Antony Blinken, il segretario di Stato degli Stati Uniti, si trova nuovamente in Israele, in quella che è la sua nona visita nel paese dall’inizio della crisi, con l’obiettivo di accelerare i negoziati
La ricerca di un cessate il fuoco a Gaza continua a essere estremamente complessa, con molteplici ostacoli che impediscono un accordo definitivo. Nonostante i ripetuti tentativi diplomatici, l’atteso accordo, previsto per metà agosto a Doha, non si è concretizzato, lasciando i negoziati in una fase critica. Antony Blinken, il segretario di Stato degli Stati Uniti, si trova nuovamente in Israele, in quella che è la sua nona visita nel paese dall’inizio della crisi, con l’obiettivo di accelerare i negoziati. Blinken ha sottolineato che i colloqui, ripresi di recente in Qatar, potrebbero rappresentare l’ultima opportunità per ottenere il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco e per avviare un percorso verso una pace e una sicurezza durature. Dopo aver incontrato il presidente israeliano Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu, Blinken ha ribadito l’importanza di non far deragliare questi sforzi negoziali. Netanyahu, in una nota successiva all’incontro, ha definito i colloqui positivi e ha espresso il suo sostegno alla proposta di tregua attualmente in discussione, insistendo sulla necessità di tener conto delle esigenze di sicurezza di Israele.
Tuttavia, mentre Netanyahu sembra più aperto a una tregua, Hamas mantiene una posizione di forte scetticismo. Il portavoce dell’ufficio politico di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ha dichiarato che non c’è stato alcun progresso nei colloqui per il cessate il fuoco, affermando che la nuova proposta rappresenta un passo indietro rispetto a quella americana del 2 luglio, che Hamas aveva accettato solo dopo aver ricevuto garanzie dai mediatori e dagli Stati Uniti. Parallelamente, Hamas ha rivendicato un fallito attentato suicida a Tel Aviv, avvenuto la sera precedente, in cui un uomo si è fatto esplodere senza riuscire a causare vittime al di fuori di sé stesso. L’attentatore, un cinquantenne proveniente da Nablus in Cisgiordania, avrebbe agito in collaborazione con la Jihad islamica. Hamas ha inoltre minacciato ulteriori attentati suicidi in risposta agli attacchi israeliani a Gaza, evocando i sanguinosi attacchi della Seconda Intifada.
Tra i principali punti di discussione nei negoziati, mediati da Egitto e Qatar, vi è il futuro del “corridoio Filadelfia”, una striscia di terra strategica che separa Gaza dall’Egitto. I negoziatori stanno esercitando pressioni su Israele affinché acconsenta a un ritiro, almeno graduale, delle sue forze dalla zona di confine meridionale. Secondo quanto riportato dalla televisione israeliana Kan, Netanyahu avrebbe mostrato apertura a un ritiro progressivo, mentre Hamas continua a chiedere un ritiro immediato delle forze israeliane. Nel frattempo, a Gaza, la situazione rimane drammatica. Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, sarebbero 40.139 le persone uccise dall’inizio del conflitto, con altre 92.743 ferite nello stesso periodo. Un nuovo round di negoziati dovrebbe tenersi nei prossimi giorni al Cairo, ma le possibilità di un accordo rimangono incerte, con entrambe le parti ferme sulle proprie posizioni.