“Quando sei in dubbio segui il tuo naso” (Gandalf, il mago del Signore degli Anelli caro a Giorgia Meloni)
Giorgia Meloni ha sbagliato nel non votare la conferma di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea: è questa l’opinione prevalente sui giornali, da Repubblica (ovviamente) sino al Riformista, mentre i giornali di destra difendono come possono la scelta della premier. Il partito di maggioranza nella maggioranza, Fratelli d’Italia, resta fuori dalla maggioranza che guiderà l’Europa nei prossimi cinque anni. E’ la prima volta che ciò accade. Von der Leyen è stata rieletta con 401 voti a favore, 284 contro e la stima di 50 franchi tiratori (tra i quali una decina di “voti di cortesia” alla presidente da parte degli eurodeputati meloniani).
Fitto resta candidato ad un ruolo importante di commissario ma, secondo il Corriere, non sarà vicepresidente esecutivo e dunque non entrerà nella cabina di regia della Commissione. Il programma cerca di accontentare qua e la: conferma del nefasto Green Deal per tener dentro i Verdi, una spruzzatina di industria con il Clean Industrial Deal per decarbonizzare, un Fondo “per la competitività”, un Commissario alla Difesa (siamo di fatto in guerra con la Russia difendendo e armando aggredita due anni fa), uno al Mediterraneo, e uno alla Semplificazione per provare a chiarire l’eccesso di regolamentazione che la Commissione stessa ha sinora favorito. Si temono ritorsioni su Patto di stabilità e richiesta di rinvio del Pnrr, ma secondo palazzo Chigi i rapporti rimarranno buoni. Tajani, che ha provato fino all’ultimo a convincere Meloni a far votare si, assicura che non avremo danni.
Repubblica attacca Meloni, che “danneggia il Paese” e fa “un errore tattico e strategico” (Folli), i giornali di destra ovviamente difendono come possono la scelta, Sorgi su La Stampa la definisce democristiana. Adriana Cerretelli sul Sole scrive il fondo (collocato nelle pagine interne) più duro su Von der Leyen, visto che gli altri commenti sono focalizzati sulle scelte della premier: “un presidente debole in un’Europa divisa, che ha fatto i compitini a casa”. Giavazzi sul Corriere sottolinea che senza il ricorso al debito comune i progetti annunciati si ridurrebbero a “impegni vuoti” poichè servono 1000 miliardi l’anno, la stessa cifra che EO stima serva in Italia per la decarbonizzazione. Travaglio sul Fatto invece difende la scelta di Meloni di votare no, visto che è la stessa posizione dei grillini, ma aggiunge anche una cosa vera: le maggioranze mutano ad ogni dossier. Valentino sul Corriere mette in relazione il no italiano all’arrivo ormai certo di Trump alla Casa Bianca.
La conferma del Green Deal, che penalizza fortemente le filiere dell’automotive e del packaging, si lega agli obiettivi irrealistici di ridurre la decarbonizzazione del 90 per cento entro il 2040, cosa che peraltro non sposta quasi nulla delle emissioni mondiali. Ci si aspetta una forte mobilitazione delle Confindustrie europee.
Intanto i Patrioti lasciano a piedi Vannacci: non sarà vicepresidente del gruppo a causa delle sue posizioni definite omofobe.
Biden si dovrebbe ritirare, ormai è questione di giorni, e la sostituta più probabile è la vicepresidente Kamala Harris. La conferma di un democratico alla presidenza a questo punto è improbabile e Trump ora fa il candidato affidabile, circondato da figli, nuore e nipoti (Melania si farà rivedere al fianco del marito più avanti, magari dopo aver negoziato un nuovo contratto).
Nuovi guai per Giovanni Toti, che viene riarrestato (semore ai domiciliari) per fondi illeciti da Esselunga.
Nuovo scandalo al Csm, si dimette la consigliera Natoli, indicata da La Russa: aveva incontrato privatamente una collega indagata che poi lei stessa giudicava nel procedimento presso l’organo di autogoverno della magistratura.
Morselli, ex ad dell’ex Ilva, indagata per associazione a delinquere per non aver ottemperati agli obblighi ambientali.
Zucherberg vuole entrare nell’azionariato di Essilux e punta al 5 per cento per sviluppare gli occhiali super tech.
