Il mercantile, sequestrato il 19 novembre nelle acque yemenite del Mar Rosso da un commando di miliziani Houthi, fazione sciita yemenita legata a Teheran non appartiene non allo stato ebraico o a societá ad esso collegato, come rivendicato in primo momento dagli autori del blitz, ma é di proprietá britannica ed é gestito da una compagna giapponese, la Galaxy Leader. Lo ha precisato in una nota l’ufficio del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, definendo comunque l’episodio “un altro atto di terrorismo iraniano che rappresenta un’escalation nella belligeranza dell’Iran contro i cittadini del mondo libero”.
Nelle scorse settimane, gli Houthi, avevano lanciato una serie missili in direzione di Israele e minacciato ripetutamente di colpire i traffici marittimi israeliani tra Mar Rosso e Golfo di Aden. Un portavoce del movimento aveva rilasciato questa dichiarazione al tv qatarina Al Jazeera: “Abbiamo preso la nave per sostenere il popolo oppresso a Gaza”, precisando che il mercantile era stato portato sulle coste dello Yemen. Incerto il numero di persone a bordo: sarebbero 52 secondo l’emittente libanese Al Mayadeen,22 stando a quanto riferisce l’emittente saudita Al-Hadath, 25 secondo il governo israeliano.