Tim ha approvato lo scorporo della società, da un lato la rete e dall’altro i servizi

di Mario Tosetti

“Beyond vertical integration”, è questo il nome del piano con cui Telecom Italia rivoluzionerà il suo assetto e ha annunciato la decisione di dividersi in due. Nel dettaglio, l’ad Pietro Labriola ha espressamente affermato la volontà di creare una società dove confluiranno i cavi sottomarini di Sparkle, la rete primaria e quella secondaria di Fibercop. In questa nuova società dovrebbero essere trasferiti 11 miliardi di debiti e circa 22 mila dipendenti. Si contano investimenti fitti per i prossimi due anni che dovrebbero raggiungere l’apice nel 2025, quando la fibra raggiungerà la maggior parte della penisola. Separare la rete è la decisione più importante  il mercato  italiano rispetto alla media Ue è sottopenetrato sia sulla banda larga che ultralarga: siamo ottimisti, c’è un grande potenziale di crescita non sfruttato”, ha spiegato sul punto Labriola.

Per quanto riguarda, invece, i servizi il nuovo assetto di Tim sarà ulteriormente suddiviso in tre comparti. Una divisione dedicata ai servizi alle grandi aziende, una ai servizi studiati per la clientela, e una inerente i servizi in Sud America ed in particolare in Brasile.

EnterprieCo, saranno i servizi dedicati alle aziende con cui si garantiranno cloud e particolari standard di cybersecurity. Confluiranno in questo ramo Olivetti, Noovle e Telsy e si attende un incremento dei ricavi di due miliardi di euro rispetto al 2021. Le stime di crescita tengono probabilmente conto della possibile aggiudicazione della gara del Polo Strategico Nazionale per contribuire in maniera determinante alla transizione digitale dei servizi della Pa. ConsumerCo è, invece, la divisione che si occupa di servizi alla clientela che raggrupperà le attività di Tim fisso, mobile, Kena e Timvision. Sul punto l’ex monopolista delle Tlc tiene conto dell’agguerrita concorrenza ma stima che dopo una flessione dei ricavi fino al 2024 si assista ad una stabilizzazione del mercato tendente ad aumentare i margini di redditività. Nel piano, comunque, Labriola ha previsto oltre a separare la rete anche di cedere una quota di minoranza dell’EnterpriceCo e che i debiti societari saranno inferiori a 5 miliardi. Tim Brasil, invece, che è la società maggiormente redditizia oltre Oceano in Sud America continuerà il suo processo di espansione accelerato  dall’integrazione di Oi, che  secondo le stime del piano di Labriola, consentirà al gruppo di creare tra 8,7  e 11,7 miliardi di reais di valore.

Il piano industriale ha, immediatamente, scatenato le preoccupazioni dei sindacati per il possibile rischio esuberi. Tuttavia, secondo quanto previsto dal piano la riduzione del personale sarà gestita con uscite volontarie. Sono, a tal fine, disposti nel piano 250 milioni di costi straordinari per gli incentivi alle dimissioni per un taglio di organico di 9.200 persone a fine 2030.

“Con questo piano coraggioso vogliamo dimostrare che ogni attività separatamente, può crescere ed essere autonoma, ottenendo risultati migliori e creando più valore per tutti gli azionisti”, ha sottolineato Labriola. Si tenga presente che il piano è stato approvato oggi ma l’eventuale fusione con Open Fiber necessità dell’autorizzazione delle autorità competenti entro 15-18 mesi che decorreranno da quando sarà firmato un accordo con Cdp. Secondo quanto trapela dal piano la creazione di una rete unica con Open Fiber è la soluzione migliore ma, qualora non fosse realizzabile Tim è pronta a procedere con un eventuale ulteriore scorporo ed esplorare soluzioni alternative.

(Associated Medias)- Tutti i diritti sono riservati