Mattarella e Cattaneo, ad dell’Enel, fanno squadra in Brasile. Lo spiega sul Giornale De Paolini.
Bisio lascia Vodafone Italia, gli subentra l’attuale Cfo, Casalta.
La Rai sposta Sanremo di una settimana per non sovrapporsi alla Coppa Italia su Mediaset. Cortesia eccessiva.
Briatore dice che le famiglie che vivono con meno di 4000 euro al mese sono da ammirare e fa incazzare i tanti che guadagnano molto meno.
Thiago Motta, il miglior allenatore dell’ultima generazione, ha presentato la sua Juventus.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. Bis largo di von der Leyen. Dentro i Verdi, fuori Meloni. Alla fine ha prevalso il senso di responsabilità tra i deputati europei e Ursula von der Leyen, candidata designata dal Consiglio europeo alla guida della Commissione per un secondo mandato, è stata eletta dalla plenaria di Strasburgo con 401 voti favorevoli, 284 contrari, 15 astenuti, 41 in più del quorum necessario (360 voti). Cinque anni fa i voti di scarto erano stati appena 9. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Settimane di dubbi, poi lo strappo finale con l’ex amica «Ma l’Italia conterà». Così è a rischio un posto nella «cabina di regia». (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)
L’autogol di Meloni: “Scelgo la coerenza”. Ma ora l’Italia rischia di finire in serie B. Il partito della premier non ha comunicato come avrebbe votato se non a match chiuso. La vicepresidenza di Fitto adesso vacilla. (Lorenzo De Cicco, Repubblica)
Se non fosse per il sì del partito dell’altro vicepremier – Antonio Tajani – il no dei gruppi di Giorgia Meloni e Matteo Salvini alla conferma di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea non avrebbe precedenti. Mai era accaduto nella storia dell’Unione che l’Italia – uno dei sei Paesi fondatori – si schierasse apertamente contro la maggioranza che esprime l’esecutivo comunitario. Un governo del quale – per inciso – l’Italia farà parte in ogni caso: ciascuno dei ventisette ha diritto a un posto da commissario. La premier dice che quanto accaduto non avrà conseguenze per l’interesse nazionale italiano, il Partito democratico sostiene il contrario ed ha già chiesto un’informativa urgente in Parlamento. La prima, e più decisiva delle conseguenze del no: quale delega affidare all’Italia nella nuova Commissione. Fino a ieri Raffaele Fitto, il (fin qui) probabile candidato italiano a quella poltrona, avrebbe potuto aspirare ad una delega da vicepresidente esecutivo e ad un portafoglio importante. Si sono fatte molte ipotesi, fra cui economia e concorrenza. Ora le chance che ciò avvenga sono ridotte a zero o quasi. (Alessandro Barbera, La Stampa)
Sfottò, schermaglie e gli eletti di FdI sotto assedio. «Perché votare così?». La mossa da spiegare, le accuse nei corridoi. Ma alle 15 il Parlamento si svuota. Annunziata critica Tarquinio e Strada per la scelta del giorno prima sull’Ucraina. (Marco Imarisio, Corriere della Sera)
Meloni: “Salvata la faccia”, teme ritorsioni su Fitto. Ma è una scelta difficile, anche per il rapporto personale costruito da Meloni con von der Leyen in questi mesi: quest’ultima l’ha accompagnata più volte nelle sue missioni all’estero, a partire da quelle sui migranti in Tunisia. E la premier lo sa. Tant’è vero che da Oxford, dove per tutta la giornata ha partecipato a vertici della Comunità Europea, Meloni preferisce evitare i cronisti. Da lì, con un video di 50 secondi, la premier rivendica la “coerenza” di una scelta già fatta al Consiglio Europeo: “Auguro buon lavoro a von der Leyen ma siamo contrari nel merito e nel metodo”. La coerenza è stato il motivo principale della scelta di Meloni secondo cui la sua base difficilmente avrebbe retto di fronte a un “sì” convinto a von der Leyen. (Giacomo Salvini, Il Fatto Quotidiano)
Tra difesa e industria green, ecco la nuova Ursula. La vita da mediana della leader, che adesso promette un commissario per il Mediterraneo. (Francesca Basso, Corriere della Sera)
Francesco Giavazzi sul Corriere: Il sentiero stretto dell’Ursula bis. Il discorso della presidente della Commissione europea: le proposte e i problemi. Il ruolo degli investimenti pubblici sarà essenziale, anche al di là della Difesa e della ricerca.
