Nel centro della Striscia di Gaza, un raid israeliano ha colpito una casa ad al-Zawayda, causando la morte di almeno 18 persone di una stessa famiglia, tra cui nove bambini
Il cessate il fuoco a Gaza sembra essere ancora lontano, se nei negoziati appare difficile sul campo è lontanissimo. Dopo i colloqui a Doha, la situazione si è ulteriormente aggravata con due nuovi episodi di violenza. Nel centro della Striscia di Gaza, un raid israeliano ha colpito una casa ad al-Zawayda, causando la morte di almeno 18 persone di una stessa famiglia, tra cui nove bambini. L’esercito israeliano (IDF) ha dichiarato di aver colpito obiettivi militari in un’area da cui erano stati lanciati razzi, aprendo un’indagine sull’incidente. Nel frattempo, nuovi ordini di evacuazione sono stati emessi per le città di Khan Yunis e Deir al Balah, dove è stato anche segnalato il primo caso di poliomielite. L’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto due tregue umanitarie di sette giorni ciascuna per vaccinare oltre 640mila bambini.
Anche sul fronte nord, la situazione rimane critica. In Libano, un blackout nazionale ha lasciato il paese senza elettricità a causa dell’esaurimento del carburante. Nel sud del Libano, un raid israeliano a Nabatieh ha causato la morte di almeno 10 persone, tra cui una donna e due bambini siriani. Israele ha dichiarato di aver colpito un deposito di armi di Hezbollah. Inoltre, un comandante dell’unità speciale Radwan di Hezbollah è stato ucciso a Tiro. In risposta agli attacchi, Hezbollah ha lanciato circa 55 razzi contro il kibbutz Ayelet HaShahar nel nord di Israele, ferendo due persone.
Nel contesto dei negoziati, USA, Qatar e Israele hanno espresso “cauto ottimismo”, ma Hamas ha respinto i progressi come “diktat” americani, definendoli un’illusione. Anche l’Iran ha dichiarato che non c’è stato alcun progresso, mentre l’Egitto ha mantenuto una posizione più ambigua, sottolineando che un accordo è possibile se c’è la volontà politica di colmare le lacune.