Meloni incontra Draghi: convergenza su competitività ed eurobond, intanto Ecr critica l’ex premier

Durante l’incontro Meloni ha cercato di evidenziare i punti di contatto tra il suo governo e le proposte di Draghi, riconoscendo che il Rapporto sul futuro della competitività europea contiene spunti utili

Giorgia Meloni ha ricevuto Mario Draghi a Palazzo Chigi, un incontro che arriva in un momento delicato per il governo. Pochi giorni prima, l’ex premier aveva avuto un incontro con Marina Berlusconi, un episodio che ha irritato Meloni, anche se ha preferito non esprimere il suo disappunto direttamente. Le sfide che attendono l’Italia e l’Europa nei prossimi anni sono complesse, e l’attuale presidente del Consiglio sa bene che l’aiuto di una figura come Draghi potrebbe essere fondamentale, specialmente con l’Italia in bilico su una possibile procedura d’infrazione per deficit eccessivo.

L’articolo critico dei Conservatori europei

Mentre Meloni si confrontava con Draghi, un’analisi critica nei confronti del piano economico proposto dall’ex premier è apparsa sul sito del partito dei Conservatori europei (Ecr), il gruppo politico a cui appartiene Meloni. L’articolo, scritto da Alessandro Imperiali, smonta l’efficacia del progetto Draghi, evidenziando dubbi sulla fattibilità del superamento del veto dei singoli Stati membri e sull’uso degli eurobond per finanziare le ambiziose strategie europee. L’articolo sostiene che l’approccio di Draghi, pur affrontando una crisi reale, sia eccessivo in termini di intervento pubblico e rischioso dal punto di vista economico, anche a causa della resistenza dei “Paesi frugali” e del Patto di stabilità.

Collaborazione e divergenze

Nonostante il clima teso, il colloquio tra Meloni e Draghi è stato cordiale e produttivo. I due avevano collaborato in modo leale durante la transizione tra i loro governi, ma i rapporti si erano raffreddati per voci sulle ambizioni politiche dell’ex presidente della Bce. Durante l’incontro, durato oltre un’ora, Meloni ha cercato di evidenziare i punti di contatto tra il suo governo e le proposte di Draghi, riconoscendo che il Rapporto sul futuro della competitività europea contiene spunti utili. Tra i temi di comune interesse ci sono l’innovazione, l’approvvigionamento di materie prime critiche, e il controllo delle catene del valore, oltre all’industria della difesa e le transizioni ecologiche e digitali.

L’Eurobond e il diritto di veto

L’eurobond sembra essere uno dei punti su cui Meloni e Draghi convergono, con Meloni che non esclude la possibilità di ricorrere a un nuovo debito comune per finanziare le politiche europee. Tuttavia, l’abbandono del diritto di veto dei singoli Paesi è un nodo su cui i due restano divisi. Draghi, con una visione federalista, propone un’Europa più coesa e capace di prendere decisioni senza l’ostacolo dei veti nazionali, mentre Meloni, più vicina a una visione sovranista, non è pronta a rinunciare a questo strumento di controllo per Paesi come l’Italia.

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