Sabino Cassese sul Corriere: Il voto e gli equivoci dannosi. Nella scelta di Fratelli d’Italia contro von der Leyen ha prevalso la coerenza di parte sull’interesse nazionale.
Massimo Franco sul Corriere: Un epilogo che sancisce la spaccatura nel governo. Si è verificato l’epilogo più temuto e meno previsto: il partito della premier italiana che si autoesclude da una maggioranza europeista. E vota contro la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, insieme con i Patrioti europei dell’estrema destra e con la sinistra radicale che ha accolto il M5S. Questo apre due problemi. Il primo è quello di un’Italia emarginata in Europa; condizionata dai peggiori populismi di destra e di sinistra; e alle prese con un debito pubblico che sarà più difficile arginare e diluire con la benevolenza di Bruxelles. Il secondo problema è nella maggioranza di governo. FI, membro del Ppe, ha votato convintamente per von der Leyen. FdI e Lega contro.
«Il no per coerenza. Ma Roma a Bruxelles non resterà isolata». Fidanza: dovranno fare i conti con la destra. Mai stato un problema per il governo che le forze di maggioranza siano divise nella Ue. (Adriana Logroscino, Corriere della Sera)
Sono Ucraina e immigrazione i due principali temi al centro del quarto vertice della Comunità politica europea, un format allargato voluto nel 2022 dal presidente francese Emmanuel Macron. Ospiti del neo premier britannico Keir Starmer al Blenhim Palace – una dimora storica che ha dato i natali a Winston Churchill e che è circondata dal verde della campagna inglese dell’Oxfordshire – si ritrovano oltre una quarantina di leader paneuropei. Da Macron a Olaf Scholz, passando per Giorgia Meloni e lo spagnolo Pedro Sanchez. Tutti, ovviamente, con un occhio a Strasburgo, dove Ursula von der Leyen per questo assente in Inghilterra è attesa alla prova della plenaria del Parlamento Ue per esserericonfermata presidente della Commissione Ue. Sul tavolo del vertice c’è in primo luogo la guerra tra Mosca e Kiev. Ed è per questo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha deciso di partecipare personalmente. (Adalberto Signore, Il Giornale)
Vannacci «bocciato» come vicepresidente dei Patrioti. Lui: il gruppo è fluido «Per me nuove opportunità, come dopo una sconfitta». Tutti i partiti del gruppo, tranne la Lega, si sono pronunciati contro il generale. (Francesca Basso e Nino Luca, Corriere della Sera)
La «nuova» Forza Italia dei Berlusconi. Il cambio di passo che agita il partito. Le parole dei figli e i timori dei vertici. La discesa in campo di Pier Silvio non si può escludere. Gasparri: noi parliamo con la famiglia e non c’è stato l’affondo di nessuno su nessuno. (Tommaso Labate, Corriere della Sera)
«Io, Elly e quell’abbraccio in campo. L’alleanza è possibile, anche con Conte». Renzi: finita la stagione dei veti, questa l’unica alternativa per evitare di tenersi ancora Meloni. Ora un centro che guardi a sinistra. Le divisioni sul Jobs Act? Bisogna pensare al futuro. (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Venezia, indagato il magnate che voleva comprare la città. Si dimette l’assessore Boraso. Nei guai l’imprenditore Kwong. Il sindaco: «Parlerò a settembre». (A. Pasq. e Gl. Bert., Corriere della Sera)
“È amica degli amici, la aiutiamo”. Così la consigliera del Csm Natoli ha violato il segreto. Nel fascicolo trasmesso in procura, la registrazione del colloquio “proibito”. (Andrea Ossino, Repubblica)
