Paola Di Leo: una musicista italiana a New York su cui scommettere

di Giulia Romana Zacutti 

Ho avuto il piacere di intervistare per voi la giovane cantante romana Paola Di Leo. Canta, vive a New York, ha 26 anni (tra un mese 27) e una voce potente.

Ciao Paola, parlaci di te!

Ciao! Sono una cantautrice, la mia più grande passione è la musica e scrivere testi, solo così riesco ad esprimere ciò che ho dentro. Sono “uscita come artista emergente”, come si dice nel mondo della musica, con il singolo Better Day, a breve esce un mio nuovo brano e sono già a lavoro per un altro progetto.

Vivo nella Grande Mela, canto e suono diversi strumenti musicali come pianoforte, flauto traverso, batteria e chitarra. Inoltre, ho anche un secondo lavoro, da Google. Ho scelto questo campo perché mi sono laureata in Communication and Business Administration e poi ho fatto un master proprio a New York in Media Management.

Da quanto tempo vivi a New York? E perché hai deciso di trasferirti?

Da circa quattro anni anche se nel 2021 ho vissuto qualche mese a Beverly Hills per via della mia carriera musicale. Ho scelto New York perché pensavo, e non sbagliavo, che fosse una città ricca di opportunità e davvero tante fonti d’ispirazione. Consiglio a tutti di fare esperienze all’estero e di uscire dalla propria comfort zone!

È appena uscito il tuo nuovo singolo, Speed, raccontacelo un po’!

Sono davvero emozionata per questa release perché è il primo pezzo che scrivo dopo due anni di stop. L’ultimo mio lavoro è stato l’EP (extended playlist, ndr) Break Free, che raccoglie sei canzoni ed ho pubblicato con la casa discografica Honiro Label. Per l’avvento della pandemia non sono riuscita a promuovere il progetto come avevo immaginato tuttavia rappresenta un gran traguardo per me.

Comunque, Speed è un pezzo molto personale, intimo che ho scritto al piano alla fine del 2019, è tanto che lo porto dentro. Si chiama così perché, come dice la canzone, “speed the time of my life”– velocizza la mia vita- a volte lasciamo che la velocità delle cose ci rinchiuda in un vortice di angoscia mentre dovremmo imparare a lasciarci andare.

Non mi reputo una pianista, sono un’autodidatta ed ho deciso di suonare io la base della canzone proprio per farla ancora più mia.

Dove ti esibisci a New York?

In vari posti, ad esempio ho cantato numerose volte e con band diverse in un ristorante italiano molto in voga qui a New York, si chiama Ribalta, è a Union Square.

A luglio scorso, invece, ho organizzato proprio un mio show in un locale a Little Italy. Era un acustic set quindi insieme a me sul palco c’era anche il chitarrista Marco Ferraro. Ero emozionatissima, abbiamo seguito una scaletta di quindici canzoni, alcuni miei pezzi originali e qualche cover. Sono davvero grata per questa opportunità, spero di potermi esibire in concerto al più presto!

Qual è il tuo più grande sogno?

Difficile, ne ho tanti… A livello musicale vorrei poter continuare a scrivere, cantare, esibirmi, creare un contatto con il pubblico, far sentire la mia voce, toccare gli altri con le mie canzoni, suscitare emozioni con la mia musica.

La più grande sfida davanti cui la vita ti ha messo?

Forse la più difficile è stata affrontare la scomparsa di persone care, è stato molto duro. Anche venire a vivere sola in un continente nuovo e ricominciare da zero con le abitudini e i progetti è stata una bella sfida.

Attualmente, la competizione quotidiana è quella di vivere della mia musica, provare a me stessa di essere in grado di realizzare il mio sogno.

L’ultimo libro che ti ha ispirato?

È un libro di poesie del “poeta maledetto” Arthur Rimbaud, si chiama “Una stagione all’inferno”, l’ho comprato sia in francese che in italiano per provare a riprendere un po’ la lingua che ho studiato in passato. La poesia stimola la mia creatività, mi ispira e addolcisce le giornate, mi piace perdermi tra i versi.

Qual è il tuo stilista o marchio del cuore?

Adoro Chanel da sempre, per me è unico mentre come marchio più sportivo mi piace molto Alo. Inoltre, per caso un giorno ho preso un taxi con Andrea Adamo e chiacchierare con lui è stato piacevolissimo, lo ammiro molto, il suo brand è cresciuto tanto in questi anni e si è riuscito a distinguere tra tanti creativi.

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