La presidente Sandu ha denunciato l’ingerenza russa nella competizione elettorale un “attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese”
In Moldavia si è concluso un complicato weekend elettorale, con un doppio appuntamento per il futuro del Paese: le elezioni presidenziali e il referendum sul percorso di adesione all’Unione europea . La Moldavia si è espressa a favore dell’Europea, pur con un margine sottilissimo di 6mila voti. La presidente uscente Maia Sandu ha denunciato in un discorso dopo il voto un «attacco senza precedenti» contro «la libertà e la democrazia» nel suo paese da parte di «forze straniere», soprattutto russe, che avrebbero «comprato» centinaia di migliaia di voti per influenzare le elezioni nel paese.
Il voto in Moldavia
Domenica in Moldavia si è votato sia per le elezioni presidenziali, a cui la stessa Sandu era candidata, sia per un referendum costituzionale che potrebbe impegnare formalmente la Moldavia a entrare nell’Unione Europea. Alle presidenziali Sandu, una politica liberale ed europeista che era ritenuta la favorita nei sondaggi, andrà al ballottaggio il 3 novembre con Alexandr Stoianoglo, un politico filorusso. Sul referendum per aderire all’Ue c’è stato uno spareggio fino all’ultimo voto tra il sì (favorevole all’Unione Europea) e il no (contrario): il risultato favorevole è dipeso da poche migliaia di voti, determinante quello dei cittadini moldavi residenti all’estero.
I risultati
I risultati del voto sono stati considerati da molti analisti sorprendenti, in particolare per quanto riguarda il referendum sull’Unione Europea. Secondo tutti i sondaggi in Moldavia c’è un sostegno piuttosto ampio per l’ingresso nell’Unione, percepito come un’occasione di prosperità economica e integrazione con l’Occidente. La Moldavia è uno dei paesi più piccoli e più poveri d’Europa, ha circa 2,5 milioni di abitanti, e tutti i sondaggi sostenevano che due terzi della popolazione fossero favorevoli a una maggiore integrazione europea. Ma, come ha dimostrato lo spoglio-dove i sì e i no al quesito erano quasi in perfetta parità fino all’ultimo- quando si è trattato di votare al referendum l’elettorato europeista si è ridotto ad appena sopra il 50 per cento.
Le interferenze russe nella campagna elettorale
Negli ultimi mesi la Moldavia è stata oggetto di ampie campagne di interferenza da parte della Russia, che, stando a quanto sostengono le autorità moldave e vari osservatori internazionali, ha fatto di tutto per danneggiare l’europeista Sandu e far fallire il referendum. La Moldavia come paese dell’ex Unione Sovietica è soggetta da tempo alle contrastanti influenze di Russia e Occidente. Negli ultimi anni, però, il vento europeista sembrava tirare più forte. Al momento, infatti, in Moldavia sia la presidente della Repubblica sia il parlamento del paese sono pro Ue, e questo aveva spinto Sandu a indire un referendum sull’integrazione per sancire ufficialmente l’impegno e la direzione politica che il paese avrebbe dovuto prendere nei prossimi anni.
A questo spostamento politico della Moldavia verso l’Unione Europea la Russia ha risposto con un’ampia campagna di «guerra ibrida», combattuta tramite la propaganda e le operazioni di influenza politica. Un’operazione che avrebbe l’obiettivo «di prendere il controllo politico della Moldavia e impedire che continui ad avvicinarsi all’Occidente, e in particolare che diventi un paese membro dell’Unione Europea», come ha spiegato un’analisi del Centro per gli studi sull’est europeo di Stoccolma.In particolare, le autorità moldave hanno accusato la Russia di aver impiegato decine di milioni di euro per comprare voti e convincere i cittadini moldavi a votare contro il referendum europeo. La polizia moldava ha infatti fermato centinaia di persone che entravano nel paese trasportando migliaia di euro, e ritiene che i soldi sarebbero stati usati per operazioni di interferenza del voto. Durante la campagna elettorale ci sono state manifestazioni politiche i cui partecipanti, si è scoperto dopo, erano stati quasi tutti pagati, e vari partiti politici filorussi sono stati finanziati con fondi riconducibili direttamente alla Russia.
Tra i vari strumenti di interferenza usati nella campagna elettorale in Moldavia, Politico ha raccontato che le autorità russe avrebbero trasportato migliaia di persone alle due sezioni elettorali che erano state installate in territorio russo per far votare i cittadini moldavi all’estero. Davanti a queste due sezioni si sarebbero create lunghissime e inattese file di persone, molte delle quali cantavano canzoni sovietiche. Il ministero degli Esteri moldavo ha fatto sapere che ritiene che questo grande afflusso di elettori moldavi in Russia sia stato «creato artificialmente per influenzare il processo elettorale». Per questi motivi domenica notte Sandu ha denunciato un attacco di «forze straniere» contro la democrazia del suo paese, e ha detto di avere «chiare prove che dei gruppi criminali hanno cercato di comprare 300mila voti». La presidente ha anche promesso che lo Stato moldavo risponderà con forza contro questi tentativi di interferenza, anche se non è ancora chiaro in che modo.
Il secondo turno delle presidenziali
Al ballottaggio del 3 novembre Sandu dovrà affrontare Alexandr Stoianoglo, un ex procuratore affiliato al Partito Socialista, una formazione politica filorussa. I sondaggi prima del voto attribuivano a Stoianoglo appena il 10% dei consensi, ma alle elezioni di domenica ha ottenuto il 29%, contro il 38%di Sandu. Stoianoglo sostiene di non essere filorusso, ma ritiene che la Moldavia debba mantenere una posizione di neutralità tra Russia ed Europa e in più di un’intervista si è rifiutato di condannare l’invasione russa dell’Ucraina. Il secondo turno quindi potrebbe essere molto combattuto, soprattutto se tutta l’opposizione filorussa si unirà in sostegno a Stoianoglo.
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