Nella prima intervista rilasciata dal Premier israeliano dopo 10 mesi Netanyahu si è detto rammaricato per quanto accaduto il 7 ottobre e non essere riuscito ad evitare la morte di 1.200 persone
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente espresso il suo rammarico per quanto accaduto 7 ottobre, quando le milizie di Hamas hanno attaccato Israele, causando la morte di 1.200 persone. In un’intervista con il periodico statunitense Time, la prima dopo 10 mesi, Netanyahu ha ammesso: “Chiedere scusa? Certo” e ha sottolineato come sia inevitabile riflettere su come si sarebbe potuto prevenire una tragedia simile.
Parlando della sicurezza di Israele, Netanyahu ha evidenziato il crescente pericolo rappresentato non solo da Hamas, ma da quello che ha definito come un “asse iraniano”. Ha affermato che Israele deve prepararsi per una difesa più ampia, sottolineando che la sicurezza del Paese ha implicazioni vitali. Il premier ha dichiarato che preferisce affrontare critiche mediatiche piuttosto che mettere a rischio la sicurezza di Israele, riflettendo la sua determinazione a proteggere il Paese a qualsiasi costo.
Riguardo alle accuse di aver permesso il passaggio di denaro proveniente dal Qatar verso Gaza, Netanyahu ha difeso la sua decisione, sostenendo che era necessario per evitare un collasso umanitario e mantenere un’amministrazione civile funzionante a Gaza. Ha però riconosciuto che il vero problema era il trasferimento di armi, dimostrato tragicamente il 7 ottobre, quando si è reso conto che la percezione di un Hamas scoraggiato era errata.
Nel dialogo con gli Stati Uniti, Netanyahu ha affrontato il tema dell’erosione del sostegno a Israele, affermando che si tratta di un problema interno agli Stati Uniti e non legato direttamente a Israele.
Guardando al futuro, Netanyahu ha delineato la sua visione per Gaza e la Cisgiordania, auspicando un’amministrazione civile palestinese sostenuta da partner regionali, ma senza potere militare. Ha sottolineato la necessità di mantenere una maggioranza ebraica in Israele, evitando però l’incorporazione dei palestinesi come cittadini israeliani.
Infine, Netanyahu ha parlato del suo futuro politico, affermando che rimarrà in carica finché crederà di poter guidare Israele verso un futuro sicuro e prospero, ma riconoscendo che sarà il popolo a decidere il suo destino politico