“L’anima ognuno se la salva come gli pare” (Fabrizio De Andrè)
La cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi, un inno al troppo politicamente corretto che diventa eccesso gay e ”blasfemia” nell’Ultima Cena queer secondo i Vescovi francesi, fa ancora discutere. Il Vaticano sceglie di tacere. Attacchi a Macron, anche per aver lasciato molti capi di Stato sotto la pioggia, tra cui Mattarella (la cui foto con i capelli bagnati è destinata a rivaleggiare con quella di Pertini alla finale dei Mondiali di Spagna del 1982). Ganna vince l’argento nel ciclismo. La narrazione olimpica dovrebbe aiutare a unire il mondo ma
Hezbollah manda un missile su un campo di calcio uccidendo
12 ragazzi e ferendone trenta, e naturalmente la risposta di
Israele farà inevitabilmente altre vittime anche tra i civili.
Intanto gli Usa bloccano un raid (o qualcosa del genere)
ucraino su Mosca. Trump, tanto per cambiare, visto che
Kamala Harris sembra funzionare meglio del previsto, torna ai
toni barricaderi.
Le cose italiane sono seguiti più o meno stanchi dei fatti dei
giorni scorsi, mentre Giorgia Meloni è in Cina, si spera a
negoziare una collaborazione commerciale meno subalterna
della via della Seta di Conte di qualche anno fa. Difficile per la
maggioranza individuare un candidato alla guida della Liguria,
tutti hanno paura dei pm. Repubblica racconta la premier con
l’incubo di perdere tutte le prossime regionali (Emilia, Liguria
e Umbria), ma anche questa non è una grossa novità visto che
difficilmente la maggioranza può vincere in Emilia mentre non
ha ancora il candidato per la Liguria.
Grillo cerca di far valere la sua posizione di Garante (seppur a
contratto) del Movimento, Conte non lo vuole tra i piedi e si
appella alla democrazia diretta.
La Repubblica torna a dedicare la sua prima pagina al tema
dell’acqua che si spreca. Il Fatto fa sapere che a cinque mesi
dall’apertura del Giubileo nessuna delle opere previste a Rima
è stata completata.
Nordio si fa intervistare dal Messaggero per dire che “il caso
Toti è una sconfitta della democrazia”.
Oltre 100 mila firme contro l’Autonomia. La vera sfida sarà il
quorum, ma intanto le firme online galvanizzano le
opposizioni che da una settimana sono mobilitate sul
referendum contro l’autonomia differenziata. «Oltre 100 mila
firme», festeggiano i promotori, un risultato record reso
possibile appunto dalla piattaforma digitale operativa da
venerdì sul sito del ministero della Giustizia. L’obiettivo delle
500 mila sottoscrizioni necessarie per presentare il quesito
sembra a questo punto una formalità, ma la mobilitazione
assume anche una forte valenza politica, diventa un momento
di unità delle forze di opposizione.
Gianfranco Viesti sul Fatto descrive in modo molto realistico
la situazione delle aziende del Sud che hanno aderito al credito
d’imposta previsto dalla Zes unica: “L’Agenzia delle Entrate
ha appena reso noto che sono arrivate 16.064 prenotazioni per
9,45 miliardi; quindi, se tutti gli investimenti fossero realizzati,
il credito d’imposta maturato sarebbe pari solo al 17% di
quanto richiesto (17% del credito, non dell’investimento)”.
Freni, sottosegretario leghista all’economia, conferma il taglio
del cuneo fiscale nella legge di bilancio e aggiunge che il
governo vorrebbe rendere strutturale la misura.
Bisignani si produce in una difesa di Salvini sul Tempo,
ricordando le cause strutturali dei trasporti che non
funzionano.
Il Sole dedica il suo titolo più importante ai 2,7 miliardi di
payback che le aziende farnaceutiche devono pagare
quest’anno a causa dello sforamento della spesa sanitaria, una
“extra tassa”.
Giavazzi sul Corriere spiega perchè sarebbe importante avere
una Ragioneria dello Stato davvero indipendente, anche se poi
aggiunge che oggi è più autorevole l’Ufficio parlamentare di
bilancio, e ammette che Biagio Mazzotta (in procinto di essere
avvicendato da Daria Perrotta) si è fatto sfuggire di mano
Superbonus e patent box. L’ex consigliere economico di
Draghi non cita Perrotta, ma appare chiaro che la ritiene poco
indipendente. La staffetta tra Mazzotta e Perrotta, voluta da
Giorgetti, non è stata ancora ufficializzata.
