Energia, Cingolani: “In Italia il taglio previsto dall’Ue sarà del 7% dei consumi di gas e non del 15%”

di Emilia Morelli

Il nuovo piano di emergenza dell’Unione Europea che prevede che ogni Paese tagli il 15% del consumo di gas tiene però conto dei programmi di risparmio precedenti. Pertanto, in Italia il taglio è del 7% dal 1 agosto al 31 marzo, si tratterà di risparmiare circa 4 miliardi di metri cubi l’anno. Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, dopo il vertice di Bruxelles in cui si è siglato l’accordo per il risparmio congiunto del consumo di gas ha spiegato: “Il nuovo regolamento europeo ha valutato le differenze di energy mix e di interconnessione: differenza tra stoccaggi programmati e stoccaggi reali; riduzione dell’imponibile su cui calcolare il 15%, nel caso di Paesi che esportino meno del 50%; cessione di gas, possibile solo se non pregiudica la produzione di elettricità”. Nel medio termine, ha proseguito il titolare della Transizione energetica, tra il 2023 e il 2024 gli obiettivi sono “la diversificazione degli approvvigionamenti, parte gas e parte gnl, la predisposizione di nuovi rigassificatori galleggianti, l’accelerazione sulle rinnovabili, insieme alle misure di risparmio energetico”.

Per quanto riguarda la decarbonizzazione e la conseguente dismissione delle centrali Cingolani ha affermato: “Resteranno aperte un anno ancora, al massimo due, per avere un risparmio di due miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale. Certamente farà un po’ di danno ambientale ma sarà compensato dalla crescita molto più veloce delle rinnovabili”.

In relazione agli stoccaggi di gas il ministro ha parlato di un “forte recupero”, al momento sono al 71,1% e l’obiettivo è raggiungere il 90% ad ottobre. Sul capitolo rigassificatori, il ministro Cingolani ha spiegato: “Manderemo al 100% di capacità i rigassificatori che abbiamo ma questo ci porterà altri 3/4 miliardi di metri cubi. Ci servono due rigassificatori nuovi” ha affermato Cingolani aggiungendo che “non possono essere messi a Sud per via di una strettoia a Sulmona e allora sono da mettere al Nord, uno sul Tirreno e uno sull’Adriatico. Un giorno andranno via, saranno strutture galleggianti ormeggiate dove c’è il tubo a cui si possono collegare. Una è prevista a Piombino e l’altra a Ravenna. Piombino è quella che sarà pronta prima, perchè ci sono tutte le condizioni tecniche per allacciarsi in sicurezza. Per Ravenna serve invece un raccordo quindi ci sarà bisogno di un anno in più ma è fondamentale che tra il primo trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024 inizino a rigassificare”.

Ovviamente, tutto questo non può prescindere dall’incremento delle rinnovabili anche al fine di raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione al 55% entro il 2030.  “L’accelerazione dello sviluppo delle fonti rinnovabili  è un fattore importante perché consente di ridurre la domanda complessiva di gas nella misura di circa 2 miliardi di metri cubi ogni circa 10TWh installati”, ha evidenziato il ministro.

Nel complesso, a proposito della politica energetica italiana Roberto Cingolani ha concluso affermando che “le nuove forniture di gas richiederanno tempo per andare progressivamente a regime. Tuttavia nel breve termine (2022 e 2023) la riduzione dell’offerta dalla Russia è compensata dalle nuove forniture algerine e non c’è necessità di misure di contenimento drastico della domanda da parte del settore industriale. Superato l’inverno 2022-2023, che è il più critico, si potrà procedere agli stoccaggi meglio di quanto stiamo facendo in questo momento”.

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