Ucciso il rabbino Zvi Kogan negli Emirati, arrestati i responsabili

Netanyahu ha commentato l’accaduto definendolo un atto terroristico antisemita e ha sottolineato come l’episodio rappresenti un tentativo dell’Iran, principale oppositore della normalizzazione dei rapporti tra Israele e i Paesi arabi, di destabilizzare la regione

Zvi KoganIl ritrovamento del corpo senza vita di Zvi Kogan, rabbino israeliano-moldavo di 28 anni, ad Al Ain, negli Emirati Arabi Uniti, ha chiuso tragicamente la sua scomparsa avvenuta pochi giorni prima. Le autorità emiratine hanno rapidamente arrestato tre sospetti, accusati di essere i responsabili del brutale atto. L’episodio ha scosso profondamente sia la comunità locale che quella internazionale, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sugli interessi geopolitici nella regione.

L’indagine e l’arresto dei responsabili

Le autorità emiratine, riconosciute per l’efficienza investigativa, hanno confermato l’arresto di tre cittadini uzbeki, sospettati di aver rapito e ucciso Kogan. I sospetti, già monitorati dai servizi di sicurezza per presunti legami terroristici, sarebbero stati reclutati dall’Iran, secondo quanto trapelato dalle indagini. Dopo il crimine, il trio avrebbe tentato la fuga verso la Turchia.

L’auto del rabbino è stata ritrovata ad Al Ain, con evidenti segni di lotta al suo interno. Tuttavia, non è chiaro se l’omicidio sia avvenuto nel veicolo o altrove. La rete di videosorveglianza capillare del Paese ha giocato un ruolo cruciale nell’identificazione e cattura dei responsabili.

Una reazione internazionale: Netanyahu e il Mossad

Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha condannato fermamente l’omicidio definendolo un atto terroristico antisemita:

“Israele userà tutti i mezzi necessari per fare giustizia, non solo contro gli assassini ma anche contro i loro mandanti”.

Il premier ha inoltre sottolineato come l’episodio rappresenti un tentativo dell’Iran, principale oppositore della normalizzazione dei rapporti tra Israele e i Paesi arabi, di destabilizzare la regione.

Implicazioni geopolitiche e rapporti Israele-Emirati

L’omicidio di Kogan arriva in un momento delicato delle relazioni tra Israele e gli Emirati, rafforzate dagli Accordi di Abramo firmati nel 2020. Abu Dhabi, uno dei promotori di questi storici accordi, ha espresso shock e sdegno per l’accaduto. Anwar Gargash, consigliere del presidente emiratino, ha dichiarato:

“Gli Emirati rimarranno una casa di sicurezza, una società di convivenza e un’oasi di stabilità”.

Nonostante la tragedia, le autorità di entrambi i Paesi sembrano intenzionate a consolidare ulteriormente i legami, rafforzando la cooperazione contro il terrorismo.

Zvi Kogan: un simbolo di dialogo e supporto comunitario

Rappresentante del movimento Chabad negli Emirati, Zvi Kogan aveva un ruolo chiave nel garantire supporto alla comunità ebraica locale. Il movimento, noto per la sua presenza globale, offre punti di riferimento agli ebrei in tutto il mondo, anche in Paesi con rapporti diplomatici tesi con Israele.

Nonostante lo shock, l’ex parlamentare israeliano Ayoob Kara si è detto certo che la tragedia non comprometterà le relazioni tra israeliani ed Emirati:

“Israele ed ebrei continueranno a visitare, investire e stringere legami con il Paese”.

L’omicidio di Zvi Kogan rappresenta un colpo alla stabilità e alla convivenza pacifica che gli Emirati cercano di promuovere. Al contempo, mostra l’impegno delle autorità emiratine nel contrastare il terrorismo e nel mantenere saldi i rapporti con Israele. Resta forte il desiderio di collaborazione tra le due nazioni, determinato a superare le sfide imposte da chi mira a destabilizzare la regione.

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