Rassegna stampa 12 luglio

SICUREZZA

Cingolani riorganizza Leonardo. La carriera dell’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani (62 anni) è esplosa negli ultimi anni. Il fisico dinamico e vivace, che è stato direttore scientifico dell’Istituto di ricerca genovese Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) dal 2005 al 2019, è diventato ministro per la Trasformazione ecologica nel governo di Mario Draghi. Ha sostenuto con successo la liberazione dalla dipendenza dalle forniture di gas russo ed è stato un veemente sostenitore di un tetto massimo per il prezzo del gas. Anche il successore di Draghi, Giorgia Meloni, lo stima molto. Gli ha offerto un posto ministeriale, ma lui ha rifiutato. Ne è diventato consigliere sulle questioni energetiche e, nella primavera del 2022, è subentrato a Alessandro Profumo, a capo della società di difesa Leonardo che sta riorganizzando.
Gerhard Bläske su Börsen-Zeitung

Non siamo preparati per una guerra convenzionale. Il capo della Rheinmetall Armin Papperger parla dei fallimenti tedeschi degli ultimi 25 anni, del nuovo ritmo tedesco per le fabbriche di munizioni e del perché la compagnia di armi è sponsor del Borussia Dortmund. Essere presidente di una società di difesa che è una delle maggiori sostenitrici dell’Ucraina è un lavoro pericoloso: giovedì sera si è saputo che gli Stati Uniti e la Germania avrebbero impedito un attentato ad Armin Papperger. Secondo il canale televisivo CNN, la Russia avrebbe pianificato attacchi contro diversi importanti gestori di armi. Gli Stati Uniti hanno informato le autorità tedesche, dopodiché la protezione per Papperger sarebbe stata aumentata. Papperger convive da tempo con questa crescente attenzione. Il responsabile di Rheinmetall è sempre accompagnato da agenti di polizia durante le sue apparizioni pubbliche dopo l’attacco subito alla fine di aprile.
Jonas Jansen su Frankfurter Allgemeine

Impennata. Fincantieri e Leonardo-DRS hanno ottenuto un grande successo sui mercati, con un aumento di capitale da 400 milioni per il gruppo cantieristico e un’impennata in borsa per la controllata americana di Leonardo, che ha visto le sue azioni salire del 144% dal suo IPO di fine 2022. Leonardo Drs, specializzata in elettronica per la difesa, ha raggiunto una capitalizzazione di mercato oltre i 7 miliardi di dollari, con previsioni degli analisti che puntano a un ulteriore aumento del valore delle azioni. Il settore della difesa è in crescita, sostenuto dal budget di 850 miliardi di dollari dell’amministrazione Biden per il 2025 e dalle commesse per i sottomarini classe Columbia per la US Navy. Intanto, la premier italiana Giorgia Meloni ha confermato l’impegno a incrementare la spesa per la difesa al 2% del PIL e ha sottolineato il sostegno all’Ucraina, mentre i ministri della difesa di alcuni paesi europei hanno firmato un’intesa per lo sviluppo di nuovi missili.
Angela Zoppo su Mf

Nuovi presidenti. Luciano Floridi è stato nominato presidente della fondazione Leonardo-Civiltà delle macchine, che si trasformerà in ente per il terzo settore, mentre Geminello Alvi assumerà la presidenza della fondazione Ansaldo, con un focus sulla cultura d’impresa e l’attrattività del territorio ligure. La fondazione Leonardo subirà una ristrutturazione sostanziale, con una riduzione delle spese e un nuovo orientamento verso la divulgazione scientifica e l’educazione, in particolare nelle materie STEM, rivolgendosi agli studenti e alla società civile.
Stefano Iannaccone su Domani

I cannoni italiani proteggono kharkiv. I cannoni italiani Oto Melara M56 sono stati posizionati nelle postazioni ucraine denominate Roma e Milano, vicino a Kharkiv, per contrastare l’offensiva russa. I soldati della Tredicesima brigata di fanteria meccanizzata apprezzano la leggerezza e la manovrabilità di questi cannoni, superiori alle vecchie artiglierie sovietiche e persino a modelli americani. Nonostante alcune iniziali critiche verso le armi fornite dall’Italia, i cannoni Oto Melara si sono dimostrati affidabili e capaci di sparare fino a 6 colpi al minuto senza surriscaldarsi. La situazione sul campo rimane tesa, con la minaccia costante dei droni e villaggi devastati, mentre le truppe ucraine mantengono le posizioni a pochi chilometri dal nemico.
Lorenzo Cremonesi su Corriere della Sera

Nato, lite con Russia e Cina. Gli Stati Uniti hanno annunciato il dispiegamento di missili a lungo raggio in Germania dal 2026, una mossa descritta dal cancelliere tedesco Olaf Scholz come parte della deterrenza e garanzia di pace, ma che ha suscitato la minaccia di una risposta militare da parte del Cremlino. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il summit di Washington, ha dichiarato che l’Ucraina è vicina all’adesione alla NATO e ha chiesto la rimozione delle restrizioni sull’uso di armi a lungo raggio per colpire obiettivi in Russia. La NATO ha criticato la Cina per la fornitura di materiali dual-use a Mosca e ha espresso preoccupazione per l’influenza cinese nell’Indo-Pacifico. Intanto, il premier ungherese Viktor Orbán ha visitato Donald Trump in Florida, suscitando commenti da parte di Zelensky sulla capacità di fare da mediatore nel conflitto
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Pochi piloti, i nodi dei jet. La consegna degli F-16 all’Ucraina è vista dagli esperti come un fattore importante, ma non decisivo nel conflitto con la Russia, soprattutto considerando la necessità di quantità e sostegno a lungo termine. Inizialmente, l’Ucraina riceverà 6-10 aerei dagli stock di Olanda e Danimarca, con ulteriori consegne previste da Norvegia e Belgio, fino a un totale di 80-100, meno dei 128 richiesti dal presidente Zelensky. Tuttavia, ci sono sfide da affrontare, come il numero limitato di piloti addestrati, la necessità di proteggere le basi aeree e la manutenzione, che potrebbe essere eseguita all’estero, causando ritardi logistici. Inoltre, gli F-16 devono integrarsi in un sistema di difesa che attualmente presenta lacune, e l’Ucraina intende usarli per intercettare i missili cruise e contrastare i caccia russi. Nonostante l’impegno e la determinazione dei piloti ucraini, l’efficacia degli F-16 rimane incerta, e la Russia cercherà di abbatterli per motivi propagandistici
Guido Olimpio su Corriere della Sera

