Gaza, le famiglie degli ostaggi mostrano un filmato: le donne sono state violentate e ora sono incinte

Il video mostra un tunnel buio, accompagnato dal pianto di un neonato in sottofondo, e una foto di una donna incinta con la didascalia “sono passati più di 9 mesi”

Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani ha diffuso un video scioccante, sebbene le autorità ne abbiano vietato la diffusione completa. Nel filmato, mostrato da Channel 12, si vede il volto di una donna rapita seguito dal pianto di un bambino, suggerendo implicitamente che le donne sequestrate siano state violentate e siano rimaste incinte durante la prigionia. Il video mostra un tunnel buio, accompagnato dal pianto di un neonato in sottofondo, e una foto di una donna incinta con la didascalia “sono passati più di 9 mesi”. Solo alcune sequenze del video sono state approvate per la visione pubblica, lasciando intendere gli orrori subiti dalle prigioniere, risultati di stupri perpetrati durante la guerra.

Questo video è l’ultimo tentativo da parte dei familiari dei rapiti di sfidare apertamente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In una dichiarazione carica di rabbia e frustrazione, i familiari hanno affermato che ogni cittadino israeliano dovrebbe essere consapevole che, se sequestrato, il premier farebbe di tutto per mantenere il proprio potere, anche a costo di lasciarlo morire nei tunnel di Hamas. La loro protesta si inserisce in un contesto di crescente tensione e critica nei confronti del governo.

A maggio, un altro video aveva fatto scalpore, mostrando cinque soldatesse rapite dalla base di Nahal Oz. Quel filmato aveva rivelato che i terroristi di Hamas si riferiscono alle donne come “Sabaya”, termine che si traduce in “schiave del sesso”. Gli ostaggi liberati nell’ambito dell’accordo di novembre avevano confermato che le donne prigioniere erano state oggetto di abusi sessuali da parte dei loro rapitori. Lo stupro come arma di guerra è una tragica realtà, e questo video porta ancora una volta alla luce la brutalità e il terrore inflitti alle vittime nei conflitti.

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