Tuttavia, il piano del ministro della Salute, Orazio Schillaci, si sta scontrando con la mancanza di fondi necessari per finanziare le misure più rilevanti
Il governo italiano, in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, sta pianificando una mossa strategica per affrontare il problema delle lunghe liste d’attesa nella sanità pubblica. Il tema, di grande interesse per gli elettori, potrebbe influenzare la decisione di molti indecisi. Tuttavia, il piano del ministro della Salute, Orazio Schillaci, si sta scontrando con la mancanza di fondi necessari per finanziare le misure più rilevanti.
Braccio di Ferro sui Fondi con il Ministero dell’Economia
Il decreto sulle liste d’attesa era previsto per metà maggio, ma è stato rinviato probabilmente a inizio giugno per evitare di superare la scadenza elettorale. Il principale ostacolo è la disponibilità economica, con il Ministero dell’Economia che ha sollevato obiezioni riguardo alle coperture finanziarie. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ripetutamente sottolineato le ristrettezze dei conti pubblici. Questo scontro potrebbe trasformarsi in un braccio di ferro tra i due ministeri, costringendo la premier Giorgia Meloni a intervenire per evitare che il piano si trasformi in un boomerang politico.
Le Misure Contestate: Personale e Acquisti dal Privato
Il ministro Schillaci mira a realizzare una mini riforma per dare respiro al sistema sanitario, ancora in difficoltà dopo la pandemia e i tagli passati. Tra le misure più contestate c’è la defiscalizzazione del lavoro extra del personale sanitario per ridurre le liste d’attesa. Inoltre, si prevede un ulteriore aumento dei tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dal settore privato, un punto che ha sollevato critiche. Altre proposte includono l’allentamento del tetto di spesa per le assunzioni di medici e infermieri e l’utilizzo delle farmacie dei servizi per eseguire esami e ridurre le liste d’attesa.
Le Misure Più Sicure: Agende Unificate e Controllo delle Ricette
Le misure meno controverse del decreto includono l’unificazione delle agende delle prenotazioni tra pubblico e privato accreditato, permettendo al Cup di smistare le richieste di prestazioni dove ci sono spazi liberi. Un monitoraggio più efficace dei tempi di attesa ospedale per ospedale sarà affidato all’Agenas, per finanziare le regioni in base alle necessità effettive. Inoltre, si prevede un controllo più rigoroso sulle ricette dei medici di famiglia, considerando che un 20% delle prestazioni prescritte è inappropriato, contribuendo così ad allungare le liste d’attesa. Infine, potrebbe essere introdotto un “voucher” per i cittadini che non trovano posto al Cup, permettendo loro di ottenere prestazioni dal privato pagando solo il ticket.
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