvicinati con le forze di Hezbollah, conducendo anche attacchi aerei.

La reazione dell’Iran

Il ministro Araghchi ha dichiarato che l’Iran ha lanciato l’attacco solo dopo aver mostrato moderazione per circa due mesi, nel tentativo di favorire un cessate il fuoco a Gaza. Ha inoltre specificato che, a meno di ulteriori ritorsioni da parte di Israele, l’azione militare iraniana può considerarsi conclusa. Tuttavia, ha avvertito che una reazione israeliana porterebbe a una risposta ancora più intensa e devastante. A differenza di operazioni precedenti, questa volta l’Iran non ha preannunciato l’attacco, preceduto inoltre da un’offensiva informatica sui sistemi di difesa missilistica israeliana.

Israele e il supporto degli Stati Uniti

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicamente dichiarato che l’Iran ha commesso un grave errore e che pagherà per le sue azioni. Ha ribadito che Israele risponderà in maniera proporzionata a ogni attacco subito. Anche gli Stati Uniti hanno offerto il loro supporto, collaborando con Israele per abbattere parte dei missili iraniani. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano ha lasciato intendere che si stanno valutando le opzioni per un’eventuale risposta, compreso il possibile bombardamento delle infrastrutture nucleari iraniane.

Possibili raid sui centri nucleari iraniani

Un’opzione probabile per la risposta israeliana potrebbe essere un attacco mirato ai centri nucleari iraniani. Tuttavia, secondo fonti interne, il governo israeliano non ha fretta di agire, preferendo pianificare un attacco in grado di cogliere di sorpresa il nemico. Già dal 2009, esiste un piano per colpire i siti nucleari della Repubblica Islamica. L’aeronautica israeliana ha svolto esercitazioni per prepararsi a missioni a lungo raggio, con l’obiettivo di colpire obiettivi profondamente sotterrati grazie alle bombe bunker buster fornite dagli Stati Uniti.

Il contesto più ampio del conflitto

Le tensioni tra Israele e Hamas sono esplose il 7 ottobre 2023, quando il movimento islamico ha lanciato un attacco contro Israele. Poco dopo, Hezbollah ha aperto un secondo fronte dal Libano. La situazione è ulteriormente peggiorata con la morte di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, in un raid israeliano a Beirut. Israele ha intensificato le sue operazioni anche a seguito dell’assassinio del leader di Hamas, Ismaïl Haniyeh, avvenuto a Teheran il 31 luglio. In precedenza, ad aprile, l’Iran aveva lanciato un massiccio attacco missilistico contro Israele, la maggior parte dei cui missili furono intercettati.

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