F-16 si, ma nel 2025. Il generale Philip Mark Breedlove, alto ufficiale dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti, ha dichiarato che gli F-16 contribuiranno significativamente alla difesa dell’Ucraina, ma non prima della primavera del 2025, a causa della necessità di addestrare i piloti e ricevere un numero adeguato di velivoli. Kiev necessita di permessi per utilizzare missili a lungo raggio contro obiettivi in Russia e di maggiori forniture di munizioni e sistemi di difesa aerea. Nonostante la presenza di mezzi obsoleti e personale poco preparato, la Russia non mostra una superiorità evidente sul campo. Inoltre, la crescente tensione tra Cina e Taiwan, insieme al supporto cinese all’industria difensiva russa, indica un crescente problema di sicurezza che lega l’Europa all’Indo-Pacifico.
Francesco Semprini su Stampa

La guida del fronte Sud. La premier italiana Giorgia Meloni, durante un vertice NATO a Washington, ha ottenuto l’istituzione di un Inviato per il fronte Sud dell’Alleanza, sottolineando l’importanza di non concentrarsi esclusivamente sul fronte Est. Meloni ha evidenziato la complessità e la diversità delle sfide attuali in materia di sicurezza, che includono temi come le materie prime, la competizione tra Stati, i cavi sottomarini, l’intelligenza artificiale e la cybersecurity. Ha inoltre precisato che i contributi finanziari all’Ucraina sono volontari, difendendo la solidità e la coerenza della posizione italiana in politica estera. Infine, ha espresso una valutazione positiva del presidente Biden e la volontà di dialogare con Ursula von der Leyen per ottenere il massimo per l’Italia in sede UE.
Marco Galluzzo su Corriere della Sera

Torna l’ombrello missilistico. Gli Stati Uniti prevedono di schierare nuovi sistemi missilistici a lungo raggio in Germania dal 2026 come deterrenza contro la Russia, in risposta alle sue recenti azioni aggressive, inclusa l’invasione dell’Ucraina. Questo piano potrebbe estendersi all’Italia per rafforzare la difesa del continente e diversificare la distribuzione delle capacità difensive. Nonostante non ci siano ancora richieste ufficiali a Roma, l’eventuale schieramento in Italia richiederebbe il consenso del governo e della popolazione, per evitare le tensioni vissute durante la Guerra Fredda. Le nuove armi, che includono SM-6, Tomahawk e armi ipersoniche in sviluppo, aumenterebbero significativamente la gittata delle difese attuali, coprendo tutto il territorio NATO e inviando un chiaro segnale di deterrenza a Mosca.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Una risposta alle minacce. Il Pentagono sta cercando di colmare il divario con la Russia nella tecnologia dei missili ipersonici, con l’obiettivo di produrre armi simili a quelle già in possesso di Mosca entro il 2025. Questo sforzo è una risposta alle crescenti minacce russe, che hanno sviluppato sistemi operativi come il Kinzhal e lo Zirkon, e hanno trasformato Kaliningrad in una fortezza armata con missili capaci di colpire diverse capitali europee. Gli Stati Uniti stanno sviluppando il proprio missile ipersonico, il Dark Eagle, mentre l’Europa sta pianificando un cruise con mille chilometri di portata. Questa escalation nella tecnologia dei missili potrebbe portare a un rinnovato scenario di mutua distruzione assicurata (MAD), con la particolarità che la nuova Guerra Fredda si sovrappone a un conflitto attivo in Europa.
Gianluca De Feo su Repubblica

Tensione di Nato e Russia con gli Usa. Il vertice di Washington ha segnato un momento di alta tensione tra Nato e Russia, con gli USA che prevedono di schierare missili a lungo raggio in Germania dal 2026, suscitando la reazione di Mosca che ha annunciato contromisure. Il summit ha rafforzato l’impegno dell’Alleanza Atlantica di fronteggiare le sfide poste da Russia e Cina, condannando Pechino per il sostegno a Mosca nell’invasione dell’Ucraina. In risposta alle minacce, Italia, Francia, Germania e Polonia hanno avviato un’iniziativa per sviluppare nuovi sistemi di missili di terra. La Nato ha inoltre ribadito il suo potenziamento militare con mezzo milione di truppe pronte all’intervento e l’avvio dei più vasti piani di difesa dal periodo della Guerra Fredda, mentre continua a sostenere l’Ucraina con nuovi aiuti militari e l’obiettivo di un suo futuro ingresso nell’Alleanza.
Marco Valsania su Sole 24 Ore

Piano russo per uccidere il Ceo di Rheinmetall. Gli Stati Uniti hanno sventato un piano russo mirato ad assassinare Armin Papperger, CEO della Rheinmetall, un’importante azienda tedesca produttrice di armi che ha fornito munizioni all’Ucraina. Il piano di omicidio è stato interpretato come un tentativo di ostacolare il supporto militare occidentale all’Ucraina. In risposta, la sicurezza intorno a Papperger è stata notevolmente rafforzata, con misure paragonabili a quelle del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Papperger ha espresso fiducia nella sua sicurezza e ha dato credito alle informazioni rivelate dalla CNN sul tentativo di omicidio
Mara Gergolet su Corriere della Sera

Uccidete Papperger. L’intelligence Usa ha scoperto che la Russia pianificava di assassinare il CEO della Rheinmetall, Armin Papperger, un produttore di armi tedesco che fornisce supporto militare all’Ucraina. Questo complotto faceva parte di una serie di piani russi per eliminare dirigenti dell’industria della difesa europea che sostengono lo sforzo bellico ucraino. Gli Stati Uniti hanno informato la Germania, permettendo alle forze di sicurezza di proteggere Papperger e sventare il piano. Queste azioni rientrano in una più ampia campagna di sabotaggio condotta dalla Russia in Europa, mirata a ostacolare l’invio di armi all’Ucraina e indebolire il sostegno pubblico a Kiev. L’intelligence suggerisce che la Russia è disposta a compiere azioni letali contro cittadini europei, sollevando interrogativi sulla risposta dell’Alleanz
su dition.cnn.com

