In un momento di crisi sempre più grave, l’Onu esorta la comunità internazionale a intervenire a Gaza. Nonostante i tentativi di risoluzione si prevede resistenza, principalmente dagli Stati Uniti
di Corinna Pindaro
Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha espresso la necessità di un intervento immediato nel conflitto a Gaza, chiedendo un cessate il fuoco umanitario e la consegna di aiuti salvavita. Nonostante il probabile veto degli Stati Uniti, le sue parole riflettono la percezione diffusa dell’aggressione a Gaza da parte di Israele e il sostegno statunitense, seppur non incondizionato, alla causa israeliana.
Guterres ha dichiarato la gravità della situazione attuale e l’urgente necessità di intervento, descrivendo l’accumulo di problemi umanitari e il rischio imminente di un collasso totale del sistema di supporto umanitario in Gaza. La conseguenza di una tale crisi avrebbe un impatto disastroso sulla stabilità complessiva della regione, con potenziali ripercussioni nella sicurezza globale.
Nel seguito del discorso di Guterres, il governo di Abu Dhabi ha proposto una bozza di risoluzione chiedendo un cessate il fuoco umanitario immediato, la protezione dei civili e la consegna immediata di aiuti umanitari. Nonostante ciò, ci si aspetta che gli Stati Uniti bloccheranno qualsiasi nuova risoluzione, insistendo sull’importanza della protezione dei civili ma sostenendo gli obiettivi militari israeliani contro Hamas.
Questo potrebbe essere il quinto rifiuto del Consiglio di Sicurezza a risoluzioni riguardanti Gaza da quando Israele ha iniziato la sua campagna militare. Ma mai come questa volta l’appello per un cessate il fuoco è stato così energico e sostenuto dal segretario generale. Al di là delle parole, la situazione a Gaza sta rapidamente raggiungendo un punto critico, con il disprezzo sistematico per il diritto umanitario internazionale che rappresenta una minaccia alla coscienza umana globale.
Nonostante l’appello di Guterres, l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan ha ribadito che la pace a Gaza non sarà raggiunta attraverso un cessate il fuoco, ma attraverso l’eliminazione di Hamas. Secondo Erdan, solo la pressione militare su Hamas potrebbe garantire la liberazione degli ostaggi e Hamas sarebbe unico responsabile dell’attuale crisi umanitaria.
Con il recente termine della tregua, Israele ha esercitato il suo obiettivo di “eliminare Hamas” con un’operazione militare che si estende ormai a tutta la Striscia. Questo obiettivo viene perseguito con una risoluta strategia d’immagine, come mostrano le foto di numerosi combattenti di Hamas in ginocchio, sottomessi alle forze israeliane nel nord.
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