Luigi Sbarra si pronuncia contro la vendita di Comau. La
Verità sente alcuni economisti, ugualmente contrari.
Ufficialmente, Confagricoltura e Coldiretti fanno la pace
perchè la prima accetta, su sollecitazione di Lollobrigida, di
cambiare nome all’associazione Mediterranea. Ma i contrasti
sostanziali sulla dieta mediterranea ceduta alle multinazionali
(è l’accusa di Coldiretti) restano.
Daniele Franco, ex ministro dell’Economia con Draghi, è il
nuovo direttore generale della Fondazione Cini (nel cui
consiglio c’è anche Stefano Lucchini).
Schifani e La Russa sistemano i parenti e gli amici dei parenti:
il primo nomina assessore il socio di studio del figlio, il
secondo il nipote acquisito alla guida dello Juventus club del
Parlamento.
Feltri fa sul Giornale l’elogio di Padellaro, ex suo collega del
Corriere, come esempio per sostenere che in Italia la libertà di
stampa esiste.
Leclerc in pole position a Spa.
Ed ecco alcuni dettagli/approfondimenti. “Cristianità offesa”.
Che all’indomani della cerimonia inaugurale dei Giochi di
Parigi sarebbero giunte puntuali le polemiche c’era da
aspettarselo, anche se la valanga di critiche arrivata dai
conservatori di mezzo mondo forse non se lo immaginavano
nemmeno gli organizzatori. A far drizzare i capelli
dell’internazionale sovranista è stata soprattutto la sequenza
ispirata all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, ribattezzata
“Festività”. Al posto di Gesù Barbara Butch, dj e militante per i
diritti Lgbtq+, attorniata da un gruppo di drag queen, mentre
sul tavolo l’artista Philippe Katerine incarnava Dioniso mezzo
nudo con il corpo dipinto di blu. Il sacro mischiato al pagano
con tinte woke: un mix perfetto per mandare fuori di testa i
conservatori. Soprattutto in Europa, con l’Italia a fare da
capofila. «Squallidi», ha scritto Matteo Salvini in un tweet, con
il quale il ministro dei Trasporti ha inviato un massaggio ai
transalpini: «Aprire le Olimpiadi insultando miliardi di
cristiani nel mondo è stato davvero un pessimo inizio, cari
francesi». Un attacco arrivato anche da Fratelli d’Italia, la cui
leader Giorgia Meloni non ha sempre avuto rapporti idilliaci
con il presidente Macron. Il vicecapogruppo alla Camera,
Alfredo Antoniozzi, ha descritto una Francia che ha dato «il
peggio di sé», mentre l’eurodeputato Nicola Procaccini ha
parlato di un «gay pride». (Danilo Ceccarelli, La Stampa)
Francia divisa sulla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi. I
vescovi: «Derisione del cristianesimo». Tantissime critiche alla
cerimonia di inaugurazione dei Giochi, che per la prima volta
non si è svolta all’interno di uno stadio. Diversi i momenti
finiti al centro delle polemiche, ma c’è anche a chi è piaciuta.
(Stefano Montefiori, Corriere della Sera)
Ultima Cena queer. Olimpiadi, l’ira di vescovi e destra per la
cerimonia inaugurale: “Cristianesimo deriso”. Polemiche per
lo spettacolo di apertura dei Giochi. Salvini: “Francesi
squallidi”. Ma Parigi rivendica: “Festa magica”. (Anais Ginori,
Repubblica)
La cerimonia sceglie la blasfemia. «Gay pride che offende i
cristiani». Difficile dire se la cerimonia di inaugurazione delle
Olimpiadi di Parigi sia stata più blasfema, volgare o kitsch.
