di Corinna Pindaro
La sfida che attenderà il nuovo esecutivo sarà tutt’altro che semplice, al punto che mantenere le promesse elettorali -quali la riduzione delle tasse, la riforma delle pensioni e il taglio al cuneo fiscale- potrebbe rivelarsi estremamente difficile, almeno nei primi 100 giorni. Entro il 31 dicembre il governo dovrà reperire almeno 40 miliardi di euro, cinque dei quali saranno necessari per estendere fino a fine anno le misure contro il caro energia introdotte con il decreto Aiuti ter mentre gli altri 35 saranno necessari affinchè non decadano con l’inizio del nuovo anno alcuni importanti provvedimenti introdotti dall’ esecutivo di Mario Draghi. L’analisi perviene da uno studio effettuato dalla Cgia di Mestre (Venezia).
Occorre, poi, considerare che il nuovo esecutivo si troverà a fronteggiare numerose emergenze. Dovrà, ad esempio, pensare di incrementare gli interventi per fare fronte al caro energia. La Cgia stima che potrebbero essere “necessari ulteriori 35 miliardi per ridurre di almeno la metà i rincari che si sono abbattuti quest’anno su famiglie e imprese”.
Entro il 27 settembre “sarà il governo uscente a presentare la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), mentre spetterà al nuovo esecutivo redigere entro il 15 ottobre il Documento programmatico di bilancio (Dpb) ed entro il 20 ottobre il disegno di legge di bilancio. Scadenze, queste ultime due, che quasi certamente non potranno essere rispettate, visto che la prima seduta delle nuove Camere è stata fissata il 13 ottobre. Anche approvare in tempo la finanziaria 2023 non sarà facile: per legge il voto definitivo deve avvenire entro il 31 dicembre, altrimenti scatta l’esercizio provvisorio. Pertanto, i tempi a disposizione sono strettissimi e non sarà facile trovare le tutte le risorse per confermare anche per l’anno venturo molti provvedimenti introdotti dal governo Draghi”, si legge nella nota divulgata dall’ Associazione di Artigiani e Piccole Imprese veneta.
Nel dettaglio, spiega la Cgia si tratta di: “quasi 15 miliardi di euro per rinnovare nei primo trimestre le misure contro il caro energia previste dal decreto Aiuti ter; almeno 8,5 miliardi di euro per indicizzare le pensioni; almeno 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego; 4,5 miliardi di euro per lo sconto contributivo del 2 per cento a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro; 2 miliardi di euro di spese indifferibili”.
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