Sventato complotto russo. Le agenzie di intelligence degli Stati Uniti e della Germania hanno sventato un tentativo russo di assassinare Armin Papperger, CEO della Rheinmetall, un’importante azienda tedesca che fornisce armamenti all’Ucraina. Il complotto, scoperto a gennaio ma divulgato solo recentemente, è stato rivelato in concomitanza con un vertice della NATO e si inserisce in una serie di piani russi mirati a colpire figure chiave dell’industria della difesa europea che supportano Kiev. Rheinmetall, nota per la produzione dei carri armati Leopard 2, ha anche avviato operazioni in Ucraina e ha stretto un accordo con l’azienda italiana Leonardo.
su Avvenire

Fincantieri. Fincantieri ha quasi completato un aumento di capitale da 400 milioni di euro, con il 99,2% dei titoli offerti sottoscritti, per un totale di 396,1 milioni di euro. L’azionista di maggioranza Cdp Equity ha partecipato con 285,8 milioni di euro. Restano da collocare diritti inoptati per circa lo 0,8% del totale, che saranno offerti in Borsa con il coordinamento di Mediobanca. L’operazione supporta l’acquisto dell’ex Wass da Leonardo e la crescita nel settore subacqueo, settore in cui l’Italia vanta notevoli competenze come sottolineato dal CEO Folgiero a Washington
Celestina Dominelli su Sole 24 Ore

Ai Paesi occidentali serviranno più soldati. Il generale americano Chris Cavoli, a capo delle forze USA in Europa e Comandante Supremo Alleato in Europa, sostiene che l’Occidente necessita di più armi e soldati per rafforzare la difesa, in linea con il piano di deterrenza della NATO. In un’intervista, Cavoli, di origini italiane, enfatizza l’importanza dei valori familiari e della collaborazione con i militari italiani. Ha ricevuto un premio speciale che celebra gli italoamericani e parla della necessità di una maggiore attenzione al quadrante meridionale dell’Alleanza. Cavoli discute anche del nuovo comando NATO in Germania per coordinare l’assistenza a Kiev e della crescente rilevanza dei droni marittimi in guerra, sottolineando la necessità di aumentare il numero di giovani disposti a servire nell’esercito.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Rai Lombardia da Leonardo. TGR Regione Lombardia visita i laboratori di Leonardo a Venegono, presso Varese, dove vengono sviluppate le più avanzate tecnologie oggi disponibili per l’addestramento dei piloti militari. Non solo velivoli da addestramento performanti e tecnologicamente avanzati come il M-346, ma anche la una complessa gamma di simulatori capaci di proiettare il pilota negli scenari operativi più complessi. La digitalizzazione diviene un vero e proprio “acceleratore di competenze”: integra i tradizionali sistemi di addestramento “live” con la nuova simulazione “virtual & constructive”. Reale e virtuale in un ambiente di simulazione unico, capace di replicare scenari complessi difficilmente ottenibili o gestibili “dal vivo”.
su raitre

Italia-Usa. Il vertice della NATO negli USA ha rafforzato i legami tra Italia e Stati Uniti, con il generale italo-americano Christopher G. Cavoli, Comandante supremo delle forze alleate in Europa, che ha ricevuto il premio La Guardia dalla National Italian American Foundation. Parallelamente, l’azienda italiana Fincantieri ha evidenziato il proprio ruolo chiave nel settore cantieristico e nella costruzione di fregate per la US Navy, puntando a una leadership globale nel dominio sottomarino.
Marco Battaglia su La Verita’

Prestiti col contagocce alla difesa. La spesa militare nell’Unione Europea è aumentata a 264 miliardi di euro nel 2023 rispetto ai 220 miliardi del 2021, in parte a causa delle recenti guerre. Ursula von der Leyen ha evidenziato che l’industria europea della difesa potrebbe richiedere fino a 500 miliardi nei prossimi 10 anni per potenziare la capacità produttiva. Tuttavia, ottenere finanziamenti è difficile, poiché molte banche europee sono restie a concedere prestiti per ragioni etiche, normative e di reputazione, con le banche nordiche e olandesi particolarmente rigide, mentre quelle francesi sono più attive. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha proposto un piano da 6 miliardi per finanziare progetti di difesa, ma questa somma rappresenta solo l’1,1% della spesa militare UE per il 2023, risultando quindi insufficiente. –
Francesca Gerosa su Mf

Laser contro il drone. La Corea del Sud ha sviluppato un’arma laser economica, in grado di abbattere droni con un costo di un dollaro e mezzo per colpo, che potrebbe rivoluzionare la guerra moderna. Questo sistema, efficace contro i piccoli droni, verrà schierato lungo il confine con la Corea del Nord e potrebbe avere implicazioni anche in altri conflitti, come quello in Ucraina, dove i droni sono ampiamente utilizzati. Il progetto, denominato “Star Wars”, mira a ridurre i costi della difesa aerea e potrebbe influenzare anche il conflitto tra Israele e gruppi armati come Hezbollah. Il prototipo attuale è ingombrante, ma le sue future evoluzioni promettono di trasformare radicalmente la natura della guerra.
Cecilia Sala su Foglio

Drone cargo. L’aeroporto di Malpensa ha segnato un importante traguardo nella mobilità aerea con il primo test di un drone cargo elettrico a decollo e atterraggio verticali, avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 luglio 2024. Il drone Nimbus ha percorso 8 chilometri, dimostrando la fattibilità del trasporto merci via drone, con il potenziale di ottimizzare i tempi di consegna e ridurre le emissioni di CO2. Il test si inserisce nel progetto europeo U-Elcome, mirato a sperimentare tecnologie innovative per la mobilità aerea. Ulteriori voli sono previsti per l’autunno 2024, con un focus sul trasporto di farmaci. Infine, l’aeroporto di Malpensa è stato ufficialmente intitolato a Silvio Berlusconi, mantenendo però invariato il suo codice IATA MXP.
Marco Morino su Sole 24 Ore

