Giornata mondiale dei vegetariani: in Italia sono il 7,2%

Il trend – come sottolineato dal Rapporto Coop 2024 – è trainato dai giovani: nell’ultimo anno, l’82% dei 17-35enni sostiene di aver adottato – o di avere intenzione di adottare – una dieta prevalentemente vegetale

Il primo ottobre di ogni anno si celebra il World Vegetarian Day, una giornata interamente dedicata al vegetarianismo che venne istituita nel 1977 dalla North American Vegetarian Society. Si tratta di una ricorrenza che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici di una dieta basata prevalentemente su alimenti vegetali. Si diventa vegetariani per motivi diversi ma, che si tratti di una scelta etica, ecologica o salutistica, il vegetarianismo è diventato una pratica sempre più diffusa in tutto il mondo, Italia compresa.

IL 7,2% DEGLI ITALIANI SI DICHIARA VEGETARIANO, DATO IN CRESCITA RISPETTO AL 2023

Stando ai dati emersi dal Rapporto Italia 2024 di Eurispes, il 7,2% degli italiani si dichiara vegetariano, un dato in forte crescita rispetto al 2023, quando era il 4,2%. Una trasformazione nelle abitudini alimentari che, più in generale, si traduce anche in un aumento del consumo di proteine vegetali, senza rinunciare a quelle animali. Sono i giovani, in particolare, a trainare il trend: nell’ultimo anno, l’82% dei 17-35enni sostiene di aver adottato – o di avere intenzione di adottare – una dieta prevalentemente vegetale. Il cambiamento in questo modo coinvolge anche il carrello della spesa, come conferma il crescente apprezzamento per i prodotti a base vegetale che oltre 4 under 35 su 10 (40,4%) dichiarano di scegliere per diversificare la dieta.

LE MOTIVAZIONI

Tra le motivazioni alla base di questa scelta c’è soprattutto il minore impatto ambientale, determinante per il 66,5%  dei vegetariani. A raccontare il rapporto degli italiani con la dieta vegetariana è il Gruppo prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food in occasione della Giornata Mondiale dei Vegetariani che si celebra oggi. ““A partire dalla tavola, si guarda sempre di più a scelte in grado di impattare sia sulla salute personale sia sulla salvaguardia del Pianeta. Anche secondo le massime autorità internazionali (Fao e Oms), il passaggio a una dieta basata di più sui vegetali ridurrebbe non solo il rischio di malattie potenzialmente letali, ma anche l’impatto ambientale dell’intero sistema alimentare”, spiega Sonia Malaspina, presidente del Gruppo prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food.

L’IMPATTO POSITIVO SUL CLIMA

Una dieta a base vegetale può contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Facciamo un esempio: consumare una porzione di tofu 1-2 volte a settimana genera solo 12 kg di CO2 all’anno, molto meno rispetto alle emissioni prodotte da altre fonti alimentari di origine animale. Inoltre se una dieta di questo tipo venisse adottata a livello globale questo avrebbe ricadute positive anche sulla perdita di biodiversità che si potrebbe ridurre dal 5% fino al 46%. In Italia questo avrebbe ripercussioni positive sulle emissioni di gas serra e sul risparmio idrico: si produrrebbero gas serra equivalenti a 106 Mt CO2eq, anziché 187; verrebbero utilizzati terreni coltivati pari a 15mila campi di calcio, anziché 20mila; l’acqua consumata sarebbe pari a 17 km³, anziché 26, con un risparmio idrico equivalente a 3 milioni e 600mila piscine olimpioniche.

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