di Carlo Longo
E’ inutile girarci intorno, tutte le economie mondiali stanno risentendo di tassi di inflazione sempre più elevati e il rischio di recessione assume sempre più dimensioni globali. E’ di oggi la notizia, divulgata dalla Bundesbank tedesca, nel bollettino mensile di agosto che in Germania il tasso di inflazione potrebbe raggiungere il 10%. “Un calo della crescita economica è sempre più probabile”, si legge nel bollettino che sottolinea come “lo sviluppo economico sia influenzato dagli sviluppi poco convenienti sul mercato del gas”.
Ma rivolgendo lo sguardo verso oriente la situazione non appare migliore. La banca centrale cinese, la People’s Bank of China, ha disposto il taglio di due dei tassi d’interesse di riferimento come misura a sostegno dell’economia a causa di un forte rallentamento della crisi immobiliare. La scelta, invero, è esattamente l’opposta di quello che accade a livello mondiale dove, invece, i tassi di interesse vengono alzati per sostenere i consumi interni.
I due tassi di interesse sono stati abbassati ai minimi storici, l’ Lpr (loan prime rate) ad un anno è stato ridotto dal 3,70% al 3,65% mentre quello a cinque anni per i mutui ipotecari è stato tagliato dal 4,45% al 4,3%. La misura dovrebbe servire per incoraggiare le banche a concedere più presiti a tassi più vantaggiosi. In questo modo la banca centrale cinese sta tentando di rilanciare la domanda intera.
Le difficoltà economiche cinesi comunque non attengono esclusivamente al mercato immobiliare, la produzione industriale ha raggiunto risultati inferiori a quelli attesi con una crescita del 3,8% annuo a fronte del 4,6% atteso. Risulta in crisi anche il settore della vendita al dettaglio in forte frenata sul +3,1% di giugno e sul +5% stimato alla vigilia.La disoccupazione nelle aree urbane – secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica – è scesa al 5,4% dal 5,5% di giugno, mentre la quota dei senza lavoro tra i 16 e i 24 anni è salita al 19,9%, dal 19,3% di giugno e dal 18,4% di maggio.
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