Ariane6. – Il lanciatore europeo Ariane 6, con componenti italiani, ha segnato un nuovo capitolo per la Space Economy europea con il suo primo lancio dal Centro spaziale di Kourou in Guyana Francese. Questo lanciatore è in grado di trasportare e rilasciare più carichi su orbite diverse, un’innovazione che potrebbe aumentare l’efficienza dei lanci spaziali. Il test recente ha visto il rilascio sequenziale di 14 cubesat e due capsule di rientro, con l’obiettivo di un rientro controllato delle parti dello stadio superiore del lanciatore nell’Oceano Pacifico per ridurre l’inquinamento da detriti spaziali. Il motore Vinci, che può riaccendersi più volte, è cruciale per questa operazione. Ariane 6 rappresenta un importante passo avanti per l’ESA, che mira a competere nel mercato dei lanci spaziali, sempre più dominato da missioni private.
Olimpio Gennari su Italia Oggi

Tutti a seguito della Cina. La sonda cinese Chang’e-6 ha riportato sulla Terra circa due chilogrammi di campioni lunari, che saranno condivisi con la comunità scientifica internazionale. Questi campioni sono essenziali per studi futuri, inclusi quelli sull’eventuale presenza di acqua sul satellite e sulla composizione della regolite lunare. L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) è coinvolta in progetti come Oracle e Clams, che mirano rispettivamente all’estrazione di ossigeno dalla regolite e allo sviluppo di processi di stampa 3D per materiali da costruzione. Intanto, la competizione spaziale si intensifica, con la Cina che prevede di mandare un equipaggio sulla Luna entro il 2030, mentre il programma Artemis della NASA mira al 2026. Questa nuova corsa allo spazio include anche lo sviluppo di infrastrutture come la futura stazione spaziale lunare e la costellazione di satelliti per le comunicazioni, con implicazioni economiche, politiche e militari
Mariapia Ebreo su Espresso

Atitech. E’ stato inaugurato all’aeroporto Costa Smeralda di Olbia, in Sardegna, il primo centro di manutenzione dei jet privati in Itali, dove Geasar, la società di gestione dello scalo, ha siglato l’accordo per la creazione della base di manutenzione di Atitech che si occuperà dei velivoli. Il progetto, con un investimento di 16 milioni di euro, prevede l’assunzione di 350 dipendenti a regime. Il piano, inoltre, comprende una spesa di 7 milioni di euro per la formazione dei lavoratori, selezionati attingendo dal bacino degli ex dipendenti di Airitaly. «Da settembre gli hangar Aviol e Avio2 saranno pronti e in sicurezza per iniziare l’attività», ha spiegato il presidente di Atitech, Gianni Lettieri.
Filippo Merli su Italia Oggi

ECONOMIA & FINANZA DALL’ITALIA E DAL MONDO

Prevenzione e formazione. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha sottolineato l’importanza della formazione e della prevenzione per migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro, ritenendo inaccettabili gli incidenti e le morti sul lavoro. Durante le assemblee degli industriali di Pisa e di Confindustria Toscana Sud, ha esortato all’uso dei fondi Inail per la formazione e ha proposto un dialogo accelerato con i sindacati per identificare e risolvere i rischi. Orsini ha anche enfatizzato la necessità di una politica industriale a lungo termine in Italia e in Europa, con particolare attenzione alla competitività, agli investimenti e alla produttività. Ha inoltre evidenziato l’importanza di una politica energetica comune in Europa e di considerare il nucleare di ultima generazione per l’autonomia energetica. Luigi Sbarra, leader della Cisl, ha espresso soddisfazione per l’accoglienza della proposta di utilizzare i fondi Inail per la formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Nicoletta Picchio su Sole 24 Ore

Concordato preventivo. Il regime forfettario italiano sta per subire delle modifiche con l’introduzione di un concordato preventivo che interesserà circa 1,9 milioni di contribuenti, con aumenti stimati tra i 500 e i 1.200 euro. Il calcolo delle nuove imposte si baserà sulle “pagelle fiscali” e terrà conto delle spese per dipendenti e dei dati del PIL. Il software necessario per la gestione di questo nuovo sistema, sviluppato dalla Sogei, dovrebbe essere rilasciato senza intoppi entro il 15 luglio. Vi è un margine di flessibilità per i contribuenti che potranno segnalare situazioni eccezionali per il 2024. Nonostante alcuni aggiustamenti richiesti dalle associazioni di categoria e dai commercialisti, permangono dubbi sulla sua accettazione a causa dell’impatto economico che potrebbe avere sui contribuenti
Giovanni Parente su Sole 24 Ore

Correzioni al salva-casa. Il decreto Salva casa è stato oggetto di emendamenti approvati dalla commissione Ambiente della Camera, che prevedono importanti novità nel settore edilizio. Tra le modifiche, si stabilisce che le irregolarità nelle parti comuni di un edificio non impediranno la ristrutturazione di singoli appartamenti e viceversa. È previsto un rinvio fino a 240 giorni per la demolizione di manufatti abusivi in caso di gravi problemi di salute o disagio socio-economico dei residenti. Inoltre, le vetrate amovibili non potranno essere usate per chiudere spazi pubblici e le pergole bioclimatiche non necessiteranno di autorizzazioni. Il decreto, con le sue correzioni, è atteso in Aula il 17 luglio per ulteriori discussioni e votazioni.
Giuseppe Latour su Sole 24 Ore

Pnrr, tempi da rivedere. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha evidenziato la necessità di rivedere i termini del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede investimenti per 194 miliardi di euro, ritenendo troppo rigida la scadenza del 30 giugno 2026 stabilita dalla Commissione Europea. Giorgetti ha suggerito che il dibattito sulla flessibilità dei tempi potrebbe riaprirsi l’anno prossimo, in parallelo con le trattative sul bilancio comunitario 2028-2035. L’Italia, che ha ricevuto di recente un giudizio positivo da Bruxelles per l’erogazione della quinta tranche del PNRR, spera in un allineamento di altri Paesi membri sulla questione delle proroghe. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha ribadito l’impegno del governo nell’utilizzo efficace dei fondi, mentre si prospetta la possibilità che il dibattito possa essere influenzato anche dal ruolo politico che Fratelli d’Italia potrebbe giocare a livello europeo.
Gianluca De Feo su Giornale