Nella capitale francese è andata in scena, più che una
celebrazione dello sport come sarebbe dovuto avvenire, una
parata Lgbt e woke offensiva verso il cristianesimo, l’identità
europea e il buongusto. A finire nel mirino è stata soprattutto
l’Ultima cena con le drag queen che ha suscitato proteste e
dure reazioni a cominciare dalla Conferenza episcopale di
Francia: «Deploriamo in modo molto profondo le scene di
derisione e di scherno sul cristianesimo». Mentre per Elon
Musk si è trattato di un evento che «è stato estremamente
irrispettoso nei confronti dei cristiani». (Francesco Giubilei, Il
Giornale)
Esaltata la barbarie di decapitare la regina. A prescindere da
tutto questo, venerdì sera, a Parigi, è stato esaltato anche un
atto di pura barbarie, cioè la decapitazione di Maria Antonietta.
Grazie al costume e agli effetti speciali, la falsa Maria
Antonietta reggeva la propria testa tagliata tra le braccia. Una
pantomima fuori luogo che termina con la presentazione di un
gruppo rock, i Goijra. L’attrice è entrata in scena alla
Congiergerie, proprio il luogo in cui la vera regina era
prigioniera con i suoi figli. Sappiamo tutti come andò a finire.
Il 16 ottobre 1793 fu eseguita la condanna a morte. Alla regina
vennero tagliati i capelli e legate le mani dietro alla schiena.
Quindi, salita su un carro, fu trasportata fino a Place de la
Concorde dove l’attendeva la ghigliottina. Poco dopo era
morta. Era accusata, senza prove, di alto tradimento.
(Alessandro Gnocchi, Il Giornale)
Concita De Gregorio su Repubblica: Grazie Céline Dion,
principessa olimpica. La malattia si è fatta da parte un istante,
è rimasta in silenzio come i giornalisti tv, come noi tutti col
fiato sospeso. Che momento. Che contropiede imbattibile. Che
storia d’amore, che lezione di vita.
Maurizio Molinari su Repubblica: Parigi 2024, ombre russe sui
Giochi. Le azioni di sabotaggio sono avvenute in un arco di
tempo breve, di notte, e a poche ore dall’apertura dei Giochi.
Ci troviamo davanti a una sfida ben pianificata alla sicurezza
della Francia e, dunque, dell’intera Unione Europea.
Il centrodestra attacca lo show sull’«Ultima cena» che ha
aperto le Olimpiadi di Parigi: blasfemo. Il leader della Lega
Salvini: messaggio contro i cristiani. Procaccini (FdI) parla di
cerimonia da «Gay pride». (Cesare Zapperi, Corriere della
Sera)
Sfida olimpica tra Salvini e Meloni. Intendiamoci: i dettagli
della cerimonia francese – con la tribuna degli ospiti lasciata
scoperta sotto la pioggia e con conseguenze immaginabili,
basta guardare le immagini del Presidente Mattarella bagnato
fradicio, ma costretto dal cerimoniale a resistere con il solo
ausilio di un impermeabile di plastica – si prestavano ai
commenti. Ma l’attenzione del leader del Carroccio, seguito a
ruota da esponenti di Fratelli d’Italia, si è concentrata su quella
che sembrava la ricostruzione del famoso dipinto leonardesco
dell’Ultima Cena, con alcune drag queen in prima linea e al
centro un disk jockey, ciò che ha urtato anche la sensibilità dei
vescovi francesi e stimolato la reazione di un giornale come Le
Figaro. (Marcello Sorgi, La Stampa)
Conte avverte Grillo: “Le regole le decide la base”. Ora i nodi
vengono davvero al pettine, Forse questa è davvero la resa dei
conti finale nel Movimento tramortito dal 9,99 per cento nelle
Europee. Perché Beppe Grillo, quello che l’assemblea
costituente prossima ventura teme di subirla, giorni fa ha
scritto a Giuseppe Conte una lettera che trasuda risentimento:
“Apprendo che vorresti indire un’assemblea. Non ne abbiamo
mai parlato, ma come sai, in quanto Garante, sono il custode
dei valori del Movimento e dovremmo quantomeno discuterne
prima nel corso degli incontri che ti avevo chiesto di fare,
anche perché ogni decisione non potrà non essere presa nel
rispetto dei valori del M5S”. Tradotto, devi stabilire con me se
e di cosa discutere. Anche perché, accusa, “ritengo che la
nostra crisi di consenso derivi anche e soprattutto da una crisi
d’identità”. Ma Conte, il leader che con Grillo parla perché da
Statuto è tenuto a farlo, vuole detronizzarlo una volta per tutte.