Caos Csm, salta la consigliera Natoli. È il primo, brutto inciampo del Consiglio superiore della magistratura nella sua nuova versione, quella uscita dalle elezioni dell’anno scorso. Ad innescarla la mossa di un membro «laico», ovvero di nomina parlamentare, l’avvocato siciliana Rosanna Natoli, designata da Fratelli d’Italia, e scelta all’interno del Csm anche per fare parte di una degli uffici più delicati, la sezione disciplinare. La Natoli, con un comportamento apparentemente inspiegabile (se non con la categoria dei «dilettanti allo sbaraglio») decide di incontrare privatamente una giudice sottoposta a procedimento disciplinare, e le consiglia come difendersi. Dopodichè la giudice, con comportamento altrettanto incomprensibile, registra la conversazione e la consegna al Csm. Conseguenza immediata e inevitabile, la registrazione viene consegnata alla Procura della Repubblica di Roma perchè apra una indagine, e la consigliera Natoli si dimette con effetto immediato: per ora solo dalla «disciplinare». (Luca Fazzo, Il Giornale)
Nuovo arresto per Toti: “Finanziamento illecito”. Coinvolta Esselunga e l’editore di Primocanale. A rischio il colloquio con Salvini. Il filone è quello dei passaggi pubblicitari su Terrazza Colombo. Non ci sono riflessi sulla durata massima dei domiciliari scattati con la prima ordinanza. Il legale del governatore: “Nessun elemento nuovo, stupisce la tempistica”. (Marco Lignana, Repubblica)
I pm arrestano ancora Toti. «Stupito dalla tempistica». Proprio nel giorno della manifestazione della sinistra unita contro Giovanni Toti, il gip Paola Faggioni, su richiesta della Procura ligure, firma una seconda misura cautelare per il presidente della Regione, con una nuova accusa: finanziamento illecito ai partiti. Un altro reato che si aggiunge alla corruzione già contestata dai pm, per cui Toti è recluso ai domiciliari dal 7 maggio scorso. I fatti però sono gli stessi contestati nella prima ordinanza con cui il governatore era finito agli arresti, ma nel frattempo per i pm si sarebbe configurata una nuova ipotesi di reato. Siamo nel filone di indagine degli spot elettorali per il sindaco Bucci (non indagato) finanziati da Esselunga, con elementi già emersi e contestati sia a Toti che al suo ex capo di gabinetto Matteo Cozzani. (Lodovica Bulian, Il Giornale)
Da un lato c’era un mini-contratto, 5mila euro pagati dal Comitato Giovanni Toti all’emittente Primocanale, che nei fatti sono stati moltiplicati per 10: invece degli originari annunci elettorali, quelli effettivamente pagati dal movimento totiano, ne sono stati trasmessi oltre 6 mila. Dall’altro c’era un grande contratto da 50 mila euro – strettamente collegato al primo, stipulato stavolta tra Esselunga e la stessa Primocanale – che per i magistrati era vuoto: quei soldi non servivano a fare davvero pubblicità televisiva al marchio della grande distribuzione, ma erano “un finanziamento occulto a favore della Lista Toti per Bucci”, durante le elezioni amministrative del 2022. Un “escamotage”, così lo definisce il gip Paola Faggioni, ripetuto alle politiche del 2024, con altri 23.970 euro di spot occulti “a favore della Lista Noi Moderati-Italia al Centro con Toti”. (Marco Grasso, Il Fatto Quotidiano)
Università, mezzo miliardo di fondi in meno. I rettori: “A rischio la sopravvivenza degli atenei”. Bernini annulla l’incontro: “Polemica pretestuosa”. Nella bozza del decreto di riparto del Fondo di finanziamento ordinario un taglio nominale di 173 milioni che si somma ai fondi vincolati non spendibili per la gestione dei poli universitari. (Viola Giannoli, Repubblica)
La Bce, come previsto, lascia i tassi fermi: se ne riparla a settembre. Le condizioni per un taglio dei tassi non si sono avverate. Gli ultimi pochi dati sull’inflazione sono stati un mix di luci con qualche ombra, e il quadro complessivo è stato leggermente peggiore del previsto: l’inflazione interna nell’area dell’euro resta elevata, i salari continuano a crescere a passo vigoroso. Sebbene l’andamento dell’inflazione non abbia destato un grande disappunto in Bce, il Consiglio ha preferito aspettare per avere più conferme sul progresso disinflazionistico. Per questo, come ha puntualizzato più volte la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, la Bce ha mantenuto rigorosamente il suo approccio basato sui dati con decisioni prese di riunione in riunione: senza fornire alcuna indicazione sulle prossime mosse. Così a settembre Lagarde ha detto che «siamo completamente aperti, senza vincolarci ad un percorso dei tassi». Ma questa apertura non va interpretata come una volontà di cancellare la previsione prevalente sui mercati di un taglio di un quarto di punto a settembre. Sarà un’estate «intensa», da ora a settembre «riceveremo molte informazioni», ha spiegato Lagarde. (Isabella Bufacchi, Il Sole 24 Ore)