Cdp. Il rinnovo dei vertici di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) potrebbe subire un ulteriore rinvio a causa delle complessità nella composizione della lista unica per il board, dovute anche all’introduzione delle quote di genere. Si prevede un’assemblea straordinaria per modificare lo statuto e ampliare il consiglio da 9 a 11 membri, permettendo l’inserimento di 5 donne. La Lega, con il ministro Giorgetti, sta discutendo la situazione, mentre si considera la riconferma di Giovanni Gorno Tempini come presidente e di Dario Scannapieco come amministratore delegato. Si ipotizza inoltre un ampliamento dei poteri di Fabio Barchiesi, attuale direttore sviluppo e governance di Cdp equity. Infine, Cdp potrebbe intraprendere una riflessione sulla razionalizzazione dei suoi investimenti, in un contesto di cambiamenti geopolitici e di significativi investimenti programmati per il biennio 2022-24
Andrea Rinaldi su Corriere della Sera

Balneari. La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che le opere inamovibili realizzate da gestori di stabilimenti balneari possono essere espropriate dallo Stato italiano senza indennizzo alla scadenza della concessione, in linea con l’articolo 49 del codice della navigazione italiano. Tale decisione segue un’interpellanza del Consiglio di Stato italiano in seguito a un ricorso contro il Comune di Rosignano Marittimo. La sentenza ha suscitato malcontento tra i gestori delle spiagge, che temono per la libertà imprenditoriale e chiedono un intervento governativo per tutelare il valore delle imprese. D’altro canto, ambientalisti e associazioni dei consumatori hanno espresso soddisfazione, sostenendo la tutela ambientale e il principio delle spiagge come bene comune.
Marco Bresolin su Stampa

Fiat sopravviverà. L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha celebrato i 125 anni di Fiat, enfatizzando l’importanza dell’Italia e in particolare dello stabilimento di Mirafiori come cuore pulsante del gruppo. Olivier François, amministratore delegato di Fiat, ha annunciato la nuova Panda elettrica, che sarà prodotta in Serbia e costerà meno di 25 mila euro, e una collaborazione con Giorgio Armani per una nuova 500 elettrica. Tavares ha confermato gli investimenti in Italia e la produzione di 200 mila auto a Mirafiori, mentre il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, rimane vigile ma fiducioso sul futuro dell’industria automobilistica nella regione. Sindacati e politici hanno espresso sostegno, sebbene la Fiom abbia criticato la situazione attuale dei lavoratori. Infine, è stato inaugurato il nuovo percorso museale Casa Fiat a Torino.
Giuliano Balestreri su Stampa

Crisi automotive. Durante un convegno sulla filiera italiana dell’automotive, Roberto Vavassori, presidente di Anfia, ha sottolineato l’importanza della ricerca e sviluppo per raggiungere l’obiettivo di produrre un milione di veicoli in Italia, in un contesto di transizione verso la mobilità elettrica. Ha evidenziato i rischi legati alla transizione, tra cui la possibile perdita di 30.000 a 50.000 posti di lavoro nella filiera a causa della riduzione del fatturato nella componentistica dei motori a combustione. Il gruppo Volkswagen e Audi hanno già iniziato a non rinnovare contratti e a ristrutturare impianti, rispettivamente in Germania e Belgio, a causa di volumi di produzione insufficienti e costi elevati. Infine, Vavassori ha ricordato che le case automobilistiche dovranno ridurre le emissioni di CO2 del 15% entro il prossimo anno in Europa o affrontare pesanti sanzioni.
Bianca Carretto su Corriere della Sera

L’inflazione frena, mercati in festa. L’inflazione negli Stati Uniti ha rallentato a giugno, con un aumento annuo del 3%, inferiore alle previsioni degli economisti, alimentando aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Questa notizia ha causato un calo dei rendimenti dei Treasury e un indebolimento del dollaro, mentre le Borse europee hanno chiuso in positivo. Wall Street, tuttavia, dopo aver toccato nuovi record, ha perso slancio a causa di una pausa dopo una serie di rialzi e l’imminente “black period” che limita i buyback aziendali. Gli investitori ora si interrogano sul futuro di Wall Street, mentre lo yen ha registrato un forte rimbalzo contro il dollaro, suggerendo possibili interventi della Bank of Japan.
Morya Longo su Sole 24 Ore

Apple cede all’Antitrust. Apple ha accettato di aprire i suoi sistemi di pagamento su iPhone e iWatch ai concorrenti, in risposta alle pressioni dell’Antitrust dell’Unione Europea. Questo cambiamento, che sarà valido per dieci anni nell’area economica europea, permetterà ai consumatori di scegliere tra una gamma più ampia di portafogli digitali sicuri. La Commissione Europea aveva avviato un’indagine nel 2020, e nonostante questa concessione, Apple è ancora sotto indagine per altre questioni legate al Digital Markets Act. La decisione segue una serie di contestazioni da parte di Apple, inclusa una multa di 1,8 miliardi di euro per pratiche anticoncorrenziali nel settore dello streaming musicale e pressioni per adeguare iOS, Safari e l’App Store alle normative europee.
Beda Romano su Sole 24 Ore

POLITICA & CRONACA DAL MONDO

Ancora gaffe. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affrontato una delle conferenze stampa più pressanti della storia moderna, secondo la CNN, al termine del vertice della NATO. Durante l’evento, ha erroneamente presentato il presidente ucraino Zelensky come Putin, correggendosi subito e scherzando sull’errore. Tuttavia, ha poi fatto un’altra gaffe, chiamando per errore Kamala Harris “vicepresidente Trump”. Nonostante le sviste, alleati come Macron e Meloni hanno difeso Biden, mentre altri osservano da vicino la sua forma fisica e mentale, con sondaggi in corso per valutare la popolarità di Harris contro Trump. La conferenza stampa, rara per Biden, è stata vista come un tentativo di rassicurare la nazione e dimostrare la sua capacità di governare.
Viviana Mazza su Corriere della Sera