(Luca De Carolis, Il Fatto Quotidiano)
Matrimoni indiani e assist politici. I mille volti del (nuovo)
Renzi. «Noi di centrosinistra» dice ora. Ma c’è chi lo accusa: a
Genova stavi con gli altri. Alle Politiche la partita è secca. O ci
teniamo altri 5 anni Meloni o costruiamo un’alternativa. Italia
viva sarà con il centro sinistra. (Tommaso Labate, Corriere
della Sera)
La sinistra vista da Cacciari: il governo cadrà, Elly stia pronta.
«I Berlusconi si sono scocciati di dover stare per forza nel
centrodestra». La segretaria pd sia attenta a maneggiare le
vicende di personaggi come Emiliano o il governatore
campano. Renzi? Un pazzo sublime, ma che sa di politica.
(Fabrizio Roncone, Corriere della Sera)
5 mesi al via del giubileo: 0% di opere completate. Ormai
mancano poco meno di 5 mesi, il 24 dicembre apre la Porta
Santa, inizia il Giubileo 2025. 35 milioni di arrivi previsti (cioè
singoli turisti), secondo le stime di Unioncamere e Isnart –
Istituto Nazionale Ricerche Turistiche – ancora di più secondo
altre. Gli occhi del mondo addosso, una paura di overbooking
delle strutture ricettive e migliaia di persone che aprono casa
propria agli affitti turistici. Ma Roma si farà trovare pronta, o
almeno così dice. “Siamo partiti tardi, con un ritardo enorme
dovuto alla crisi di governo e poi alle elezioni. Ma stiamo
recuperando”, ha detto pochi giorni fa il sindaco e
commissario straordinario per il Giubileo Roberto Gualtieri,
ripetendo un concetto più volte ribadito: “Siamo quasi al 90%.
Stiamo rispettando le tabelle di marcia”. Tabelle di marcia
aggiornate man mano, l’accordo con la Curia chiedeva nessun
cantiere nei mesi giubilari. Ma non sarà così: al 18 luglio,
stando ai dati pubblicati dall’Osservatorio per il Pnrr e il
Giubileo (Ance Roma, Tor Vergata, PromoPa), il 65% dei 661
interventi giubilari (compresi i 335 del programma Pnrr
“Caput Mundi”) risulta ancora in fase di progettazione, il 17%
vede procedure di gara in affidamento o in fase di
aggiudicazione, circa il 18% risulta cantierizzato, e nessun
opera (0%) risulta conclusa. (Leonardo Bison, Il Fatto
Quotidiano)
Toti: scelta difficile, ma unica possibile. Ora attende la libertà.
E pensa a un libro. Il primo giorno dopo le dimissioni. Domani
l’avvocato depositerà la richiesta di revoca degli arresti.
(Giuseppe Guastella, Corriere della Sera)
Il verdetto dei bilanci: “Berlusconi in politica spinto dai debiti,
Scalfari aveva ragione”. Il fondatore di Repubblica svelò che
Fininvest doveva alle banche 4 mila miliardi di lire. Il
cavaliere negò. I consulenti dei pm: sensibile riduzione
dell’esposizione dopo la discesa in campo. (Lirio Abbate,
Repubblica)
Asso 29, il riscatto dei dannati. Il piccolo Loni nato in un lager,
il calvario dei suoi genitori Daya e Eden, ma anche le vite
spezzate di Josi e Amela: nel 2018 l’Italia riportò in Libia un
barcone di migranti intercettato in mare. Chi ce l’ha fatta a
sopravvivere si è preso la sua rivincita. Riuscendo ad arrivare
in Europa e facendosi risarcire dallo Stato grazie alla battaglia
di un gruppo di volontari. (Carlo Bonini, Repubblica)
Meloni porta il made in Italy in Cina prima del voto Usa.
L’istruttoria che ha preparato la visita in Cina di Giorgia
Meloni è stata lunga e laboriosa. Ci si lavora da oltre un anno.
Da dopo il faccia a faccia che la premier ebbe a Bali, in
occasione del G20, con il presidente cinese Xi Jinping.
