Giulio Bensasson è il vincitore del Talent Prize 2023. Ecco i finalisti e i Premi Speciali della XVIesima edizione

In conferenza stampa sono stati proclamati i vincitori del Talent Prize 2023 che il 26 ottobre saranno in mostra al Mattatoio di Roma

Si è svolta il 19 settembre al Goethe-Institut di Roma la conferenza stampa della XVIesima edizione del Talent Prize 2023, il concorso ideato da Guido Talarico, editore e direttore di Inside Art, promosso da Inside Art e realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale.

Il primo premio è stato conferito all’artista Giulio Bensasson, che si aggiudica un riconoscimento dal valore di 10 mila euro (5mila in denaro e 5mila in promozione).

La conferenza stampa è stata inaugurata dai saluti del Direttore del Goethe-Institut, Joachim Bernauer. Tra i relatori: Teresa Emanuele, tra i nuovi membri della giuria di quest’anno, Guido Talarico e l’artista Aldo Runfola che inaugura proprio oggi la mostra The Last Wall nelle sale del Goethe-Institut, in un percorso espositivo in collaborazione con Inside Art. Modera Fabrizia Carabelli, managing editor di Inside Art.

«La sedicesima edizione del Talent Prize dimostra ogni anno di più la ricchezza e la qualità della produzione artistica delle nuove generazioni», ha dichiarato l’editore e direttore di Inside Art Guido Talarico. «La mostra dei finalisti poi coinciderà con l’inizio delle celebrazioni per i 20 anni di Inside Art. Un’occasione che festeggeremo anche con la presenza all’evento al Mattatoio di Roma di un’opera del maestro Emilio Isgrò, che così ha voluto accompagnare il nostro lavoro e quello del vincitore e dei 9 finalisti».

photo Simone Zivillica

IL VINCITORE

Giulio Bensasson, l’artista più votato dalla giuria, è stato premiato con l’opera Come funghi.

Giulio Bensasson (Roma, 1990) vive e lavora a Roma, dove ha a conseguito il diploma in Pittura e il diploma specialistico in Scultura e nuove tecnologie applicate allo spazio all’Accademia di Belle Arti. La sua pratica artistica si sviluppa principalmente attraverso il linguaggio scultoreo e l’installazione. Tra i soggetti al centro del lavoro, il tempo è elemento primario presente in molte sue opere, materiale espressivo attraverso il quale indaga il trasformarsi della materia e i processi aleatori che vi si manifestano.

Come funghi è un’installazione composta da un numero variabile di sculture, create attraverso la tecnica del calco, che si rifanno alle forme dei funghi lignicoli ma con la consistenza, il colore e il materiale stesso dei sex toys. Il fungo si nutre della materia organica decomponendola, trasformandola, e infine generando corpi fruttiferi dalle forme sorprendenti. Queste strutture sembrano essere rappresentazioni scultoree della decomposizione ma, invece di richiamare la morte e il deperimento da cui sono generati, restituiscono allo sguardo stupore e meraviglia, dando forma al potere rigenerativo della natura. Attraverso l’utilizzo della gomma siliconica rosa, la forma organica del fungo si trasforma in una presenza buffa e inquietante al contempo. «Come funghi – spiega l’artista – è un monito visivo che ci ricorda la nostra precarietà, ma è anche un auspicio mosso dalla speranza di poter apprendere dai funghi come generare bellezza dal marciume».

Le opere dei partecipanti sono state votate dalla giuria composta da riconosciute personalità del mondo dell’arte contemporanea: Peter Benson Miller (Quadriennale di Roma), Gianluca Marziani (curatore e critico) Roberta Tenconi (Pirelli HangarBicocca), Costantino D’Orazio (storico dell’arte), Federica Pirani (Storica dell’arte contemporanea), Chiara Parisi, (Direttrice Centre Pompidou, Metz), Ludovico Pratesi (Critico d’arte), Marcello Smarrelli (Fondazione Ermanno Casoli), Anna Mattirolo (Scuderie del Quirinale),  Luca Lo Pinto (Museo Macro) Renata Cristina Mazzantini (Quirinale Contemporaneo), Teresa Emanuele (curatrice e fotografa) e Guido Talarico (presidente della Giuria ed editore e direttore di Inside Art).