Crollo dei sondaggi. La corsa alla presidenza degli Stati Uniti per Joe Biden si è rivelata estremamente difficile, con sondaggi che lo vedono in svantaggio in molti stati chiave rispetto a Donald Trump. In particolare, sorprende il calo di Biden a New York, dove Trump è inaspettatamente in vantaggio, nonostante lo stato sia tradizionalmente democratico. Il dibattito televisivo tra i due candidati ha avuto un impatto negativo per Biden, che ha visto la sua percentuale scendere al 44,3% contro il 46,9% di Trump. Per vincere, Biden deve mantenere tutti gli stati che aveva conquistato nel 2020, mentre Trump ha bisogno di vincere in quattro degli otto stati ancora incerti. Nonostante gli sforzi della campagna Biden-Harris, con oltre duecento uffici e mille volontari, il dibattito ha messo a rischio mesi di lavoro. –
Massimo Basile su Repubblica

La fronda dei consiglieri. Un gruppo di consiglieri del presidente Joe Biden sta valutando la possibilità di sostituirlo con la vicepresidente Kamala Harris in vista delle prossime elezioni, temendo che Biden non possa vincere contro Donald Trump. La situazione è aggravata dalla scoperta che Barack Obama era a conoscenza di un articolo del New York Times, scritto da George Clooney, che chiedeva a Biden di fare un passo indietro, ma non ha agito per impedirne la pubblicazione. Questo ha alimentato speculazioni su possibili complotti interni al Partito Democratico. Alcuni donatori hanno già ritirato il loro sostegno finanziario, mentre altri esponenti del partito, come il senatore Sanders e la deputata Ocasio-Cortez, continuano a difendere Biden. Nonostante le smentite ufficiali, ci sono segnali di un’analisi in corso per valutare le possibilità di Harris di competere contro Trump, mentre l’inflazione che rallenta potrebbe essere un punto a favore per la campagna democratica, a condizione di decidere chi sarà il candidato.
Paolo Mastrolilli su Repubblica

Orban da Trump. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha incontrato Donald Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, segnando il secondo incontro tra i due in quattro mesi. Orbán, che è anche presidente di turno dell’Unione europea, è noto per le sue posizioni controverse che sfidano le cancellerie europee e la Casa Bianca attuale. Durante la visita, è probabile che abbiano discusso della guerra in Ucraina, con preoccupazioni che Trump possa interrompere gli aiuti a Kiev se rieletto. Orbán, dopo aver partecipato a un vertice NATO a Washington, ha ottenuto un’esenzione che gli permette di non contribuire ulteriormente agli aiuti militari all’Ucraina. Infine, ci sono voci che i partner europei stiano considerando di rimuovere Orbán dalla guida del Consiglio informale dei ministri della Difesa, con una decisione finale nelle mani di Josep Borrell, Alto rappresentante per la Politica estera e la sicurezza.
Giuseppe Sarcina su Corriere della Sera

La tela di Ursula. Ursula von der Leyen, presidente uscente della Commissione europea e candidata alla rielezione, sta cercando di assicurarsi il sostegno per la sua conferma, contattando singoli eurodeputati e gruppi politici. Ha avuto un colloquio telefonico con Stefano Bonaccini del Pd, partito che non ha ancora deciso il proprio voto, nonostante sia la delegazione più numerosa del gruppo. La presidente sta cercando di blindare la maggioranza di 401 deputati, sufficiente per superare i 361 voti necessari, ma deve anche fare i conti con i possibili franchi tiratori. Il voto è stato anticipato per evitare che gli eurodeputati lascino Strasburgo prima del weekend, e von der Leyen sta cercando di raccogliere ulteriori sostegni, anche di fronte all’opposizione annunciata da alcuni gruppi come la Sinistra e i conservatori dell’Ecr.
Francesca Basso su Corriere della Sera

Vuole il posto di Ursula. All’interno della Lega crescono i timori per gli attacchi di Forza Italia, guidata da Antonio Tajani, nei confronti del gruppo dei Patrioti europei. Tajani, che ha criticato apertamente figure come Salvini, Le Pen e Orban, è sospettato dalla Lega di mirare alla presidenza della Commissione europea, nonostante egli neghi di voler sostituire Ursula von der Leyen. Questa manovra potrebbe forzare la Lega a una scelta difficile, tra sostenere un alleato italiano o rischiare frizioni nella coalizione di centrodestra. Intanto, i Patrioti rischiano l’isolamento a Bruxelles, sperando in una vittoria di Trump alle presidenziali per evitare l’irrilevanza. Salvini ha posticipato un viaggio negli Stati Uniti, mentre Orban ha già incontrato Trump, segnalando la ricerca di un’alleanza con la galassia trumpiana
Federico Capurso su Stampa

Commissione. La premier italiana Giorgia Meloni, durante una visita a Washington, ha avuto incontri chiave per discutere il voto del 18 luglio sul secondo mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea. Nonostante non abbia ancora deciso, Meloni ha espresso il desiderio di ottenere una vicepresidenza esecutiva per il commissario italiano. I rapporti con Macron e Scholz rimangono freddi, e la Meloni è più isolata a seguito delle mosse di Orban e altri leader di destra. Viene suggerito alla premier di considerare gli interessi nazionali oltre le recriminazioni politiche, soprattutto in vista delle trattative autunnali sul debito italiano. La decisione finale di Meloni sarà influenzata anche dalla necessità di posizionarsi rispetto agli alleati filoputiniani e mantenere l’Italia all’interno dell’asse atlantista.
Ilario Lombardo su Stampa

Patrioti. Il Rassemblement National (RN) francese ha sollevato obiezioni sulla nomina di Roberto Vannacci, indicato dalla Lega come vicepresidente del gruppo “Patrioti per l’Europa” al Parlamento europeo, a causa di dichiarazioni ritenute incompatibili con i valori del RN. Il partito di Marine Le Pen, maggior azionista del gruppo lanciato da Viktor Orbán, sta cercando di migliorare la propria immagine in vista delle elezioni presidenziali del 2027 e ha già preso le distanze da partiti con posizioni incompatibili. La Lega, sorpresa e irritata dalle critiche, sostiene che la nomina dei vicepresidenti spetta ai singoli partiti e ribadisce la stima per Vannacci, eletto con un alto numero di preferenze. Il gruppo “Patrioti per l’Europa” è composto da vari partiti di estrema destra e Vannacci è stato votato per acclamazione come vicepresidente senza obiezioni iniziali
Cesare Zapperi su Corriere della Sera