L’ultimo presidente del Consiglio a venire in Cina era stato nel
2019 Giuseppe Conte. Da allora è passato un lustro. Cinque
anni nei quali i rapporti sono radicalmente cambiati,
parallelamente all’acuirsi delle crisi internazionali,
all’avvicinamento (e al sostegno) di Pechino a Mosca, allo
scontro crescente non solo con gli Usa ma con l’Europa che ha
reagito con i dazi al dumping cinese su auto elettriche e
biocarburanti. La conferma più evidente da parte dell’Italia è
arrivata con l’ uscita dalla Via della seta. Un addio che però si
è consumato senza annunci roboanti da parte di Meloni. La
premier ha sempre imputato la scelta della rinuncia non a
questioni politiche ma economiche, al mancato
raggiungimento dei «risultati sperati», tant’è che il deficit
commerciale a favore della Cina nei 4 anni in cui il
memorandum era in vita è fortemente aumentato. Ed è proprio
il riequilibrio e il rilancio dei rapporti economici con Pechino
ad essere al centro del viaggio di 4 giorni che si concluderà
mercoledì a Shanghai. (Barbara Fiammeri, Il Sole 24 Ore)
Acqua, per l’Italia assetata zero progetti in trent’anni. Così va
perso un litro su 4. L’unico investimento sono le tariffe, ai
minimi in Europa. Mentre i consumi pro capite sono i più alti.
Il risultato: invasi inefficienti, reti obsolete, nessun riuso. E la
politica si sveglia solo nelle emergenze. (Antonio Fraschilla,
Repubblica)
Sicilia, il business dell’acqua I dissalatori chiusi da 12 anni.
Emergenza siccità, un’autobotte costa il 250% in più. Il
viaggio da Catania a Caltanissetta: bruciati grano, fieno e
alberi da frutto. «L’agricoltura sta sparendo». (Fulvio Fiano,
Corriere della Sera)
Gli altri temi del giorno
Missili sul Nord di Israele, è strage di ragazzini. A Gaza 30
morti a scuola. ono morti in 11, in un villaggio nel Nord di
Israele, avevano tra i 10 e i 20 anni. E poi, 30 palestinesi uccisi
in un raid al centro di Gaza. Alla vigilia del vertice per una
tregua, che si terrà oggi a Roma, da entrambe le parti il sangue
mette a rischio qualunque trattativa, e minaccia escalation,
mentre si piangono decine di vittime. La giornata di ieri è
iniziata con un raid israeliano, che ha colpito una scuola di
Deir el Balah, nel centro di Gaza. In serata, un razzo, che
Israele dice essere stato lanciato da Hezbollah dal Libano, ha
colpito un campo di calcio in una città drusa del Nord del
paese ebraico, uccidendo soprattutto minori. Erano circa le 18
(ora locale) quando un missile ha colpito un campo di calcio
della città di Majdal Shams, che si trova nelle alture del Golan,
mentre dei ragazzini giocavano una partita. Qui vive una
comunità drusa che non ha mai accettato la cittadinanza
israeliana, da quando la zona fu annessa nel 1981, dopo essere
stata conquistata nel 1967. Ma i loro rapporti con Israele sono
molto positivi, hanno libertà di movimento anche se non
votano. Poco dopo l’attacco, Hezbollah in un comunicato ha
rivendicato un attacco contro una base militare che non è
molto distante dalla città.Ma non ha mai rivendicato l’attacco
al campo da calcio, anzi in un comunicato ha smentito di aver
attaccato Majdal Shams. Fonti non israeliane parlano di un
razzo del sistema antimissilistico Iron Dome che ha fallito
l’obiettivo e ha provocato le vittime. Circostanza non
confermata dall’esercito che, dopo riunioni sulla situazione, ha
confermato la responsabilità di Hezbollah. (Nello Del Gatto,
La Stampa)
Una misteriosa «operazione segreta», un piano che, secondo la
Russia, l’Ucraina stava preparando in silenzio contro di lei.
Avrebbero discusso di questo il capo del Pentagono Lloyd
Austin e il ministro della Difesa russo Andrey Belousov lo
scorso 12 luglio, nell’ultima conversazione tra i due di cui si ha
notizia. O almeno questo è quello che sostengono alcune fonti
interpellate dal New York Times, secondo le quali il nuovo
responsabile delle forze armate del Cremlino avrebbe chiamato
Washington avvertendola delle presunte (e non meglio
definite) intenzioni di Kiev. E, cosa non meno importante,
delle possibili ripercussioni sui già tesi rapporti tra Russia e
Stati Uniti. In realtà, che cosa si siano detti esattamente Austin
e Belousov non lo si sa. Ma secondo «due funzionari Usa e un
altro funzionario informato della telefonata» citati dal New
York Times, il ministro russo avrebbe avvertito la sua
controparte americana di questa presunta «operazione segreta»
ucraina nella convinzione che avesse il beneplacito di
Washington. Sempre stando alla narrazione (non verificabile)
delle fonti del giornale americano, i dirigenti del Pentagono
sarebbero stati colti di sorpresa dalle dichiarazioni di Belousov
perché «all’oscuro» dei presunti piani ucraini di cui parlava il
ministro russo. (Giuseppe Agliastro, La Stampa)
«Kiev ha un piano segreto» E il ministro della Difesa russo
telefona al Pentagono. Rivelazione del «New York Times», gli
Usa negano di esserne al corrente. L’operazione doveva
probabilmente avvenire all’interno dei confini della Russia.
(Guido Olimpio, Corriere della Sera)
Biden tenta la (difficile) riforma della Corte suprema. Vuole
limitare il mandato dei giudici a 10 o 15 anni e arginare
l’immunità concessa ai presidenti. (G.Sar., Corriere della Sera)
Trump. Washington «Votatemi per questa volta, poi non ce ne
sarà più bisogno». Venerdì scorso, a Palm Beach, in Florida,
Donald Trump ha chiuso con queste parole l’intervento alla
riunione del Turning Point Action, organizzazione cristiana di
orientamento conservatore. Come dire: quelle del prossimo
novembre saranno le ultime elezioni democratiche, «poi
sistemerò tutto io». Era una battuta? L’ennesima
provocazione? Cristiani, votatemi per questa volta, poi non
dovrete farlo più In 4 anni sistemerò tutto. (Giuseppe Sarcina,
Corriere della Sera)
Gli affari Libia-Italia invio record di petrolio e ripresa dei
contratti. Dopo 10 anni il Paese nordafricano torna il primo
fornitore. Oltre a Eni investimenti per Danieli e Saipem.
Meloni prepara un “business forum”. (Carlotta Scozzari,
Repubblica)
Gran sbandata di Porsche, tra flop elettrico e stallo in Cina.
Proprio il colosso guidato da Bernard Arnault negli ultimi 12
mesi ha subito un calo di oltre il 20%. Lo stesso si può dire di
un’altra big del lusso come Kering. Di converso ,l’indice S&P
500 è salito di oltre il 20% grazie soprattutto alle Big Tech.
Una delle ragioni sta certamente nella crisi immobiliare cinese,
che ha reso molti ricchi meno ricchi. E a pagare dazio c’è
anche un brand che è sinonimo di sport e lusso, ma ha a che
fare con i motori. Gli ultimi sei mesi per la tedesca Porsche
sono stati particolarmente turbolenti. E guarda caso le vendite
in Cina sono crollate: -33 per cento. Il titolo nel 2024 ha perso
il 13%, che diventa 42% se si guarda ai massimi a 120 euro
toccati pochi mesi (aprile 2023) dopo la quotazione di fine
settembre 2022. (Alberto Annicchiarico, Il Sole 24 Ore)
Auto, l’elettrica affossa i big Wall Street brucia 80 miliardi. La
tempesta è arrivata. Gli investitori hanno punito sonoramente
le azioni delle case automobilistiche, reduci da una serie di
riscontri deludenti per quanto concerne le trimestrali. Quella
appena passata è stata una settimana da dimenticare per il
settore auto e i ribassi in Piazza Affari sono stati fragorosi.
Considerando la franco-italiana Stellantis e le altre tre big del
settore quotate a Wall Street Ford, Gm e Tesla – il tonfo medio
è stato del 12% nelle ultime cinque sedute, spazzando via 80
miliardi di dollari di valore di mercato. Settimana difficile per
tutta la galassia Agnelli: Iveco è crollata di oltre il 20%,
Stellantis del 13% e la cassaforte Exor è arretrata del 3% ad
Amsterdam. (Titta Ferraro, Il Giornale)
StMicro: dall’AI al green deal il mondo ha bisogno dei chip.