Giulio Bensasson e Guido Talarico, photo Simone Zivillica

I FINALISTI

La giuria ha anche selezionato i nomi dei nove finalisti: il collettivo Vaste Programme con Calentamiento, Yuxiang Wang con VacavaTommaso Spazzini Villa con Autoritratti [Odissea], Itamar Gov con Il Mausoleo dei Cedri Rifiutati, Axel Gouala con Falaise, Gianluca Brando con Quiete, Marco Rossetti con Slander, Camilla Alberti con Bizarre Remains. Remain 2 e Daniele Di Girolamo con Beautiful things fading away (conversation). Tra questi finalisti, si è voluto individuare un secondo e terzo classificato, come segno di riconoscimento di una ricerca convincente e prospettica. Si tratta del collettivo Vaste Programme, conquistatosi il secondo posto ex aequo con l’opera di Yuxiang Wang. Con Calentamiento, Vaste Programme ha voluto proporre un progetto installativo e sonoro nato durante una residenza artistica in Sicilia. Al centro dell’opera c’è il tema del cambiamento climatico e il conseguente insorgere di incendi. L’opera Vacava di Yuxiang Wang, invece, è la riproduzione di un’operazione presentata in mostra a Vacone nel 2022. Il pendolo di un orologio, immerso in acqua, rallenta il suo andamento e quello delle lancette, provocando un metaforico “furto del tempo”. Terzo classificato è Tommaso Spazzini Villa che con Autoritratti [Odissea] presenta il video di una toccante rilettura delle pagine dell’Odissea che ha coinvolto quattrocento detenuti di diverse carceri italiane.

MENZIONE SPECIALE

Eccezionalmente quest’anno è stata riconosciuta dalla giuria anche una menzione speciale per il lavoro fotografico di Diego Randazzo dal titolo FLAT / Perché un algoritmo elimina l’uomo da una stanza piena di solitudine?, una ricerca incentrata sul problema delle autorialità delle immagini e sugli inciampi generativi dell’Intelligenza Artificiale.

I PREMI SPECIALI

Come per ogni edizione, si aggiungono al vincitore e ai finalisti anche i premi speciali, conferiti dai principali sostenitori del concorso.

Il Premio Speciale UTOPIA, società di Public Affairs & Corporate Communication, è stato assegnato a un artista compreso nella selezione dei finalisti, Itamar Gov con Il Mausoleo dei Cedri Rifiutati. L’opera, presentata per la prima volta nella Chiesetta Gotica di Squillace, parte dalla narrazione del viaggio che ogni anno decine di Rabbini compiono in Calabria alla ricerca del cedro perfetto (che ha un valore simbolico nella festività ebraica del Sukkot) per spostare l’attenzione sui cedri rifiutati, attraverso fotografie e un’installazione dei cedri stessi.

Il Premio Speciale INSIDE ART se lo aggiudica Luca Marcelli Pitzalis per il lavoro The flag on the highest tower, una bandiera con la scritta “mom, can I come home?”, un’intima dichiarazione di sconfitta, simbolo di disperazione ma anche di speranza. Il ritorno a casa dai genitori, la sottrazione da un sistema produttivo opprimente e violento, ossessionato dalla crescita e dal successo, è un racconto che si può estendere a un’intera generazione. Sul retro della bandiera si leggono ricordi e citazioni di autori che lasciano intravedere, oltre il fallimento, promesse di un futuro positivo.

Sono stati comunicati anche i premi speciali assegnati dal main sponsor del premio, la Fondazione Cultura e Arte: il Premio Speciale Fondazione Cultura e Arte/Sezione Internazionale va a Axel Gouala con Falaise è un opera “site specific” che raffigura allo stesso tempo una scultura e una costruzione in rovina. L’opera rimanda a diverse architetture e alle rappresentazioni del paesaggio romantiche così come alla dimensione di un viaggio espanso, dal Mediterraneo alle montagne del Sichuan; il Premio Speciale Fondazione Cultura e Arte/Sezione Emergenti se lo aggiudica Yuxiang Wang con Vacava, una scultura che riproduce un progetto realizzato dall’artista a Vacone nel 2022, in cui aveva rallentato il tempo dell’intera città. Il pendolo dell’orologio, infatti, viene immerso nell’acqua che, facendo resistenza, lo fa oscillare più lentamente. Un lavoro poetico sul tempo e sul fallimentare tentativo di rallentarlo. Infine il Premio Speciale Emmanuele F.M. Emanuele va a Tommaso Spazzini Villa con l’opera Autoritratti [Odissea], una narrazione video che ricompone l’Odissea sulla base delle parole evidenziate da 400 detenuti di diverse carceri ai quali è stato chiesto di generare una riflessione personale sul testo del poema.

Al vincitore, ai finalisti e ai premi speciali sarà dedicata la mostra che inaugurerà il 26 ottobre al MATTATOIO di Roma. A loro verrà anche riservato un approfondimento sul magazine Inside Art, in uscita nel mese di ottobre.