Medio Oriente, nuovo piano Usa per la pace

Secondo il giornalista Thomas Friedman, che ha scritto un editoriale per il New York Times, il piano si basa sulle discussioni avute in estate tra l’amministrazione Biden, Israele e mediatori arabi, tra cui il Qatar e l’Egitto, con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro la fine del mandato di Biden

piano usa Gli Stati Uniti stanno lavorando su una nuova iniziativa di pace in Medio Oriente, sfruttando la morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar, come possibile apertura per convincere il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per fermare la guerra a Gaza e nell’intera regione. Secondo il giornalista Thomas Friedman, che ha scritto un editoriale per il New York Times, il piano Usa si basa sulle discussioni avute in estate tra l’amministrazione Biden, Israele e mediatori arabi, tra cui il Qatar e l’Egitto, con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro la fine del mandato di Biden, che si concluderà nel gennaio 2025.

La Visione di Friedman

Friedman sottolinea come la morte di Sinwar offra un’importante opportunità per mettere fine al conflitto e riaprire il dialogo per una soluzione a due stati tra Israele e Palestina, oltre che per la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita. Nonostante la morte di Sinwar non garantisca automaticamente la pace, può rappresentare un’occasione unica per compiere passi significativi.

I Punti Chiave del Piano Usa

Il piano Usa prevede innanzitutto un cessate il fuoco a Gaza, con il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Successivamente, l’iniziativa include la nomina di Salam Fayyad come primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), con il compito di riformare l’amministrazione palestinese e i servizi di sicurezza. Questo passaggio, combinato con l’istituzione di una forza di pace internazionale (con truppe arabe e, possibilmente, europee), faciliterebbe il ritiro graduale delle forze israeliane da Gaza.

Un altro elemento cruciale del piano è la ricostruzione di Gaza con finanziamenti da parte di Paesi arabi e occidentali. L’obiettivo finale sarebbe il riconoscimento diplomatico reciproco tra Israele e Arabia Saudita, nel quadro di un rilancio dei negoziati per la creazione di uno stato palestinese.

Il Futuro del Conflitto

Uno dei principali ostacoli è rappresentato dalla coalizione di governo israeliana, che include partiti di estrema destra contrari a una soluzione diplomatica. Tuttavia, con la recente espansione della coalizione verso il centro, Netanyahu potrebbe essere in una posizione tale da poter fare concessioni significative, senza perdere la maggioranza.

La domanda centrale è se Netanyahu sarà disposto a cogliere questa occasione per entrare nella storia come il leader che ha portato la pace, o se continuerà sulla strada della guerra.

(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati