Ci sono voluti 17 anni per costruire INS Vikrant, più del previsto. Un grande passo per uno dei maggiori importatori di armi al mondo, che sta cercando di potenziare le proprie capacità manifatturiere per ridurre la dipendenza dalla Russia
di Marco dell’Aguzzo
Venerdì scorso il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha commissionato la prima nave portaerei di fabbricazione domestica dell’India. Chiamata INS Vikrant (significa “potente” o “coraggioso” in lingua sanscrita), è lunga 262 metri e pesante 47.400 tonnellate.
Progettata dalla marina indiana e costruita nel cantiere di Kochi – i lavori hanno richiesto diciassette anni, più del previsto –, è costata 2,5 miliardi di dollari ed entrerà in servizio verso la fine del 2023. Sarà la seconda portaerei indiana dopo la INS Vikramaditya, fabbricata dai sovietici nel 1987 e acquistata da Nuova Delhi nel 2004 al prezzo di 2,3 miliardi.
Vikrant può trasportare un equipaggio di 1600 persone e gestire una flotta di trenta aerei. Inizialmente dipenderà dai caccia MIG-29K di progettazione russa, come la Vikramaditya. Il Governo vorrebbe però equipaggiarla con una ventina di nuovi velivoli da combattimento, e sta valutando i caccia Rafale M della francese Dassault e l’F/A-18 Super Hornet della statunitense Boeing. “Oggi”, ha dichiarato Modi durante la cerimonia di presentazione della Vikrant, “l’India è entrata a far parte di quei Paesi del mondo che possono produrre una portaerei così grande con tecnologia interna. È un simbolo del potenziale interno, delle risorse interne e delle competenze interne”.
L’India è uno dei maggiori importatori di armi del pianeta: tra il 2018 e il 2021 ha speso 12,4 miliardi. Ma sta cercando di potenziare le proprie capacità manifatturiere per ridurre la dipendenza dalla Russia, sua fornitrice principale, impegnata direttamente a combattere una guerra in Ucraina e sottoposta a sanzioni dall’Occidente. “L’India sta lavorando con tutte le sue forze per diventare autosufficiente”, ha detto appunto Modi. Nei mesi scorsi il Ministero della Difesa indiano ha identificato equipaggiamenti difensivi dal valore di oltre 1000 miliardi di dollari che dovranno essere realizzati dalle aziende domestiche.
Le forze armate indiane sono composte da quasi 1,4 milioni di persone; buona parte di queste sono schierate sui confini terrestri con la Cina e il Pakistan. La realizzazione della Vikrant segnala però una maggiore attenzione da parte di Nuova Delhi al dominio marittimo, fattosi maggiormente rilevante per la sicurezza nazionale a seguito della crescita militare e cantieristica di Pechino.
La marina cinese possiede oggi due portaerei (una terza è in costruzione), quarantotto cacciatorpedinieri, quarantatré fregate e sessantuno corvette. Quella indiana è molto più piccola: due portaerei, dieci cacciatorpedinieri, dodici fregate e venti corvette.
Venerdì Modi ha detto che le questioni di sicurezza nell’Oceano Indiano e nella regione dell’Indo-Pacifico sono state ignorate per troppo tempo: “Oggi quest’area è per noi una grande priorità per la difesa del paese. Stiamo quindi lavorando in tutte le direzioni, dall’aumento del budget per la marina all’incremento della sua capacità”.
Testo e foto pubblicati per gentile concessione di Eastwest, magazine di geopolitica diretto da Giuseppe Scognamiglio www.eastwest.eu
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