Le celebrazioni sono cominciate a Reim con un minuto di silenzio alle 6.29 (le 5:29 in Italia), ora di inizio dell’attacco del movimento islamista palestinese nel sud del Paese avvenuto un anno fa
“Il 7 ottobre è un giorno pieno di dolore per gli israeliani che hanno perso i loro cari, uccisi o rapiti, e per le migliaia di persone che continuano a essere sfollate anche dopo gli atroci attacchi di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. Callamard ha poi però ribadito come: “Il 7 ottobre ci ricorda anche che è passato un anno dall’inizio degli orribili attacchi delle forze israeliane contro la Striscia di Gaza, che hanno ucciso decine di migliaia di persone, costretto allo sfollamento il 90 per cento della popolazione e dato luogo a una catastrofe umanitaria senza precedenti, ponendo la popolazione palestinese della Striscia di Gaza a rischio di genocidio, come affermato dalla Corte internazionale di giustizia”.
Intanto questa mattina centinaia di persone si sono radunate alle 6:29 (ora israeliana) fuori dalla casa del premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme per chiedere a gran voce un accordo per la liberazione degli ostaggi e per il cessate il fuoco. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz, aggiungendo che la polizia ha impedito alla folla di avanzare lungo la strada. Le famiglie degli ostaggi israeliani tenuti a Gaza hanno suonato una sirena per due minuti fuori dalla residenza del premier Netanyahu per esortarlo a riportare indietro i loro cari, segnando un anno dal loro rapimento da parte di Hamas. “È passato un anno da quel sabato mattina in cui i miei genitori si sono svegliati nel panico e sono corsi nella stanza di sicurezza. Un anno da quando i terroristi si sono infiltrati nel kibbutz. Un anno di paura mortale che nessuno può comprendere”, ha detto Shir Siegel, i cui genitori sono stati rapiti e portati a Gaza. La madre, Aviva Siegel, è stata rilasciata dopo due mesi di prigionia, ma suo padre, Keith Siegel, rimane un ostaggio.
EX OSTAGGIO A GAZA: “CI TORTURAVANO, VIVO PER PORTARE A CASA MIO MARITO”
“Non c’era ossigeno, il soffitto era talmente basso che non potevamo nemmeno sederci”. A raccontarlo in un’intervista al Corriere della Sera, è Aviva Siegel, 63 anni, una degli ostaggi liberati da Gaza nell’unica settimana di tregua. “È come se fossi stata partorita per la seconda volta”, racconta parlando dell’uscita dal tunnel. Sigal fa parte del Forum delle famiglie e spera di riabbracciare il marito Keith, ancora prigioniero: “oOra vivo per riportare a casa mio marito e tutti gli altri: conosco la fame, le torture. So quello che stanno passando. Ma ogni giorno sembra sempre più difficile”. La donna spiega: “Quando ho letto che l’esercito israeliano è entrato nel sud del Libano ho pianto. Si aggiunge sempre un’altra guerra da fare e la pace e la liberazione degli ostaggi passano in secondo piano. Io e mio marito abbiamo passato la vita cercando di trovare un dialogo con la Palestina. Voglio la pace a Gaza e che i 101 israeliani prigionieri tornino da noi. Netanyahu deve ascoltarci”.
A ROMA LA CERIMONIA AL TEMPIO MAGGIORE
A Roma la solenne cerimonia commemorativa si tiene al Tempio Maggiore. Ad ascoltare le parole dei rappresentanti della comunità ebraica romana e nazionale, fra cui il rabbino capo Riccardo Di Segni e la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, è presente anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme ad una nutrita rappresentanza di ministri, fra cui Matteo Piantedosi, Andrea Abodi, Carlo Nordio, Matteo Salvini, Giuseppe Valditara e Alessandro Giuli. “Il 7 ottobre 2023 il popolo israeliano ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia-ha affermato la premier Meloni- Il nostro pensiero è rivolto costantemente agli ostaggi, strappati alle loro famiglie e ai loro cari, e che ancora oggi attendono di tornare a casa”. Poi, la presidente del Consiglio aggiunge: “In questa giornata, ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario”.
LE CELEBRAZIONI IN FRANCIA E IN USA
In Francia circa 4mila persone, tra cui il premier francese Michel Barnier, sono attese questa sera al Dome de Paris per una “cerimonia in omaggio alle vittime” del 7 ottobre e per per ”sostenere gli ostaggi” ancora nelle mani di Hamas. All’incontro, promosso dalla Comunità Rappresentativa degli Ebrei di Francia (Crif), parteciperanno diversi ministri come anche l’ex presidente Nicolas Sarkozy e numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. In USA, invece, il presidente americano Joe Biden e la first lady Jill Biden parteciperanno, affiancati da un rabbino, a una cerimonia di accensione delle candele in occasione dello yahrzeit alla Casa Bianca per celebrare il primo anniversario del 7 ottobre. Lo ha reso noto la presidenza Usa. Secondo quanto comunicato, le famiglie degli ostaggi americani non parteciperanno all’evento commemorativo alla Casa Bianca.
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