Goi. A quasi 8 mesi dal voto il tribunale di Roma sospende i vertici della massoneria, che presentano reclamo

Per il giudice il tagliando antifrode sulle schede elettorali del Goi simile a quello introdotto con la legge 3 novembre 2017 nel nostro ordinamento o c’è o non c’è fa lo stesso

 

Si riaccende la battaglia in seno al Grande Oriente d’Italia, che non riesce a trovare pace dal voto che si è tenuto quasi otto mesi fa e in seguito al quale il 6 aprile scorso l’assemblea dell’istituzione massonica riunita  a Rimini ha proclamato per decreto suo massimo vertice l’imprenditore calabrese Antonio Seminario insediandolo come Gran Maestro alla guida di un esecutivo composto da Sandro Cosmai, Giuseppe Trumbatore, Sergio Monticone, Raffaele Sechi, Marco Vignoni ed Andrea Mazzotta.

A rimettere tutto in discussione è ora arrivata l’ordinanza di un tribunale civile, quello di Roma, emessa il 25 ottobre. Ordinanza che ha sospeso l’efficacia dell’installazione dell’attuale esecutivo del Goi. Il giudice Maurizio Manzi ha infatti accolto il ricorso, presentato da 12 esponenti della fazione avversa a Seminario, sostenitrice di Leo Taroni, immobiliarista romagnolo, contro le delibere della Commissione elettorale nazionale interna del Grande Oriente d’Italia, che nel riconteggio delle schede ne ha considerato nulle 245 poiché da esse non risultava essere stato rimosso il cosiddetto tagliando antifrode. Tagliando che il Goi, sulla scia della legge 3 novembre del 2017 dell’ordinamento italiano, diligentemente, aveva provveduto a introdurre nel suo sistema elettorale.

“Non è previsto in alcuna delle disposizioni costitutive ed ordinamentali del Goi che la mancata rimozione del talloncino antifrode, apposto sulla scheda elettorale, sia motivo di invalidazione del voto espresso, non soccorrendo a tal fine le indicazioni contenute in circolari di natura interpretativa”, ha sentenziato il giudice nella sua ordinanza che, comunque,  al di là della fattispecie stessa della querelle, degli schieramenti in seno all’associazione e dell’esultanza di chi ha avuto per ora la meglio, rischia di far precipitare l’immagine della massoneria, che in questi anni era fortemente migliorata, al livello dei tempi più bui del dopo P2. Cosa accadrà infatti in attesa che ci sia la sentenza di merito?

Mentre si accavallano le ipotesi, il Goi ha diffuso in serata una nota sul suo sito in cui annuncia che “provvederà all’adozione degli atti conseguenti ai fini della esatta esecuzione del provvedimento cautelare in conformità alla legge, fatti salvi gli esiti del proponendo reclamo”.

 

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