L’ evento, promosso dal Ministero della Cultura unitamente al Presidente della Commissione Cultura della Camera On. Mollicone, oltreché festeggiare il centenario della nascita di questo attore , ha anticipato l’apertura del Festival cinematografico di Roma, peraltro a lui dedicato, che si terrà all’Auditorium del Parco della Musica dal 16 al 27 di ottobre.
di Ines Di Lelio
A Roma, in una delle suggestive sale di Castel Sant’Angelo, è stata inaugurata una mostra su Marcello Mastroianni. L’ evento, promosso dal Ministero della Cultura unitamente al Presidente della Commissione Cultura della Camera On. Mollicone, oltreché festeggiare il centenario della nascita di questo attore , intende anche anticipare la prossima apertura del Festival cinematografico di Roma, peraltro a lui dedicato, che si terrà all’Auditorium del Parco della Musica dal 16 al 27 di ottobre. Sono tante le foto, appese alle pareti della Galleria, che illustrano l’iter artistico di questo attore nato a Isola Liri il 28 settembre del 1924. Era un divo-antidivo, come venne definito da Monicelli e confermato da altri registi che lavorarono con lui : “un attore senza parole inutili, autoironico, elegante , imprevedibile”.
Marcello Mastroianni fa parte dei provinciali inurbati che inseguono i sogni, abbagliati dalle luci della Capitale. E lo possiamo constatare in Fellini, Pasolini, Flaiano ed altri che ne tracciarono la storia. Dopo aver conseguito il diploma all’istituto tecnico industriale e aver lavorato come disegnatore tecnico , prima a Roma poi a Firenze, il giovane sognatore non resiste alla sua tentazione più grande, quella di fare
l’attore. E comincia col fare la comparsa a Cinecittà, a 10 lire al giorno. Mastroianni viene notato dal regista Dino Risi che nel “ Viale della Speranza” accenna ad un postrealismo “dolceamaro” di ragazzi che inseguono il sogno del Cinema.
Nel 1948 arriva per Mastroianni un punto di svolta, l’incontro con Luchino Visconti, che darà seguito a 10 anni di carriera teatrale, facendolo lavorare a fianco di interpreti come Paolo Stoppa, Rina Morelli , Romolo Valli ed altri “giganti”, da cui silenziosamente intanto impara l’arte della recitazione. Negli anni ’50 si divide tra teatro e cinema, anche se sarà il secondo a prendere il sopravvento sul primo. Si susseguono incontri determinanti con registi famosi, Lizzani, Blasetti ,De Sica : in pochi anni 18 film , da “Cronache di poveri amanti”a “Peccato che sia una canaglia” , che condurranno l’attore dal Neorealismo alla Commedia Italiana.
Ancora Visconti, ma stavolta nel cinema,con “Le Notti Bianche”. In questo film che gli fa vincere il Leone d’argento a Venezia si scopre un nuovo volto di Marcello che in una delle scene, quella del ballo ”forsennato” fino a svenire, mostra la sua capacità di recitare anche col corpo , esprimendosi nei più complessi movimenti. Subito dopo questo successo Monicelli lo chiama per girare “I Soliti Ignoti”, altro grande capolavoro , a fianco di Vittorio Gassman. Ma ci sarà un’altra svolta nella sua carriera.
Nel ’60, forse proprio per quel ballo “sfrenato” ne “Le Notti Bianche”, viene notato da Federico Fellini che lo vuole come protagonista, al posto di Paul Newman, nel suo film “La Dolce Vita”. La sua parte è quella di un elegante cronista che si confonde tra gli scandali e le scelleratezze di un mondo cambiato. Un successo epocale. E’ il divo più amato anche negli Stati Uniti. Da quel momento tra Mastroianni e “il Maestro”si creerà una specie di simbiosi, di intimità e felicità da condividere sul set del successivo film girato insieme, “Otto e Mezzo”. Qui Fellini elegge Marcello a proprio alter ego nella sua sarabanda autobiografica, tanto da fargli indossare i suoi occhiali e il suo cappello .
Gli insegna che recitare è un po’ come giocare, improvvisare. Una espressione dell’attrice Anouk Aimée sembra appropriata per questo rapporto tra i due: “non si sapeva dove finiva Fellini e dove iniziava Mastroianni”.
Mastroianni, il bel tenebroso del Cinema Italiano, apparentemente taciturno e compassato, ha tenuto nascosto il segreto del suo grande successo, svelato poi in una delle sue ultime interviste: il divertimento nel suo essere attore nel recitare, nell’esibirsi, dove la sua arte poi esplodeva volendosi godere lo spettacolo da solo. Si potrebbe azzardare anche qui un sottile confine tra Marcello uomo e
Mastroianni attore. Era semplicemente lui.
In questo suo divertimento che era il suo lavoro, interpretando uomini diversi, dal tassinaro al gay , al perdente , all’uomo incinto è riuscito un po’ a cambiare lo stereotipo maschile. Nella sua vita, che pian piano volge al tramonto per una grave malattia, lo aspettano altri film ed un ultimo lavoro teatrale, “Le Ultime Lune” che dovrà interrompere per raggiungere un traguardo finale nel 1996. Ma a farlo “rivivere” in un modo molto personale ed eccentrico, probabilmente per immortalarlo, ci ha pensato Chiara Mastroianni, la figlia avuta dall’attrice francese Catherine Deneuve, con un film presentato al festival di Cannes “Marcello mio”, dove lei interpreta suo padre.
Da qui forse il titolo della mostra : Mastroianni IERI OGGI SEMPRE.
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