Testamento di Del Vecchio, il capitale della Delfin è suddiviso in otto parti uguali al 12,5%

di Mario Tosetti

Aperto il testamento di Leonardo Del Vecchio, scomparso lo scorso 27 giugno, si è appreso che l’imprenditore ha scelto di non lasciare nulla al caso. L’assetto societario della Delfin, la cassaforte finanziaria di famiglia, è diviso in otto parti uguali. Tanto la moglie, Nicoletta Zampillo, quanto tutti i figli compreso Rocco Basilico, nato da un precedente matrimonio della Zampillo, sono titolari del 12,5% della società.

Leonardo Del Vecchio, tuttavia, ha deciso di non indicare una persona chiamata a ricoprire il suo ruolo di presidente all’interno della finanziaria. Sul punto dovrà decidere il Consiglio di amministrazione che potrebbe, anche, optare per lasciare vacante la nomina. Da una stessa nota della Delfin si apprende che “il consiglio si riunirà a breve per recepire il nuovo assetto azionario e per prendere atto dell’integrazione dell’organo amministrativo a norma di statuto, fermo restando che non sono state comunicate altre disposizioni testamentarie con effetti sulla governance della società”.

In particolare è tracciato un percorso in cui entrerà in cda il primo del “gruppo degli osservatori”, vale a dire i manager di fiducia a disposizione per incarichi al vertice, già designati dall’imprenditore scomparso. Sul punto c’è chi non ha dubbi, la nuova personalità che entrerà nel consiglio è quella di Francesco Milleri, l’amministratore delegato di EssilorLuxottica che ha già preso il posto di Del Vecchio alla presidenza del gruppo di lenti e occhiali.  Attualmente nel consiglio della holding siedono l’amministratore delegato Romolo Bardin, il notaio Mario Notari, Aloyse May e Giovanni Giallombardo.

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