Le principali forze di sinistra, come gli ecologisti, il Partito comunista e il Nuovo Fronte Popolare, hanno ufficialmente aderito alle manifestazioni, supportati da sindacati e associazioni civiche
Il fine settimana in Francia si preannuncia turbolento, con circa 150 manifestazioni organizzate in tutto il Paese da gruppi studenteschi. Le proteste sono dirette contro la decisione del presidente Emmanuel Macron di nominare Michel Barnier come nuovo primo ministro. Questa scelta ha scatenato malcontento, soprattutto tra i partiti di sinistra e alcune organizzazioni giovanili, che considerano la nomina un “colpo di mano”.
Barnier, in un’intervista su TF1, ha dichiarato: “So che la situazione politica è complessa, ma è tempo che tutti si impegnino. E io farò la mia parte”, esprimendo così la sua intenzione di affrontare la sfida politica che gli è stata affidata.
Le critiche dell’opposizione
Le principali forze di sinistra, come gli ecologisti, il Partito comunista e il Nuovo Fronte Popolare, hanno ufficialmente aderito alle manifestazioni, supportati da sindacati e associazioni civiche. La decisione di Macron di affidare l’incarico a Barnier è stata criticata anche dai leader di La France Insoumise (LFI), che hanno definito la mossa una “doppia negazione del risultato elettorale”. Manuel Bompard, coordinatore del partito, ha affermato su X (ex Twitter) che “mentre il Nuovo Fronte Popolare è arrivato primo alle elezioni, il partito di Barnier ha ottenuto solo il 6,5% dei voti”, evidenziando l’incompatibilità tra il voto popolare e la scelta presidenziale.
Sostegno parziale dai socialisti e sondaggi contrari a Macron
Sebbene il Partito socialista non abbia dato un sostegno ufficiale alle manifestazioni, alcune sezioni locali del partito hanno annunciato la loro partecipazione. La portavoce dell’Unione studentesca, Eleonore Schmitt, ha confermato che i socialisti prenderanno parte alle proteste in diverse città. Intanto, un sondaggio pubblicato da Le Figaro rivela che il 74% dei francesi ritiene che Macron abbia ignorato il risultato delle elezioni nel nominare Barnier, un segnale di crescente distacco tra il presidente e l’elettorato.
Il contesto politico e le consultazioni di Barnier
Barnier, ex negoziatore per la Brexit, ha assunto ufficialmente il ruolo di primo ministro dopo il passaggio di consegne con Gabriel Attal, ex premier dimissionario. Attal, ora leader dei deputati del partito di Macron in Parlamento, ha dichiarato che “non ci sarà né blocco né appoggio incondizionato” al nuovo governo, lasciando aperte le porte a compromessi con altre forze politiche.
Barnier, che ha già iniziato i colloqui con vari esponenti della politica francese, ha insistito sul fatto che il suo governo non sarà esclusivamente di destra. Ha annunciato che includerà anche figure di sinistra e indipendenti, dimostrando l’intenzione di aprire un dialogo con tutti i gruppi politici, pur mantenendo le distanze dal Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen.
Le richieste del Rassemblement National
Nonostante le dichiarazioni di Barnier, il Rassemblement National ha assunto una posizione di vigilanza nei confronti del nuovo governo. Il leader del partito, Jordan Bardella, ha affermato che Barnier dovrà tenere in considerazione le tematiche care al RN, aggiungendo che il nuovo primo ministro sarà “sotto sorveglianza”. Il RN, con i suoi 126 deputati, potrebbe giocare un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio parlamentare, soprattutto se decidesse di sostenere il governo o di astenersi in caso di voto di sfiducia.
Il percorso di Barnier tra sanità e alleanze politiche
Nel frattempo, Barnier prosegue con le sue attività istituzionali, scegliendo di concentrarsi inizialmente sulla sanità. Nel pomeriggio visiterà l’ospedale Necker di Parigi, dove incontrerà il personale sanitario per discutere delle problematiche del settore. Durante la sua prima apparizione pubblica da premier, Barnier ha sottolineato l’importanza dei servizi pubblici e la sua volontà di ascoltare e mediare tra le varie parti in causa.
Il nuovo primo ministro ha inoltre nominato Jérôme Fournel come capo del suo gabinetto, una scelta che segna una certa continuità con l’amministrazione precedente. Fournel, infatti, ha lavorato a stretto contatto con Bruno Le Maire e ricoprirà un ruolo chiave nei negoziati sul bilancio con l’Unione Europea.