Ue: approvato il “Digital Markets Act”, la legge sui mercati digitali

di Carlo Longo

Il Parlamento europeo e il Consiglio Ue hanno approvato il “Digital Markets Act”, la cosiddetta Legge sui mercati digitali, che dovrebbe arginare gli abusi dei colossi del digital. Il regolamento, approvato ad un anno di distanza dalla presentazione della proposta, si pone l’obiettivo di disciplinare in maniera esaustiva il potere di “gatekeeper”, che si concretizza nella capacità di influenzare il mercato, delle più grandi aziende digitali.

Nel dettaglio, la proposta di legge punta  a limitare il potere di mercato delle piattaforme come  Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft. Il testo si rivolge, quindi,  alle multinazionali digitali designate come “‘gatekeeper” con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi, e che operano servizi browser, di messaggeria o social media con almeno 45 milioni di utenti finali mensili nell’Ue.   I gatekeeper, individuati dunque in base a soglie quantitative, vengono sottoposti a una serie di obblighi e divieti individuati dal regolamento, sulla base delle pratiche di mercato ritenute sleali che creano condizioni di svantaggio per i concorrenti. La pubblicazione del testo finale si attende nei prossimi giorni  e le regole entreranno in vigore nei successivi sei mesi.

La vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager ha affermato: “In questi anni abbiamo imparato che possiamo correggere casi specifici e punire comportamenti illegali, ma quando le cose diventano sistematiche, allora serve anche una regolamentazione. Per le aziende che svolgono un ruolo di “gatekeeper” ora il Dma stabilisce le regole del gioco”.

In una nota della Commissione si legge che “quando un ‘gatekeeper’ si impegna in pratiche commerciali volte a favorire i propri servizi o a impedire ai propri utenti aziendali di raggiungere i consumatori, può bloccare o rallentare servizi preziosi e innovativi dei propri utenti aziendali e dei concorrenti”. Fra le “pratiche sleali” ci sono, la nota individua, “l’imposizione di condizioni di accesso sleali alla propria app o al proprio store, o l’impossibilità per gli utenti di installare applicazioni da altre fonti”, o di disinstallare software o applicazioni preinstallati.

Per la concreta attuazione del regolamento sarà creato un apposito sistema di vigilanza, in base alla quale la Commissione sarà l’unico esecutore delle norme, in stretta collaborazione con le autorità degli Stati membri. In caso di violazione delle prescrizioni la Commissione potrà infliggere sanzioni e ammende fino al 10% del fatturato mondiale di un’impresa e, in caso di infrazioni ripetute, potrà aumentare le ammende fino al 20% del fatturato. Qualora si riscontrino violazioni sistematiche, la Commissione potrà anche imporre tutti i rimedi comportamentali o strutturali necessari per garantire l’efficacia degli obblighi, compreso il divieto di ulteriori acquisizioni che sarebbero rilevanti per l’infrazione.

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