Ue, ultima notte prima del voto per un secondo mandato di von der Leyen

Domani alle 13, gli eurodeputati esprimeranno il loro voto, ma molto sarà già chiaro dalle prime ore del mattino, quando Von der Leyen pronuncerà il suo discorso d’indirizzo politico alle 9

vertice-usa-ueUrsula von der Leyen si trova a fronteggiare un momento cruciale della sua carriera politica, in attesa del voto di fiducia per un secondo mandato come Presidente della Commissione Europea. Domani alle 13, gli eurodeputati esprimeranno il loro voto, ma molto sarà già chiaro dalle prime ore del mattino, quando Von der Leyen pronuncerà il suo discorso d’indirizzo politico alle 9. Le linee guida politiche saranno già nelle mani delle delegazioni dei partiti dalle 8, e da lì partiranno le ultime valutazioni per decidere se accordarle la fiducia.

Le prime indicazioni sull’orientamento dei gruppi politici si sono manifestate durante la recente elezione dei vicepresidenti del Parlamento Europeo. I partiti europeisti hanno collaborato per eleggere 11 vicepresidenti, escludendo dai ruoli di rilievo i candidati dei gruppi ultra-sovranisti. Successivamente, anche due candidati dei Conservatori e uno della Sinistra sono stati eletti come vicepresidenti, indicando una possibile cooperazione su alcuni temi istituzionali tra i principali gruppi europeisti (PPE, Socialisti, Renew e Verdi) e le ali più moderate a destra e sinistra.

Un altro segnale politico è arrivato dal voto sul sostegno all’Ucraina, dove il blocco europeista ha mostrato compattezza nel condannare le azioni di Viktor Orban e promettere assistenza militare continua a Kiev. Questa compattezza è stata mantenuta nonostante alcune defezioni nei gruppi Socialisti e Verdi.

I Verdi, in particolare, sembrano ottimisti riguardo al discorso di domani di Von der Leyen, confidando che confermerà l’impegno verso la transizione ecologica e il rispetto dello stato di diritto. Questo ottimismo potrebbe significare un distanziamento di Fratelli d’Italia dalla maggioranza, una situazione che i principali leader europei potrebbero aver calcolato per mantenere un asse più centrista e progressista.

Giorgia Meloni, quindi, si trova in una posizione delicata. Se la maggioranza a quattro (PPE, Socialisti, Liberali e Verdi) dovesse concretizzarsi, il voto di Fratelli d’Italia potrebbe diventare ininfluente. Meloni rischia di restare ai margini delle decisioni europee, pur dovendo poi collaborare con la Commissione Europea su temi cruciali come il PNRR e le manovre di bilancio future.

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