di Carlo Longo
Al Nord Italia l’agricoltura rischia una diminuzione del 50% a causa della siccità. L’allarme è lanciato dalla Cia-Agricoltori Italiani che paventa scenari particolarmente critici soprattutto per il bacino del Po, area fondamentale della produzione Made in Italy agroalimentare. Si impongono come necessari, per prevenire una forte diminuzione della produzione agricola, turni per annaffiamenti e irrigazioni di soccorso, interventi strutturali sulle infrastrutture idriche attraverso nuovi bacini e invasi per l’accumulo di acqua piovana.
La Cia ha scelto di lanciare l’allarme proprio in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità che, come ricorda la Confederazione “non poteva cadere in un momento più complicato nel Paese, con piogge più che dimezzate rispetto al 2021, criticità sparse al Centro e Sud Italia, e soprattutto una crisi idrica eccezionale che coinvolge Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, ma anche Valle d’Aosta e parte del Trentino”.
Qualora la situazione perduri i danni stimati ammontano ad oltre un miliardo di euro se continuerà a non piovere neppure sulle Alpi nelle prossime settimane. A rischio molte specie orticole come il pomodoro tardivo, la cui coltivazione che necessita di acqua per irrigare i campi, non può neanche essere iniziata. Per quanto riguarda frutti tipicamente estivi, come l’anguria e i meloni, si stima una riduzione della produzione tra il 30% e il 40%. Per il mais e la soia si prospetta una diminuzione del 50% della produzione, senza contare la mancanza delle esportazioni dall’Ucraina.
La Confederazione italiana agricoltori invoca, dunque, un rapido intervento del governo che ponga in essere soluzioni strutturali a tutela dei cittadini e imprese agricole. Sono impellenti misure concrete che consentano interventi di manutenzione delle risorse idriche e un efficientamento dell’utilizzo delle acque, occorrono nuove opere di irrigazione: invasi ma anche impianti desalinizzazione dell’acqua di mare, realizzabili attraverso i fondi del Pnrr. A causa dell’emergenza climatica, che rischia di aggravarsi sempre di più, è necessario quindi porre in essere nuovi strumenti in grado di assicurare la produzione agricola italiana.
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