Gli altri temi del giorno
Il parlamento israeliano ha dato il via libera a una risoluzione che respinge l’istituzione di uno Stato dei palestinesi, classificandolo come una «minaccia esistenziale». Il Parlamento israeliano ha dato il via libera a una risoluzione che respinge l’istituzione di uno Stato palestinese. Il testo ha incassato ieri l’ok della Knesset con 68 voti a favore e 9 contrari sui 120 membri del Parlamento, accorpando il sì della coalizione a sostegno di Benjamin Netanyahu, dei partiti di ultra-destra all’opposizione e dei centristi di Unità nazionale: la forza dell’ex membro del gabinetto di guerra Benny Gantz, in teoria in conflitto con la maggioranza al potere. La Knesset aveva già dato il suo placet in febbraio a una mozione ostile alla costituzione di uno Stato palestinese, ma in quel caso si parlava “solo” dell’ipotesi di un’entità dichiarata unilateralmente dai palestinesi. La decisione di ieri equivale a una chiusura più radicale e ha scatenato l’indignazione delle autorità palestinesi e dei Paesi amici.( Il Sole 24 Ore)
Biden sotto assedio. Obama: valuti se continuare. Lascerà nel weekend? Si muove anche Pelosi. Il presidente, nel Delaware, «sta facendo un esame di coscienza». (Viviana Mazza, Corriere della Sera) La scelta di Joe, il decano del potere rimasto solo nell’ora più dura. Stanco, prostrato dal virus, il leader 81enne negozia per l’ultima volta con il partito. A 25 anni la sua prima campagna. (Gianni Riotta, Repubblica)
Obama silura Biden. Il pronunciamento di Barack Obama appare ai più una pietra tombale alle sempre più flebili aspirazioni di Joe Biden a un secondo mandato alla Casa Bianca. Non solo perché arrivano dal suo ex “principale”, ma anche perché il primo presidente afroamericano della storia Usa, sino ad alcuni giorni fa, sembrava inamovibile nel sostenere la perseveranza dell’attuale inquilino della Casa Bianca. E invece ieri è giunta notizia della brusca virata con Obama che già nei giorni precedenti avrebbe confessato agli alleati come la strada di Biden verso la vittoria a novembre si fosse notevolmente ristretta, e che il presidente avrebbe dovuto considerare seriamente la fattibilità della sua candidatura. (Francesco Semprini, La Stampa)
Una ventina di democratici finora hanno chiesto pubblicamente a Biden di fare un passo indietro nella corsa per il bis alla Casa Bianca. Ma molti altri glielo stanno chiedendo privatamente, sondaggi riservati alla mano, e tra questi ci sono pezzi da novanta come Nancy Pelosi o i capigruppo democratici del Senato e della Camera Chuck Schumer e Hakeem Jeffries. Dopo la breve tregua post-attentato a Trump, il dibattito nel partito è tornato vorticoso e lo scetticismo comincia a serpeggiare, pericolosamente, anche nel “corpaccione” dei 4.000 delegati della Convention di Chicago. (Riccardo Antoniucci, Il Fatto Quotidiano)
Kamala in cima alla lista per il cambio in corsa. L’ipotesi dei governatori per tenere gli Stati chiave. L’alternativa: una mini primaria e convention aperta. L’obiettivo minimo dei dem è ormai evitare il trionfo repubblicano anche al Congresso. (Massimo Gaggi, Corriere della Sera)
Nonno premuroso, statista moderato. Trump presenta un altro Donald. Tutto il clan schierato per il discorso della nomination. E ricompaiono Melania e Ivanka. (Viviana Mazza, Corriere della Sera)
Maurizio Molinari su Repubblica: L’onda di rabbia del popolo Maga da Milwaukee invade l’America. Trump trasforma i vecchi repubblicani in un movimento che parla al Paese attaccando su migranti, aborto e prezzi. E dando tutte le colpe a Biden e Harris.