Le Pen non può porre veti su di me. Roberto Vannacci, eurodeputato leghista eletto vicepresidente dei Patrioti, gruppo sovranista al Parlamento Europeo, respinge le critiche del Rassemblement National (RN) sulla sua nomina, sostenendo che non possono porre veti dopo un voto unanime. Accusa la stampa di sinistra di diffamazione, negando le etichette di razzista e misogino, e critica l’Europa di von der Leyen per la gestione della sicurezza e l’immigrazione. Vannacci è aperto al dialogo con altri gruppi e non esclude un futuro incontro con il leader ungherese Orbán. Sulla questione del sostegno militare a Kiev, sottolinea che le decisioni spettano agli Stati membri e non all’Europarlamento, e critica il ruolo della NATO nel conflitto russo-ucraino. Infine, difende la sua posizione contro le accuse dei media, citando l’archiviazione delle accuse a suo carico da parte della giustizia.
Lorenzo di Cicco su Repubblica

Nessuna intesa. In Francia, la sinistra del Nouveau front populaire è in disaccordo sulla scelta del prossimo primo ministro, con i partiti membri (France insoumise, Partito socialista, ecologisti e comunisti) che non trovano un compromesso sui vari candidati proposti. La tensione politica cresce mentre Emmanuel Macron è accusato di non rispettare l’esito delle elezioni, cercando di formare una grande coalizione che escluda le estreme. Intanto, il sindacato Cgt ha indetto una manifestazione per il 18 luglio, aumentando la pressione sociale. Un governo del Nouveau front populaire sembra poco probabile, dato che non avrebbe la maggioranza necessaria e Marine Le Pen ha dichiarato che voterà contro. Infine, un report dell’Insee rivela che in Francia il numero di persone in condizioni di povertà è raddoppiato negli ultimi dieci anni, con le famiglie monogenitoriali tra le più colpite
Stefano Montefiori su Corriere della Sera

Starmer. Il primo ministro britannico Keir Starmer, profondo ammiratore dell’Inno alla gioia e sostenitore di un rapporto più stretto con l’Unione Europea, è stato profondamente colpito dalla Brexit nel 2016. Tom Baldwin, suo amico e biografo, rivela che Starmer, pur scettico su un secondo referendum, mira ora a rafforzare i legami con l’UE, soprattutto in termini di sicurezza e difesa, in un contesto globale di crescenti tensioni. Starmer, che ha un passato da procuratore generale della Corona, intende lavorare con leader come Trump se necessario, ma rimane fermamente contrario al populismo, promuovendo un patriottismo che non sfocia in nazionalismo. Il suo governo punta a rimuovere barriere commerciali con l’Europa e a rafforzare la sicurezza europea, in vista di possibili scenari conflittuali come una guerra contro la Russia.
Antonello Guerrera su Repubblica

Israele. Negli attuali negoziati a Doha per la pace a Gaza, si discute un piano in tre fasi mirato alla cessazione delle ostilità e alla creazione di un governo di transizione senza Hamas né presenza israeliana. La prima fase prevede un cessate il fuoco di sei settimane, durante il quale Hamas libererà ostaggi israeliani in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi e del ritiro delle truppe israeliane. La seconda fase introduce una forza di controllo temporanea a Gaza, sostenuta dagli USA e da Paesi arabi, mentre la terza fase si concentra sulla ricostruzione a lungo termine della Striscia di Gaza. La presenza di negoziatori di alto livello e la stanchezza di entrambe le parti per la guerra prolungata alimentano una cauta speranza per un esito positivo. Nel frattempo, il nuovo Primo Ministro britannico Keir Starmer ha ritirato una richiesta del governo precedente al Tribunale internazionale di Giustizia, che riguardava l’arresto di Netanyahu e del suo ministro alla Difesa Gallant.
Daniele Rainieri su Repubblica

POLITICA & CRONACA DALL’ITALIA

Premierato. Un gruppo di giuristi, imprenditori e politici, tra cui Sabino Cassese, ha lanciato un appello per riaprire il dibattito sul premierato in Italia, sottolineando l’importanza di un governo stabile ed efficace per superare il declino del paese. Nonostante alcuni miglioramenti apportati dal Senato, come la disciplina delle crisi e i limiti dei mandati, rimangono criticità non risolte. I promotori chiedono un confronto sulla riforma, in particolare su questioni come il bicameralismo perfetto, il voto degli italiani all’estero e l’introduzione del ballottaggio. La riforma rischia di essere inapplicabile senza una copertura costituzionale adeguata e senza risolvere i nodi del sistema elettorale, con il sospetto che la politica non voglia realmente un cambiamento. Viene fatto appello a maggioranza e opposizione affinché cessino ostruzionismi e barricate per affrontare seriamente la riforma
Adriana Logroscino su Corriere della Sera

Tensioni per l’Autonomia. Ministri di Fratelli d’Italia, tra cui Nello Musumeci, Adolfo Urso e Francesco Lollobrigida, sono in allarme per la richiesta del governatore del Veneto, Luca Zaia, di ottenere competenze specifiche in seguito alla pubblicazione della legge sull’Autonomia differenziata. Zaia, supportato da altri governatori di centrodestra, mira a ottenere autonomie in settori come la Protezione civile, il commercio estero e la gestione tributaria, sfidando le deleghe ministeriali attuali. La tensione tra FdI e Lega è alta, con la premier Giorgia Meloni che cerca di mediare attraverso un tavolo di coordinamento, mentre i governatori leghisti spingono per un’azione rapida e concreta.
Antonio Fraschilla su Repubblica

