Meloni a New York: difende Musk, mantiene rapporti con Biden ma invia segnali a Trump, resta il nodo sull’Ucraina

Meloni si è anche incontrata con il presidente turco Erdogan, dove hanno discusso della situazione ucraina e hanno concordato una posizione contraria alla riforma proposta dagli Stati Uniti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU

Giorgia Meloni si trova a camminare su una linea diplomatica sottile, cercando di mantenere rapporti con tutte le parti, inclusi gli Stati Uniti di Joe Biden e il potenziale ritorno di Donald Trump. La premier italiana, durante la sua visita negli Stati Uniti, ha incontrato Elon Musk, che è vicino a Trump, ricevendo critiche per il suo presunto avvicinamento alle posizioni del magnate repubblicano.

Giorgia Meloni ha, quindi, colto l’occasione del premio ricevuto dall’Atlantic Council, consegnato da Elon Musk, per evienziare la sua posizione di equilibrio politico. Durante il suo intervento, ha sottolineato che incontrare Musk non significa compromettere i rapporti con l’amministrazione Biden. Ha descritto il fondatore di Tesla come una delle personalità più interessanti del nostro tempo, ma ha chiarito che questo incontro non ha nulla a che fare con la campagna elettorale statunitense, respingendo l’idea di schierare l’Italia in una competizione politica americana, che ha definito poco intelligente.

Meloni ha inoltre precisato di non aver avuto contatti con Donald Trump, distanziandosi così da eventuali speculazioni su un legame con l’ex presidente degli Stati Uniti e sulla possibilità di un coinvolgimento nel contesto politico americano. Queste dichiarazioni sembrano voler mantenere un approccio bilanciato, evitando di alimentare tensioni con l’attuale amministrazione statunitense.

Il rapporto tra Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, ed Elon Musk, fondatore di Tesla e X (ex Twitter), ad onor del vero ha suscitato grande interesse anche al di là degli interessi politici coinvolti. Musk ha consegnato il premio a Meloni, elogiandola pubblicamente con il commento: «È ancora più bella dentro che fuori. Ha fatto un lavoro incredibile». Questo momento, accompagnato da sguardi d’intesa, ha portato molti utenti sui social a speculare su una possibile relazione tra i due, con commenti che alludevano a una complicità non solo culturale, ma sentimentale.

La situazione ha alimentato discussioni e “ship” fantasiose, come già successo in precedenza con l’ipotetica relazione tra Meloni e Narendra Modi, primo ministro indiano, una tendenza ormai frequente nel mondo dei social media. Tuttavia, Musk è intervenuto direttamente per smentire categoricamente le speculazioni, affermando: «Non ci stiamo frequentando» e chiarendo che era accompagnato da sua madre alla cena. Quindi, sembra che anche questa volta le ipotesi degli utenti non abbiano fondamento, e il presunto legame sentimentale tra Meloni e Musk non esiste.

Ad ogni modo, tornando ai temi politici, il nervo scoperto rimane l’atteggiamento prudente dell’Italia verso la guerra in Ucraina. Nonostante il suo governo continui a sostenere Kiev, l’Italia rimane l’unico paese europeo, insieme a Orban, a non voler usare le proprie armi sul territorio russo. La decisione di Meloni di rientrare in Italia prima del ricevimento di Biden in onore di Zelensky e del summit sull’Ucraina ha suscitato scalpore. La premier ha però affermato che il rientro era già stato pianificato e che il sostegno all’Ucraina non è cambiato.

Meloni si è anche incontrata con il presidente turco Erdogan, dove hanno discusso della situazione ucraina e hanno concordato una posizione contraria alla riforma proposta dagli Stati Uniti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La premier ha inoltre delineato una visione di “patriottismo occidentale” in un discorso all’Atlantic Council, inviando segnali che sembrano rivolti a Trump e ai suoi sostenitori.

Sul fronte della politica estera mediorientale, Meloni si è mostrata preoccupata per un possibile coinvolgimento dell’Iran nel conflitto con Israele. L’Italia sta cercando di fare da ponte con Teheran, con il sostegno degli Stati Uniti, per scoraggiare un’escalation in Libano, dove Roma ha oltre mille militari nel quadro della missione Unifil.

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