Russia, l’organizzazione delle madri dei soldati impegnati in Ucraina è finita nella black list

La decisione del Ministero della Giustizia di Mosca accusa il movimento Way Home di dipingere “un’immagine negativa” della Russia e del suo esercito e di aver “incoraggiato proteste illegali” contro il governo

VLADIMIR VLADIMIROVIČ PUTIN PRESIDENTE RUSSIA

La repressione del dissenso da parte del governo russo ha colpito nuovamente, questa volta includendo nella lista nera degli “agenti stranieri” il movimento Way Home (Strada verso casa), composto da madri, mogli e figlie di soldati russi impegnati nell’invasione dell’Ucraina. La decisione del Ministero della Giustizia di Mosca accusa il movimento di dipingere “un’immagine negativa” della Russia e del suo esercito e di aver “incoraggiato proteste illegali” contro il governo.

Cos’è il movimento Way Home

Fondato nel settembre del 2022, Way Home è nato come reazione alla mobilitazione dei soldati russi dopo che Kiev aveva riconquistato alcune aree del paese. Composto principalmente da parenti dei soldati, il movimento ha organizzato manifestazioni pubbliche e ha comunicato attivamente attraverso Telegram, dove conta oltre 38.000 membri. Il loro obiettivo principale è il ritiro dei loro cari dal fronte e la smobilitazione delle truppe. Il movimento ha anche criticato apertamente il governo russo e il presidente Vladimir Putin, considerato il responsabile diretto della guerra.

Le conseguenze dell’inclusione nella lista degli “agenti stranieri”

L’inclusione nella lista degli “agenti stranieri” comporta severe restrizioni amministrative e una sorveglianza stretta, che spesso portano alla chiusura delle organizzazioni colpite. Maria Andreyeva, una delle leader del movimento Way Home, ha definito questa mossa del Cremlino come “ingiusta” e ha annunciato l’intenzione di impugnarla. Questa designazione mira a ridurre l’influenza del movimento e a soffocare le proteste interne contro la guerra. Nonostante la condanna internazionale, il governo russo infatti continua a limitare le libertà civili e a colpire duramente chiunque critichi le sue politiche, in particolare la guerra in Ucraina

Altri bersagli della repressione russa

Oltre a Way Home, il Cremlino ha incluso nella lista nera anche la testata Sota, nota per la sua opposizione all’invasione dell’Ucraina, l’attivista per i diritti umani Marina Litvinovich e la giornalista pacifista Yekaterina Duntsova. La legge sugli agenti stranieri, promulgata nel 2012, è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2022 per violazione del diritto alla libertà d’associazione e di espressione. Tuttavia, il regime russo continua a utilizzare questa normativa per reprimere il dissenso, con una legge bavaglia che prevede fino a 15 anni di reclusione per chi si oppone all’invasione dell’Ucraina.

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