Simona Agnes, per essere eletta, avrebbe bisogno dei due terzi dei voti, una soglia difficilmente raggiungibile senza il supporto delle opposizioni
La vicenda della nomina del Consiglio di Amministrazione della Rai, vista dai 5 Stelle e dall’Alleanza Verdi Sinistra (Avs), si basa su un rischio calcolato. L’obiettivo è spingere il centrodestra a negoziare per la presidenza, attraverso un percorso ben studiato. Secondo fonti interne ai due partiti, la strategia prevedeva inizialmente una collaborazione con il Partito Democratico (Pd), anche se quest’ultimo ha poi scelto un approccio diverso. La mossa chiave di questa tattica è la bocciatura compatta da parte delle opposizioni della candidata alla presidenza designata dal centrodestra, Simona Agnes di Forza Italia, in sede di Commissione di Vigilanza. Per essere eletta, Agnes avrebbe bisogno dei due terzi dei voti, una soglia difficilmente raggiungibile senza il supporto delle opposizioni.
Gli scenari possibili e la scelta di M5S e Avs
Due scenari si delineavano nel percorso verso la nomina del CDA Rai. Nel primo, tutte le opposizioni avrebbero boicottato il voto, come ha fatto il Pd, permettendo alla maggioranza di destra di nominare i quattro membri del CDA scelti dal Parlamento, insieme ai due membri di nomina governativa, tra cui Agnes. In caso di una seconda bocciatura in Vigilanza, la maggioranza avrebbe potuto sostituire il membro meno votato per mantenere Agnes nel consiglio.
Il secondo scenario, quello realizzato, ha visto M5S e Avs decidere di partecipare al processo, calcolando che, dopo una seconda bocciatura di Agnes, non sarebbe stato possibile far dimettere Antonio Marano, esponente della Lega e presidente ad interim, né Federica Frangi, rappresentante di Fratelli d’Italia, essendo la più votata. Agnes, invece, avrebbe potuto essere costretta a lasciare il consiglio, soprattutto dopo una doppia bocciatura, destabilizzando la maggioranza. La perdita di Agnes sarebbe un duro colpo per Forza Italia e per la famiglia Berlusconi, che perderebbero una figura di fiducia.
Le accuse di accordi sottobanco e la difesa di M5S e Avs
Di fronte alle accuse mosse da una parte del Pd e da Italia Viva, che insinuano un accordo segreto con la destra, i rappresentanti di M5S e Avs hanno negato con forza. Sostengono che la loro decisione non è frutto di “giochetti”, ma di una strategia ponderata per mantenere un equilibrio di potere nel CDA della Rai e garantire una governance che rispetti il pluralismo. La collaborazione tra il Movimento 5 Stelle e Avs, rafforzata dall’alleanza in Europa nel gruppo “The Left” e dalla loro comune opposizione a Matteo Renzi, viene vista come un’azione legittima e coerente con i valori di entrambe le forze politiche.
(Associated Medias) – Tutti i diritti sono riservati