La nuova policy di Telegram: numeri di telefono e Ip alle autorità giudiziarie

L’annuncio arriva tramite un post da parte del fondatore della piattaforma di messaggistica, Pavel Durov, ad un mese dal suo arresto in Francia

Il Ceo di Telegram, Pavel Durov, a meno di un mese dall’arresto in Francia, ha annunciato oggi il cambiamento di policy nei termini di contratto del servizio fornito dalla piattaforma social. Da oggi l’app di messaggistica, fornirà gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti alle autorità competenti nel caso di valide richieste legali. Lo scopo, come dichiara lo stesso Durov, è scoraggiarne l’uso criminale. Da questo momento in poi, inoltre, grazie all’intelligenza artificiale e a un team di moderatori, Telegram nasconde i contenuti problematici dai risultati di ricerca per prevenire abusi.

IL CAMBIO DI POLICY

Si tratta di una svolta importante per Telegram, che finora non aveva quasi mai collaborato con le autorità giudiziarie per perseguire i crimini commessi tramite l’app. L’annuncio è avvenuto in un post sul canale di Durov che recita così: “La ricerca su Telegram è più potente rispetto ad altre app di messaggistica perché consente agli utenti di trovare canali pubblici e bot. Sfortunatamente, questa funzionalità è stata abusata da persone che hanno violato i nostri Termini di servizio per vendere beni illegali. Nelle ultime settimane, un team dedicato di moderatori, sfruttando l’intelligenza artificiale, ha reso la ricerca su Telegram molto più sicura. Tutti i contenuti problematici che abbiamo identificato nella ricerca non sono più accessibili. Se riesci ancora a trovare qualcosa di pericoloso o illegale nella ricerca su Telegram, segnalacelo tramite @SearchReport.Per scoraggiare ulteriormente i criminali dall’abuso della ricerca su Telegram, abbiamo aggiornato i nostri Termini di servizio e l’Informativa sulla privacy, assicurandoci che siano coerenti in tutto il mondo. Abbiamo chiarito che gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le nostre regole possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a valide richieste legali. Queste misure dovrebbero scoraggiare i criminali. La ricerca su Telegram è pensata per trovare amici e scoprire novità, non per promuovere beni illegali. Non permetteremo che malintenzionati mettano a repentaglio l’integrità della nostra piattaforma, che offre servizi a quasi un miliardo di utenti”.

L’ARRESTO AD AGOSTO IN FRANCIA

Pavel Durov, il fondatore russo di Telegram, era stato arrestato la sera del 24 agosto in Francia nell’ambito di un’indagine su reati legati alla pornografia infantile, al traffico di droga e alle transazioni fraudolente sulla piattaforma. È stato poi rilasciato il 29 agosto dopo aver pagato una cauzione di 5 milioni di euro, ma con il divieto di lasciare il territorio francese e l’obbligo di andare in una stazione di polizia due volte a settimana. Durov ha 39 anni ed è nato in Russia, dove fondò Telegram undici anni fa, nel 2013. Risiede a Dubai dove ha sede Telegram, e ha una doppia cittadinanza emiratina e francese. Durov decise di lasciare la Russia nel 2014 dopo essersi rifiutato di consegnare a un’agenzia di intelligence russa i dati ucraini di VK, il social network più usato in Russia, che aveva contribuito a fondare nel 2006.

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