Ricavi, meno 25% nel trimestre. Il ceo Chery: crescita caotica
da stabilizzare. Se riusciremo a rispettare l’obiettivo di 20
miliardi di dollari di ricavi? La strategia resta valida. In Italia
abbiamo in programma diverse assunzioni. Soprattutto
ingegneri e designer di prodotto. (Giovanni Stringa, Corriere
della Sera)
Ferrari, tentata truffa con l’IA. L’ad Vigna “ricreato” con il
deepfake. Messaggi e telefonata dal ceo di Maranello per
organizzare una importante acquisizione. Ma è tutto fasullo. E
il dirigente lo smaschera chiedendo: “Che libro mi hai
consigliato?” (Raffaele Ricciardi, Repubblica)
L’Europa risparmia, i cinesi non spendono: ed è gelo sulla
moda. I conti del settore. Vanno bene solo le vendite dei beni
di altissima fascia. In sofferenza quelli medi. Boom di acquisti
in Giappone, trainati dallo yen debole. (Alessandro Cicognani,
Repubblica)
Finanza, l’inchiesta per abusi. I sospetti sulla chat degli
ufficiali. L’Aquila, il caso dopo la denuncia di un’allieva
contro un capitano. Acquisiti i messaggi. (Rinaldo Frignani e
Giulio De Santis, Corriere della Sera)
Viareggio, vince Avallone. Prevale il romanzo «Cuore nero».
Mieli: amplieremo l’offerta culturale del premio. (Marco
Gasperetti, Corriere della Sera)
L’intervista a Mister Kwong «Io, Brugnaro e Venezia.
L’acquisto dei suoi terreni? C’era l’incognita bonifiche». Il
magnate asiatico: la trattativa non è decollata, non ho mai
corrotto. Ho comprato un immobile che nessuno voleva.
Nessuno sconto e nessuna tangente. (Andrea Pasqualetto,
Corriere della Sera)
Sul Corriere l’intervista a Eleonora Giorgi e la giornata dei
nonni: i miei sono stati fantastici: «Gioco con il mio nipotino
per lasciargli bei ricordi. Così combatto il tumore. L’ho
scoperta il giorno dei miei 70 anni. Se ne avessi avuti 30 mi
sarei disperata. Ma tutto sommato ho avuto una vita piena di
avventure».
Gli Anniversari
1754, primo incontro internazionale di pugilato
1830, Parigi: Carlo X costretto all’esilio
1836, inaugurato a Parigi l’Arco di Trionfo
1856, muore a Endenich Robert Schumann
1890, muore suicida in Francia Vincent Van Gogh
1900, ucciso a Monza Umberto I di Savoia
1928, primo film sonoro di Topolino
1950, Guerra di Corea: fine del massacro di No Gun Ri
1954, Tolkien pubblica Il signore degli Anelli
1957, nasce l’Agenzia internazionale per l’energia atomica
1958, gli Usa istituiscono la Nasa
1967, Vietnam: devastata dal fuoco la Uss Forrestal
1968, Paolo VI contro il controllo artificiale delle nascite
1974, Moro in Urss: petrolio all’Italia
1975, colpo di stato in Nigeria
1976, Tina Anselmi prima donna ministro in Italia
1978, Carolina di Monaco sposa Philippe Junot
1981, Carlo e Diana si sposano a St. Paul
1983, un’autobomba uccide il giudice Rocco Chinnici
1988, omicidio Calabresi: arrestato Sofri
1994, esce nelle sale The Mask
2004, abolito il servizio militare obbligatorio in Italia
2008, Karadzic estradato all’Aja
2015, la Microsoft lancia Windows 10
2016, muore a Milano Marta Marzotto
Nati oggi
1796, Walter Hunt (inventore della macchina per cucire)
1805, Alexis de Tocqueville
1883, Benito Mussolini
1926, Franco Sensi
1934, Nando Orfei
1940, Enzo Mattina
1947, Lino Patruno
1949, Valeria Fedeli
1958, Piero Marrazzo
1964, Riccardo Realfonzo
1971, Roberto Poletti
1981, Fernando Alonso
Si festeggia Santa Maria di Betania
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