Tra coloro che hanno perso la vita sono stati identificati il banchiere Jonathan Bloomer, presidente della Morgan Stanley International, e l’avvocato Chris Morvillo. Secondo i media britannici, altri due corpi sarebbero quelli di Mike Lynch, noto imprenditore tecnologico britannico, e di sua figlia diciottenne Hannah
Nella tragica vicenda del naufragio del superyacht Bayesian, avvenuto al largo di Porticello in Sicilia, emergono novità drammatiche. I sommozzatori, impegnati da giorni nelle operazioni di recupero, hanno trovato i corpi di cinque dei sei passeggeri dispersi. Tra questi sono stati identificati il banchiere Jonathan Bloomer, presidente della Morgan Stanley International, e l’avvocato Chris Morvillo. Secondo i media britannici, altri due corpi sarebbero quelli di Mike Lynch, noto imprenditore tecnologico britannico, e di sua figlia diciottenne Hannah. Un quinto corpo è stato individuato all’interno dello scafo del veliero, lasciando un solo disperso ancora da ritrovare.
Il veliero, lungo 56 metri e di proprietà della moglie di Mike Lynch, si è capovolto durante una violenta tempesta nelle prime ore di lunedì, mentre era ancorato al largo del porto di Porticello. A bordo si trovavano 22 persone. Il corpo del cuoco dello yacht, Recaldo Thomas, era stato recuperato poco dopo l’affondamento, ma per gli altri dispersi le ricerche sono durate due giorni, fino alla conferma che si trovavano intrappolati nello scafo affondato a 50 metri di profondità.
Le operazioni di ricerca sono state estremamente complesse e hanno coinvolto risorse navali, aeree e subacquee coordinate dalla Guardia Costiera di Palermo. Tra le tecnologie utilizzate c’è un robot subacqueo (ROV – Remotely Operated Vehicle), capace di operare fino a 300 metri di profondità e di rimanere immerso per 6-7 ore, utilizzato per esplorare i fondali e documentare la situazione con video e immagini. Anche una squadra di sommozzatori speleo dei vigili del fuoco, giunta da Genova, è stata impiegata nelle operazioni, con la capacità di rimanere sott’acqua fino a 20 minuti per ogni immersione.
Le ricerche sono proseguite attraverso un varco realizzato dai sommozzatori, che hanno dovuto divellere una spessa vetrata sul lato opposto a dove si trovano le cabine dello yacht. Nonostante il veliero sia piegato di 90 gradi sul fianco destro, la struttura è risultata ancora integra, con l’albero maestro ancora attaccato. Le operazioni continuano per recuperare l’ultimo corpo disperso e chiarire le circostanze di questa tragica perdita.
L’affondamento del veliero Bayesian resta, comunque, circondato da una serie di errori tecnici e tragiche coincidenze che hanno portato al naufragio in soli 60 secondi. L’inchiesta in corso sta cercando di far luce su quanto accaduto, con particolare attenzione alla posizione della deriva mobile e all’errato posizionamento dell’imbarcazione, che potrebbe aver compromesso la stabilità del veliero durante la tempesta.
Il comandante del Bayesian, James Cutfield, un neozelandese di 51 anni, è stato interrogato per diverse ore dai pm della procura di Termini Imerese per ricostruire i momenti drammatici dell’affondamento e chiarire le decisioni che hanno preceduto la tragedia. Gli investigatori stanno anche ascoltando tutti i sopravvissuti, che attualmente si trovano nel resort Domina Zagarella di Santa Flavia.
Uno degli elementi chiave dell’inchiesta è la posizione della deriva mobile del veliero. Normalmente, durante la navigazione, il Bayesian ha una chiglia di 9,83 metri con la deriva abbassata, che gli garantisce stabilità. Tuttavia, la deriva può essere alzata per ridurre il pescaggio a 4,05 metri, facilitando le manovre in porti con fondali bassi. I sommozzatori hanno trovato la deriva alzata durante le prime ispezioni del relitto, il che potrebbe spiegare perché il veliero non ha resistito alla tromba marina. In tale configurazione, il Bayesian sarebbe stato estremamente instabile, e le raffiche di vento sopra i 100 km/h registrate quella notte sarebbero state sufficienti per rovesciarlo.
Un altro fattore critico è l’apparente sottovalutazione del pericolo da parte dell’equipaggio, nonostante le previsioni meteo avessero annunciato una tempesta. L’allerta meteo non è stata adeguatamente considerata, e il sistema automatico che avrebbe dovuto sigillare la nave potrebbe non aver funzionato correttamente. Secondo le ricostruzioni, un’enorme quantità d’acqua sarebbe entrata da poppa, forse a causa di un’onda anomala, contribuendo al rapido affondamento del veliero.