Facebook punta al 5% di EssiLux 4,5 miliardi per gli occhiali hi-tech. L’indiscrezione non è stata commentata dalle aziende, ma secondo le due testate l’operazione sarebbe più di un’ipotesi e Morgan Stanley sarebbe già a lavoro come regista dell’investimento miliardario della holding di Mark Zuckerberg. Inoltre, come riporta Bloomberg, Meta avrebbe ricevuto già il via libera dall’Antitrust Usa. Un investimento che arriverebbe dopo tre anni di collaborazione attiva tra Meta e Ray-Ban, marchio del gruppo nato dalla fusione nel 2018 della francese Essilor con Luxottica fondata da Leonardo Del Vecchio. Questa collaborazione ha portato alla creazione della prima generazione di occhiali intelligenti targati Meta nel 2021. Si tratta di occhiali con una fotocamera integrata in grado di creare foto e video e condividerli sui social. (Arcangelo Rociola, La Stampa)
Governance e statuto, i paletti del Tesoro a Crt. La prossima settimana le prescrizioni. Due mesi per recepirle. (Andrea Rinaldi, Corriere della Sera)
L’AgCom mette in riga TikTok “Stop ai video violenti in tre giorni”. Il presidente Lasorella difende il giornalismo professionale: “Serve una nuova legge sull’editoria” E sull’equo compenso: le piattaforme digitali devono pagare per i contenuti che diffondono. (Aldo Fontanarosa, Repubblica)
Il padre va al lavoro e lascia la figlia in auto. Morta bimba di 18 mesi. Venezia, si è dimenticato di portarla al nido. L’allarme dei colleghi. La piccola è rimasta per tutta la mattina sotto il sole: temperature di 40 gradi nell’abitacolo. (Antonella Gasparini, Corriere della Sera)
Fine vita, ora la Consulta allarga i casi. Ribaditi i principi della «sentenza Dj Fabo» ma si amplia la nozione di «sostegno vitale»: inclusi i caregiver. (Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera)
Il Corriere intervista Totò Cascio, il bambino prodigio di Nuovo Cinema Paradiso: «Sono diventato quasi cieco, come Noiret nel film di Tornatore, ma dopo 15 anni di buio sono tornato sul set. Il Premio Oscar? In realtà sognavo di fare il calciatore».
Pascale -Turci l’amor perduto. Già i due nomi accostati, Paola e Francesca, non evocavano un lieto fine, almeno usando la letteratura come arcano. Ma in tanti/e speravano in questa coppia così stranamente assortita, la ex favorita dell’uomo potente, il Cavaliere, e la cantante impegnata. Pascale/Turci, un amore saffico che avrebbe dovuto riscattare per entrambe gli amori etero infelici. E invece no. (La Stampa)
Gli Anniversari
1374, muore ad Arquà Francesco Petrarca
1553, Mary sul trono d’Inghilterra
1848, NY: Convenzione sui diritti delle donne
1870, la Francia dichiara guerra alla Prussia
1900, inaugurata la metro di Parigi
1903, Garin primo vincitore del Tour de France
1939, sutura in fibra di vetro: prima volta in chirurgia
1943, primo bombardamento degli Alleati su Roma
1946, Marilyn Monroe: primo provino per il cinema
1954, Elvis Presley debutta con il primo singolo
1966, si sposano Frank Sinistra e Mia Farrow
1966, mondiali di calcio: la Corea del Nord batte l’Italia
1975, inaugurato Gardaland a Castelnuovo del Garda
1978, muore in Sardegna Marcello Marchesi
1980, Olimpiadi a Mosca senza gli Usa
1985, slavina di Val di Stava: 268 morti
1992, assassinato Paolo Borsellino con 5 agenti
1994, bomba sventra aereo panamense
1996, Mohammed Alì tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta
1997, l’Ira ripristina il cessate il fuoco
2001, Ciad: scoperto teschio di specie sconosciuta
2004, diffamazione: domiciliari a Lino Jannuzzi
2007, Collina designatore di arbitri
2007, prima presidente donna in India
2010, manoscritti di Kafka cercati in banche svizzere
2011, l’Iran annuncia la sua corsa al nucleare
Nati oggi
1814, Samuel Colt
1834, Edgar Degas
1924, Libero Grassi
1932, Mario Condorelli
1939, Pietro Lunardi e Antonio Girfatti
1945, Gianni Petrucci
1946, Ilie Nastase
1949, Enzo Paolo Turchi 1956, Veronica Lario
1966, Lucrezia Lante della Rovere
Si festeggia Sant’Arsenio
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