Flotta russa nel Mar Mediterraneo, è la risposta alle navi Usa inviate per la crisi in Medio Oriente

La  fregata Gorshkov è stata avvistata recentemente mentre pattugliava le acque intorno a Cipro, presumibilmente per monitorare l’attività della task force americana posizionata in quell’area come deterrente contro possibili rappresaglie da parte di Hezbollah contro Israele

La presenza militare russa nel Mediterraneo si sta intensificando in risposta allo schieramento delle forze navali statunitensi legate alla crisi mediorientale. Recentemente, la fregata russa Neustrashimy, accompagnata dal rifornitore Yelnya, ha attraversato lo stretto di Gibilterra e si sta dirigendo verso il Canale di Sicilia. Queste navi sono di ritorno da una missione a L’Avana, dove hanno condotto esercitazioni con la marina cubana.

La Neustrashimy, una fregata lunga 129 metri e pesantemente armata, è stata costruita come cacciatorpediniere alla fine dell’Unione Sovietica e ha subito un ampio aggiornamento tecnologico, rientrando in servizio nel 2022. È specializzata nella lotta ai sottomarini e dispone di un vasto arsenale, tra cui missili cruise e antiaerei, razzi antisommergibile, siluri, un cannone da 100 mm e mitragliatrici a canne rotanti. Inoltre, è dotata di sistemi avanzati di guerra elettronica e imbarca un elicottero per la localizzazione di sottomarini.

Con l’arrivo della Neustrashimy, la flotta russa nel Mediterraneo, basata nel porto siriano di Tartus, ora include tre fregate, una corvetta e un sottomarino della classe Kilo. L’unità più moderna è la fregata Gorshkov, equipaggiata con missili ipersonici Zirkon, progettati per penetrare le difese delle portaerei statunitensi. La Gorshkov è stata avvistata recentemente mentre pattugliava le acque intorno a Cipro, presumibilmente per monitorare l’attività della task force americana posizionata in quell’area come deterrente contro possibili rappresaglie da parte di Hezbollah contro Israele.

Oltre a confrontarsi con le navi della NATO, le unità russe sono ora principalmente impegnate nella scorta di petroliere e mercantili carichi di equipaggiamenti militari destinati ai loro alleati, come il regime siriano e le milizie libiche di Haftar, proteggendoli da possibili sequestri o attacchi.

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