
di Emilia Morelli
“Putin sta dimostrando che è disposto a porre fine alla guerra in Ucraina il prima possibile”, queste le parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che giunto a New York per il vertice Onu, dopo il vertice asiatico a Samarcanda, ha rilasciato un intervista all’americana Pbs. “In Uzbekistan mi sono incontrato con il presidente Putin e abbiamo avuto discussioni molto approfondite con lui. E mi sta dimostrando che è disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile. Questa è stata la mia impressione, perché il modo in cui si stanno svolgendo le cose ora è piuttosto problematico; 200 ostaggi saranno scambiati in seguito a un accordo tra le parti. Penso che si farà un passo avanti significativo”. Ma Erdogan ha anche detto che le terre occupate da Mosca dovrebbero essere restituite a Kiev: “Se in Ucraina si stabilirà una pace, ovviamente la restituzione delle terre che sono state invase diventerà molto importante. Putin ha fatto alcuni passi. Noi abbiamo fatto alcuni passi. Le terre invase saranno restituite all’Ucraina”. Infine, sulla Crimea: “È dal 2014 che ne parliamo con il mio caro amico Putin e questo è ciò che gli abbiamo chiesto. Purtroppo non è stato fatto alcun passo avanti”.
Erdogan, così, continua ad assurgere al ruolo di mediatore per la fine del conflitto in Ucraina. Il sultano turco, comunque, ha ribadito che Ankara non è disposta a togliere il veto all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia se i due Paesi non estraderanno, come promesso, i sospetti terroristi di cui la Turchia chiede la consegna. “Se questi Paesi intraprenderanno una vera lotta al terrorismo allora avranno tutto il supporto della Turchia. L’ultima decisione spetta al nostro Parlamento. Se continuano a dare sostegno a terroristi non possono entrare nella Nato che il terrorismo lo combatte, non lo sostiene”, ha affermato il presidente turco.
I rapporti con gli Stati Uniti, inoltre, sono stati definiti “non idiallici”, a causa della questione legata all’intesa per modernizzare la flotta dei Jet F16 di Ankara. Nel dettaglio, l’intesa prevede la vendita di 40 jet F16 e kit di modernizzazione per 79 aerei. Sull’accordo è intervenuta la Camera dei Rappresentati Usa che ha bloccato il trasferimento tanto che il presidente Usa, Joe Biden, ha dichiarato espressamente che “la vendita è interesse degli Stati Uniti” e “negli ultimi centoventi giorni la Turchia non ha violato la sovranità della Grecia”. Il commento di Erdogan sul punto lascia poco spazio ad interpretazioni: “Gli Stati Uniti stanno commettendo un errore, siamo un Paese alleato e invece prendono decisioni politiche nei nostri confronti”.
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