Giaacomo Passeri, 31 anni di Pescara, dal 23 agosto del 2023 rinchiuso neel tremendo carcere di Badr 1 sostiene che contro di lui siano state fabbricate false prove. La vicenda moonitorata dalle autorità diplomatich e dal Ministero degli Esteri
E’ stato condannato a 25 anni di carcere per traffico internazionale di droga l’italiano Giacomo Passeri, che secondo le autorità egiziane sarebbe stato trovato in possessoo di una consistente quantità di stupefacenti. L’udienza ha avuto luogo il 19 agosto al Cairo e ad essa ha assistito in qualità di osservatore il capo della Cancelleria Consolare dell’Ambasciata d’Italia, accompagnato da un interprete. In attesa della pubblicazione del dispositivo della sentenza, il legale ha informato l’Ambasciata dell’intenzione di presentare ricorso.
L’Ambasciata ha reso noto che – in stretto coordinamento con la Farnesina – sta continuando a seguire il caso con la massima attenzione, attraverso costanti contatti con l’avvocato di Passeri e ha richiesto alle competenti autorità egiziane di autorizzare una visita consolare in carcere con la massima urgenza, per prestare ogni necessaria assistenza.
Passeri, 31 anni, originario di Pescara si è sempre dichiarato innocente e un anno fa quando il 23 agosto 2023 venne arrestato si parlò di una piccola quantità di marijuana che gli era stata trovata addosso. “Chiediamo allo Stato, alla politica italiana di farlo tornare in Italia, di interessarsi almeno al caso attraverso la documentazione ufficiale rilasciata dalle autorità egiziane in mio possesso. Giacomo è ingiustamente trattenuto lì, si faccia qualcosa per riportarlo al più presto a casa”, è l’appello lanciato dal fratello Andrea che è convinto che contro Giacomo siano state fabbricate false prove. “Il nostro avvocato ritiene ancora adi poter dimostrare la sua innocenza, “Giacomo -ha riferito- era solo in mezzo a poliziotti egiziani quando è stato fermato. In un rapporto è stato scritto che avesse diverse quantità di droga. Ma questo è quello che dicono loro, non c’erano altri testimoni» il sospetto di Andrea è che contro il fratello siano state fabbricate false prove. «Il nostro avvocato è ancora convinto di poter dimostrare la sua innocenza, ora attendiamo le motivazioni della sentenza”. Andrea ha detto che in un anno l’ultimo contatto con Giacomo, detenuto nel carcere Badr 2, è avvenuto il giorno del suo arresto. Poi più niente, solo poche lettere in cui parla della sua innocenza e denuncia le pressioni dei poliziotti per fargli ammettere di essere colpevole.
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