Cara Giustizia. L’Italia ha destinato 10,535 miliardi di euro alla Giustizia nel suo bilancio annuale, una cifra in linea con gli anni precedenti e leggermente superiore a quella del 2023. Nonostante ciò, il paese spende in media più per abitante rispetto a Francia e Spagna, ma meno rispetto a Germania e Lussemburgo. Tuttavia, l’Italia ha meno personale giudiziario rispetto alla media europea. Per affrontare le lentezze del sistema giudiziario, sono stati stanziati 2,3 miliardi di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la riforma della giustizia e la digitalizzazione, oltre a un piano di assunzioni temporanee. Sebbene le riforme relative alla giustizia siano quasi completate, l’Italia deve ancora ridurre significativamente i tempi dei processi e il numero di cause pendenti per soddisfare gli obiettivi del PNRR e ricevere ulteriori finanziamenti dall’UE.
Paolo Baroni su Stampa

In fumo 4.000 processi. La riforma della giustizia del ministro Nordio ha abolito il reato di abuso d’ufficio, portando a un’amnistia per circa 4000 “colletti bianchi” condannati per tale reato. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) critica la riforma, sostenendo che essa crea un’area di impunità per i pubblici ufficiali e lascia i cittadini più vulnerabili agli abusi. Nonostante la propaganda governativa, solo un quarto delle sentenze annullate riguarda sindaci, mentre la maggior parte concerne pratiche edilizie, sanità e concorsi. La riforma potrebbe anche entrare in conflitto con le normative europee, e c’è chi suggeriva una riformulazione piuttosto che l’abolizione del reato.
Lorenzo Foschini su Repubblica

Princìpi di diritto. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha difeso la riforma che ha abolito il reato di abuso d’ufficio, sottolineando che non si tratta di un’amnistia per i colletti bianchi, ma piuttosto di un adeguamento ai principi del diritto che prevede la cessazione delle conseguenze penali quando un reato viene eliminato. Nordio ha ribadito che molti comportamenti illeciti possono essere sanzionati efficacemente attraverso la giustizia amministrativa e civile. Ha inoltre respinto le preoccupazioni relative all’efficacia delle intercettazioni e alla lotta alla mafia, affermando che ci sono altri metodi investigativi e che la riforma mira a bilanciare le esigenze investigative con il diritto alla privacy. Infine, ha negato che la riforma sia un viatico per la sua nomina alla Corte Costituzionale, dichiarando che si è ispirato ai principi dei grandi liberali come Montesquieu, Locke e Voltaire.
Virginia Piccolillo su Corriere della Sera

Farà male al Pil. Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), esprime preoccupazione per la riforma Nordio, avvertendo che potrebbe danneggiare il PIL e aumentare la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni. Busia critica l’abolizione dell’abuso d’ufficio, sostenendo che ciò lascia vuoti normativi e rischia di generare impunità e comportamenti ingiusti da parte dei funzionari pubblici. Sottolinea il rischio di paralisi del sistema di custodia cautelare con l’introduzione del collegio dei tre giudici e la necessità di più magistrati. Infine, Busia evidenzia l’importanza della digitalizzazione nei contratti pubblici per ridurre la corruzione e l’urgenza di una normativa sulle lobby per garantire la trasparenza nell’influenzare le decisioni pubbliche.
Grazia Longo su Stampa

Toti. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, rimane agli arresti domiciliari dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Genova, che ha ritenuto possibile una reiterazione dei reati di corruzione. Toti è accusato di aver ricevuto tangenti dall’imprenditore Aldo Spinelli in cambio di favori. Nonostante le ammissioni di Toti, il Riesame ha giudicato irrilevanti le sue dichiarazioni, sostenendo che non ha pienamente compreso le accuse. La difesa annuncia ricorso in Cassazione, mentre Toti può continuare a svolgere attività politica, ma con limitazioni. La Procura valuta se richiedere il giudizio immediato per il presidente, che resta sotto accusa anche per finanziamenti illeciti alla sua fondazione politica.
Giuseppe Guastella su Corriere della Sera

Ci vogliono i riformisti. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, sostiene che il successo dei riformisti in Francia dimostra la necessità di un approccio politico maturo per contrastare la destra sovranista, a differenza dell’errore di Enrico Letta che ha favorito l’ascesa di Giorgia Meloni in Italia. Renzi critica la strategia di Marine Le Pen e Jordan Bardella per non aver cercato un’apparente moderazione, e sottolinea l’isolamento internazionale di Meloni nonostante l’attenzione dei media. Guardando al futuro, Renzi suggerisce di seguire l’esempio di Keir Starmer in Inghilterra, che non ha ostracizzato la figura di Blair, e di valutare la possibilità di un Terzo polo autonomo o di un’alleanza più ampia nel centrosinistra italiano. Infine, Renzi riflette sul suo ruolo in Italia Viva dopo il mancato raggiungimento del quorum alle elezioni, esprimendo la volontà di promuovere la politica riformista e di agire da mediatore piuttosto che da protagonista.
Emilio Carelli su Espresso

La sinistra c’è. Pier Luigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico, propone la creazione di “comitati per l’alternativa” per unire le forze di sinistra e rovesciare la destra al governo. Sottolinea l’importanza dell’unità e di agire subito, mettendo in risalto il risveglio della sinistra e il ritorno dei giovani in politica, influenzati dall’effetto Schlein, che coniuga diritti civili e sociali. Bersani invita a partire dai valori fondamentali della Costituzione come eguaglianza e salute, per costruire un’opposizione solida. Critica la destra al potere per il suo approccio revanscista, in particolare nella gestione della Rai, e suggerisce che i partiti di sinistra debbano essere più attraenti e solidi per guidare la società
Concetto Vecchio su Repubblica

Malpensa. L’aeroporto di Milano Malpensa è stato intitolato a Silvio Berlusconi, ex presidente del Consiglio scomparso il 12 giugno dell’anno precedente, suscitando la soddisfazione di Matteo Salvini e proteste da parte del PD e altre opposizioni. Il PD contesta la violazione della norma che richiede dieci anni dalla morte per intitolare un luogo pubblico, mentre il M5S critica aspramente la decisione. Il vicepremier leghista annuncia l’intitolazione con effetto immediato, mentre il sindaco di Milano Beppe Sala afferma di non essere stato coinvolto nella procedura. Maurizio Lupi del centrodestra esprime perplessità sul metodo di decisione, e la CGIL propone di intitolare l’aeroporto alla ballerina Carla Fracci, raccogliendo firme per la sua causa
Chiara Baldi su Corriere della Sera

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