Il Csm ha sospeso Rossana Natoli: “La procura di Roma ha commesso un abuso d’ufficio”

Le accuse contestate dai pm capitolini sarebbero quelle di rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio

Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha deciso di sospendere la consigliera Rosanna Natoli con un voto a maggioranza. La delibera, che ha visto 22 voti favorevoli, 6 contrari e 2 schede nulle, è stata presa a seguito di una controversa vicenda che coinvolge un incontro tra la Natoli e la giudice di Catania, Maria Fascetto Sivillo.

L’incontro con la giudice Fascetto Sivillo

Natoli era stata registrata durante un suo incontro con la magistrata Maria Fascetto Sivillo, sotto procedimento disciplinare dopo essere stata condannata in primo grado per aver preteso la cancellazione di una cartella esattoriale da parte dell’agenzia delle riscossioni siciliana. Le accuse contestate dai pm capitolini sarebbero quelle di rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio.

Secondo la Procura di Roma, la consigliera Natoli, in qualità di componente della sezione disciplinare del Csm e giudice relatore del procedimento in corso nei confronti della magistrata Maria Fascetto Sivillo, le avrebbe rivelato notizie d’ufficio che sarebbero dovute rimanere segrete nel corso di un colloquio il 3 novembre del 2023 nello studio legale della stessa Natoli a Paternò, in provincia di Catania. Durante il colloquio Natoli cercò di darle suggerimenti su come affrontare il procedimento, dicendole che aveva deciso di farsi carico del fascicolo anche perché avevano amici in comune: “È amica di miei amici” e alcuni di questi “mi hanno chiesto un occhio di riguardo”, disse Natoli a Fascetto Sivillo.

Tutto ciò lo si sa, seppure in maniera parziale, perché Fascetto Sivillo registrò tutta la conversazione all’insaputa di Natoli. Il 16 luglio scorso il suo avvocato, Carlo Taormina, ha inviato la registrazione e la trascrizione del colloquio a Fabio Pinelli, presidente della sezione disciplinare e vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, il quale ha poi trasmesso i documenti alla procura di Roma.

L’inchiesta della Procura di Roma

La Procura di Roma ha avviato un’indagine nei confronti di Natoli. Durante la seduta del Csm, la vicepresidente Pinelli ha presentato una breve relazione, a cui la consigliera ha risposto con una lunga autodifesa. Natoli ha sostenuto che la sua autonomia e indipendenza come membro del Csm sono state violate dall’avviso di garanzia ricevuto dalla Procura romana.

Le accuse e la difesa di Natoli

La consigliera ha criticato il modo in cui è stata notificata l’indagine a suo carico, sottolineando che le è stato inviato l’invito a comparire due giorni prima dell’interrogatorio, e non tre, come previsto dalla legge. Natoli ha anche contestato le accuse mosse contro di lei: abuso d’ufficio, che era in via di abolizione, e violazione del segreto, che avrebbe dovuto essere valutata dalla Procura di Catania.

Natoli ha inoltre lamentato la mancata perizia sul telefono della giudice Fascetto, il cui sequestro, a suo dire, avrebbe potuto fare chiarezza sulla vicenda. Ha poi dichiarato che, in assenza di queste violazioni, avrebbe preso in considerazione l’idea di dimettersi dal Csm, ma di non poter accettare un “processo sommario”.

L’accusa di maschilismo e l’amicizia con Ignazio La Russa

Natoli ha anche denunciato come la sua professionalità sia stata messa in discussione a causa della sua amicizia con il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ha respinto con forza le insinuazioni secondo cui la sua elezione al Csm sarebbe dovuta a questa relazione personale, definendo tali accuse “maschiliste e sessiste”.

In conclusione, la consigliera ha espresso il proprio rammarico per essere stata dipinta come una persona priva di competenze e arrivata al Csm solo grazie a legami personali, sostenendo che queste accuse dimostrano l’esistenza di un “muro di gomma maschilista” che ostacola le donne nella magistratura.

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